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Cosa c’è dietro il rally dei tecnologici

Il settore ha iniziato l’anno con valutazioni molto basse e ora beneficia della ripresa della domanda, oltre che delle aspettative sui tassi di interesse e della corsa verso i settori difensivi.  

Francesco Lavecchia 04/04/2023 | 14:46
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tecnologici

I tecnologici sembrano volersi prendere la loro rivincita. Dopo un 2022 orribile, nel quale hanno perso un terzo del loro valore di mercato, sia in Europa che negli Stati Uniti, il primo trimestre del 2023 è stato decisamente promettente.

L’indice Morningstar US Technology ha guadagnato il 22,2% (in USD al 31 marzo 2023) sovraperformando il mercato americano di circa 15 punti percentuali. In Europa, il benchmark Morningstar DM EUR Technology è salito del 18,2% (+10% sull’indice Morningstar DM Europe, in euro).

 

 

Tecnologici e tassi di interesse
Ma quali sono le ragioni di questo rally? Qualcuno spiega il recente andamento del settore con le crisi bancarie che hanno scosso Europa e Stati Uniti a metà marzo, altri riconducono la risalita dei tecnologici a un rimbalzo naturale in seguito alle forti vendite registrate lo scorso anno, altri ancora al favorevole contesto macro che potrebbe favorire la crescita delle loro valutazioni di mercato.

Dan Romanoff, analista azionario di Morningstar specializzato nell’industria del software, concorda nell’attribuire l’exploit del comparto alla combinazione di diversi fattori: “Dopo due anni, come il 2020 e il 2021, in cui i tecnologici americani avevano guadagnato rispettivamente il 46% e il 33%, era normale attendersi delle prese di profitto. Ma il 2022 è stato uno degli anni peggiori della storia per le aziende del settore, anche se le cose sono andate leggermente meglio per quelle europee. All’inizio del 2023, dunque, il comparto era chiaramente ipervenduto e quindi un rimbalzo dal punto di vista delle valutazioni non ci sorprende. A fianco a questo ragionamento sulle valutazioni di mercato, c’è quello legato all’andamento della domanda: nel 2022 si è assistito a un significativo rallentamento delle commesse per le aziende tecnologiche e questo ha pesato sulle loro valutazioni. Ora la normalizzazione della domanda sta contribuendo al rimbalzo delle quotazioni”.

Un ruolo importante nell’ascesa dei prezzi di mercato dei titoli tecnologici lo sta avendo anche la politica monetaria delle banche centrali. Le aspettative del mercato sono per un primo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve già nella riunione di luglio, o al massimo entro fine anno. In Europa, a causa di un’inflazione core ancora elevata, un primo allentamento della stretta monetaria potrebbe arrivare più tardi. “I tassi di interesse in rapido aumento hanno un impatto materiale sui titoli delle società tecnologiche poiché gran parte del loro valore deriva dai flussi di cassa generati negli anni a venire. Questo significa che più basso è il costo del denaro, minore sarà il tasso al quale questi flussi di cassa verranno scontati”, aggiunge Romanoff.

Tecnologici e crisi del settore bancario
Alcuni operatori sottolineano anche il ruolo giocato dai timori di una nuova crisi finanziaria innescati dal fallimento di numerose banche regionali negli Usa e dal crollo di Credit Suisse in Europa. Il settore tecnologia è generalmente considerato difensivo e dunque potrebbe aver beneficiato della paura che le difficoltà del settore bancario potessero ripercuotersi sull’economia.  

“Le società tecnologiche, in particolare quelle dell’industria del software, tendono ad avere bilanci molto solidi, con ampie disponibilità di cassa e un basso livello di indebitamento. Inoltre, la loro domanda è meno sensibile all’andamento del ciclo economico. Senza software, nessun aspetto dell'economia funzionerebbe. Anche durante una fase di recessione, queste aziende continuano a generare elevati flussi di cassa e a crescere, anche se a un ritmo inferiore, Quindi, dal punto di vista operativo e finanziario, le società tecnologiche, in particolare i provider di software, sono in una buona posizione per resistere a una potenziale tempesta”, dice Romanoff.

Questo, però, è stato vero soprattutto per i tecnologici americani, che nella settimana in cui i listini di New York hanno tremato per il fallimento di SVB e di altre banche regionali, hanno guadagnato oltre 400 punti base, mentre il mercato americano ha perso circa l’1% (rendimenti in USD dal 10 marzo 2023 al 18/03/2023). In Europa, invece, il settore ha sovraperformato il mercato, ma ha comunque ceduto 100 punti base.

Le valutazioni di mercato
Nonostante abbiano recuperato solo parzialmente le perdite accumulate durante il 2022, le valutazioni dei titoli del comparto si sono avvicinate molto al loro fair value. Al momento, negli Usa, il settore tecnologia è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) di 0,95 e risulta essere il più costoso dopo quello dei beni di consumo difensivi (P/FV pari a 0,98). In Europa, invece, circa il 50% dei titoli coperti dall’analisi Morningstar è valutato con un rating pari a 4 o 5 stelle.

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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