Senza transizione energetica, più rischi per gli investitori

Le previsioni di rendimento a 30 anni di Schroders sui rendimenti di azioni e obbligazioni mostrano impatti negativi nei Paesi più dipendenti dalle fonti fossili. In Italia, la siccità mette a rischio un'importante fonte di energia pulita: quella idroelettrica.

Sara Silano 12/04/2023 | 11:23
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E’ allarme siccità in Italia, soprattutto al nord. Poche piogge e nevicate meno abbondanti rispetto al passato. La scarsità d’acqua ha effetti evidenti sulla nostra vita quotidiana, ma può impattare anche sugli investimenti. Ne parliamo con Irene Lauro, economista di Schroders specializzata sull’ambiente.

Sara Silano: Dottoressa Lauro, l’anno scorso il fiume più lungo d’Italia, il Po, ha sperimentato la peggiore siccità degli ultimi 70 anni e l’emergenza continua. Qual è l’impatto sul mix energetico?

Irene Lauro: Sì, vediamo che il Po si sta prosciugando a causa del cambiamento climatico e la carenza d'acqua ha un impatto non solo sulla produzione agricola ma anche su quella energetica. Ricordiamo che l'energia prodotta dalle centrali idroelettriche è molto importante per soddisfare la domanda italiana di energia. Soddisfa più o meno il 15% della domanda nazionale e più dell'85% delle nostre centrali idroelettriche si trova al nord e quindi dipende dal livello dell'acqua del Po.

Nell’estate scorsa, il livello di energia idroelettrica prodotta in Italia era giù del 42% rispetto allo storico. E quest'anno, e siamo solo all’inizio della primavera, è già inferiore del 26%. Quindi questo rende il fabbisogno energetico italiano maggiormente dipendente da altri fonti di energia, come per esempio il gas.

Silano: Il team degli economisti di Schroders elabora annualmente previsioni di rendimento a 30 anni che tengono conto dell’impatto del cambiamento climatico. Cosa emerge dalle vostre analisi?

Lauro: Sì, nelle nostre analisi noi cerchiamo di investigare qual è l'impatto sui rendimenti a lungo termine dei rischi fisici e dei rischi legati alla transizione energetica. E per quanto riguarda i rischi fisici, vediamo una diminuzione della produttività per i Paesi che tendono ad avere un livello di temperatura già abbastanza alto.

E poi quando andiamo ad analizzare i rischi legati alla transizione energetica, vediamo che un aumento del prezzo delle emissioni di carbonio va a colpire l'attività produttiva, soprattutto nei Paesi che sono dipendenti da fonti di energia come il carbone, per esempio la Cina. E quindi vediamo che i rischi legati alla transizione energetica avranno un impatto negativo nei rendimenti azionari e obbligazionari dei Paesi che sono maggiormente dipendenti da fonti combustibili fossili.

Silano: Quali politiche governative europee dobbiamo aspettarci nei prossimi anni per contrastare siccità e cambiamenti climatici?

Lauro: Sì, ci aspettiamo un maggior intervento da parte dei governi, quindi più attività sul piano fiscale, con politiche sia di adattamento (come vivere in linea con il riscaldamento globale), ma anche politiche volte alla mitigazione dei cambiamenti climatici, quindi politiche volte alla riduzione delle emissioni di carbonio.

E vediamo che una delle politiche che prenderà maggiormente piede nei prossimi anni sarà un intervento maggiore sul prezzo delle emissioni di carbonio, perché questo è il modo più efficiente per ottenere una riduzione di CO2 a livello globale, quindi un maggior carbon pricing. Ma anche possiamo vedere recentemente - per esempio negli Stati Uniti con l’Inflation Reduction Act - dei sussidi green volti proprio a stimolare l'attività nell'energia pulita, quindi anche uno stimolo verso l'innovazione, uno stimolo negli investimenti volti a migliorare la tecnologia, come per esempio ad aumentare l'efficienza energetica, ma anche a favorire soluzioni per l'elettrificazione del settore dei trasporti.

Silano: Molto interessante. Irene Lauro, grazie mille per la sua disponibilità oggi. Per Morningstar sono Sara Silano, grazie per averci seguito.

 

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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