In occasione della pubblicazione dei risultati definitivi sul 2022, Pirelli torna sotto i riflettori del mercato. Non tanto per i numeri, che nella sostanza hanno confermato quelli preliminari diffusi il 22 febbraio, quanto per due temi ben precisi. Il primo è la comunicazione dell’ammontare definitivo del dividendo per azione, stabilito dal consiglio di amministrazione della società a 0,218 euro a fronte dello 0,161 euro del 2021. Si tratta di un livello leggermente superiore alle attese di diversi analisti e che porta a un rendimento intorno al 4,9% con un pay-out al 50% dell’utile inclusivo delle minorities. Lo stacco della cedola è in agenda per il 24 luglio 2023, con payment date il 26 luglio.
Il secondo, ancora più importante in ottica strategica, è l’annuncio del posticipo al 29 giugno dell’assemblea dei soci sull’approvazione dei dati di bilancio, quasi un mese più in là della data stabilita in un primo momento al 30 maggio.
Il posticipo dell’assemblea al servizio della valutazione del Golden Power
Lo spostamento in avanti della data di convocazione dell’assemblea dei soci è legato al dossier aperto dal Governo italiano per quanto riguarda l’eventuale uso del Golden Power a proposito della presenza della cinese Sinochem (CNRC) con una quota importante del 37% nell’azionariato di Pirelli, che la fa prima azionista della società. L’accensione del faro governativo ha come finalità la valutazione di un contenimento dell'influenza del socio cinese Sinochem e segue il rinnovo fino al 2026 del patto parasociale firmato il 16 maggio 2022 tra CNRC, Marco Polo International, Camfin e Marco Tronchetti Provera. Come riportano le agenzie di stampa, la notifica della procedura a Pirelli è pervenuta direttamente dall’azionista CNRC il 6 marzo 2023. Il Governo dovrà dare un giudizio sul patto di sindacato tra Sinochem e Camfin, in teoria entro il 20 aprile, cioè entro 45 giorni dalla notifica del 6 marzo. Non è comunque escluso un prolungamento del termine fino al 20 maggio nel caso in cui ci dovesse essere la necessità di ricevere ulteriori approfondimenti dalle società coinvolte.
Quale futuro per l’assetto azionario?
Quale può essere a questo punto il futuro dell’azionariato di Pirelli? Una risposta arriva dagli analisti di Equita sim: "Noi restiamo dell'idea che i recenti rumour sull'intenzione di uscire da parte di Sinochem, che detiene il 37% di Pirelli, siano realistici e per questo la cordata italiana di Camfin-Pirelli ha recentemente siglato un patto di consultazione per votare congiuntamente in assemblea". E quindi cosa possiamo aspettarci? “Confermiamo la nostra idea che, alla luce del patto recentemente siglato con Camfin, lo scenario più probabile sia la creazione di un nocciolo duro di azionisti italiani facenti capo a Camfin che possano avere un ruolo di peso quando i cinesi usciranno". Azionisti italiani che vedono anche il nome di Brembo.
Un ampio giudizio su come potrebbe evolvere l’azione del Governo a proposito del Golden Power è stato condiviso anche dagli esperti di Websim: “Per quanto riguarda l’apertura della procedura di Golden Power riteniamo che la probabilità di azioni concrete sia limitata in considerazione di: seppure Pirelli sia un leader globale con tecnologie all’avanguardia, non pensiamo che gli pneumatici siano un settore dall’elevato impatto sulla sicurezza nazionale; il patto prevede tra le altre cose che il know-how tecnologico di Pirelli dovrà rimanere nella titolarità di Pirelli e non potrà essere trasferito a soggetti terzi e che la sede operativa e amministrativa dovrà rimanere a Milano (la modifica di queste clausole richiede l’approvazione di almeno il 90% del capitale); la governance e l’indirizzo strategico/operativo sono fortemente indirizzati da Tronchetti Provera; l’Italia non è il primo mercato di Pirelli (stimiamo un peso sul fatturato di poco superiore al 5%) e in Italia sono presenti anche altri produttori di pneumatici; l’atteggiamento di Sinochem è a nostro avviso classificabile più come investitore finanziario che partner industriale. In ogni caso, un ambiente più ostile potrebbe portare alla cessione della partecipazione da parte di Sinochem. In tal senso, bisognerebbe prestare attenzione alla soglia d’Opa al 25%, ma riteniamo che la situazione potrebbe essere gestita”.
I conti in crescita del 2022
In attesa che la matassa sull’azionariato di Pirelli si dipani sotto la supervisione del Governo italiano, il mercato può restare focalizzato sulla dinamica dei risultati industriali. Il 2022 di Pirelli ha registrato un utile netto consolidato pari a 435,9 milioni, in crescita del 35,5% rispetto al 2021, mentre l'utile della capogruppo si è fissato a 252,5 milioni, rispetto ai 216,6 milioni dell'anno precedente. I ricavi hanno evidenziato un aumento del 24,1% a 6.615,7 milioni.
Il giudizio degli analisti
La pubblicazione dei risultati del 2022 è stata accompagnata da aggiornamenti nelle valutazioni del titolo Pirelli da parte di diversi uffici studi. Equita sim ha reiterato il rating buy con target price di 5,8 euro per azione sottolineando un dividendo risultato leggermente superiore. Stesso giudizio positivo anche da parte di Banca Akros che ha confermato il rating buy ma avendo un prezzo obiettivo più alto, a 6,1 euro. Gli analisti di Websim hanno espresso un giudizio "interessante” con target price 5,90 euro. Ha invece condiviso una valutazione più prudenziale Goldman Sachs che dopo la pubblicazione dei conti preliminari aveva alzato da sell a neutral il giudizio su Pirelli, con prezzo obiettivo alzato da 4,2 a 4,8 euro. Gli analisti ritengono che le indicazioni sul margine 2023 siano "prudenti" e che "l’attuale strategia di alto valore di Pirelli dovrebbe sostenere il mix di prodotto e la sovraperformance dei volumi rispetto al mercato". Sempre in scia alla presentazione dei dati preliminari, Bank of America Global Research aveva confermato il rating buy con un prezzo obiettivo di 5,5 euro, Intesa Sanpaolo aveva alzato da 4,8 a 5,8 euro il target price con raccomandazione buy, Oddo BHF aveva migliorato il prezzo obiettivo su Pirelli da 5 a 5,5 euro con giudizio outperform e JpMorgan aveva elevato da 5,3 a 5,8 euro il target price confermando la raccomandazione overweight.
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