La valutazione del rischio legato a fattori ambientali sociali e di governance (ESG) sta diventando sempre più importante nelle decisioni degli investitori, interessati a capire fino a che punto il valore economico dell’azienda sia in pericolo perché i vertici dell’impresa non gestiscono adeguatamente le questioni ESG.
Per valutare questo tipo di rischio, Morningstar utilizza il Sustainalytics ESG Risk Rating che esprime in modo sintetico il rischio ESG non gestito da un’impresa, ossia quello inerente alla sua attività (ad esempio, le compagnie aeree non possono azzerare le emissioni con le attuali tecnologie) e il cosiddetto management gap (il rischio gestibile, ma per il quale i vertici aziendali non hanno ancora preso adeguate misure).
L’ESG Risk Rating è espresso in una scala che va da “trascurabile” a “severo” e viene rappresentato da Morningstar con i globi da uno (rischio severo) a cinque (rischio trascurabile).
Spesso gli investitori sostenibili prestano attenzione anche alle eventuali controversie in cui un’impresa può essere coinvolta, ossia quegli eventi con impatto negativo sulla società o sull’ambiente, come ad esempio la violazione dei dati privati o gli incidenti che possono causare inquinamento delle acque o del suolo. Inoltre, sono sempre più sensibili ai pericoli che un’azienda può correre se non attua adeguate strategie di transizione verso modelli a minori emissioni di carbonio, nonché alla sua esposizione ad aree critiche, come gli armamenti.
Un indice sostenibile di titoli italiani
Tutti questi aspetti sono tenuti in considerazione nel processo di costruzione del nuovo indice Morningstar IlSole24Ore Sustainability 24, che contiene le 24 società italiane quotate e più liquide con il minor rischio ESG, un contenuto livello di controversie (grado 3 su 5), nessuna esposizione alle industrie del tabacco, delle armi controverse e civili e al nucleare.
Per rientrare nel paniere, inoltre, le aziende devono avere un’esposizione inferiore al 50% (in termini di profitti) al gioco d’azzardo, agli alcolici e all’intrattenimento per adulti. Infine, non devono avere un rischio carbonio severo, ossia essere imprese che potrebbero subire forti danni dalla transizione low carbon a causa della loro esposizione alle fonti fossili e della mancanza di politiche adeguate per gestirla. Sono esclusi i titoli non conformi ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite, il patto mondiale nato per incoraggiare le imprese ad adottare comportamenti sostenibili e responsabili e a rendere pubblici i risultati delle azioni intraprese.
I cinque titoli che attualmente pesano di più nell’indice Morningstar IlSole24Ore Sustainability 24 sono Intesa Sanpaolo, Moncler, Terna, Snam e CNH Industrial (dati di portafoglio al 31 marzo 2023) .
Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo (ISP), primo titolo nel paniere con un peso del 9,49%, ha un rischio ESG basso (15,75 punti in un intervallo che va da zero a più di 40 punti), grazie – dicono gli analisti di Morningstar Sustainalytics – a una solida gestione di aree critiche quali l’etica nel business, la tutela della privacy e la sicurezza dei dati. L’istituto bancario non risulta coinvolto in severe controversie, ma ha un livello moderato in alcune aree, tra cui l’impatto ambientale dei suoi prodotti e servizi, con riferimento in particolare alle relazioni con l’industria delle fonti fossili. Intesa Sanpaolo ha un Carbon risk basso (4,97 in una scala che va da zero a oltre 50).
Moncler
Moncler (MONC), seconda posizione nell’indice con un peso del 6,2%, ha un ESG Risk basso (10,1 punti). Rispetto alla media del settore di appartenenza (abbigliamento di lusso), ha un’esposizione contenuta a rischi legati alle relazioni con i lavoratori, alle violazioni dei diritti umani nella catena dei fornitori e a questioni di etica nel business. Inoltre, non risulta coinvolta in controversie e neppure esposta al rischio legato alla transizione low carbon.
Terna
Terna (TRN), che è la terza holding con un peso del 5,96%, è la società con il più basso rischio ESG tra le prime cinque dell’indice. I pericoli legati a fattori ambientali, sociali e di governance sono considerati “trascurabili”. Come tutte le utilities, è soggetta ai cambiamenti del mercato energetico e della sua regolamentazione per evolvere verso un mondo a basse emissioni di CO2. La società, spiegano gli analisti di Morningstar Sustainalytics, ha una solida gestione di questi rischi. Ad esempio, nel 2021, il 20% degli incentivi di lungo termine per i dirigenti è stato collegato alla performance dell’azienda negli indici di sostenibilità. Inoltre, una parte degli incentivi dei manager, dei dipendenti e dei collaboratori è stata parametrata rispetto a metriche di sicurezza. Non ci sono evidenze di controversie in cui sia coinvolta la società e il suo rischio carbonio è basso.
Snam
Snam (SRG) è il quarto titolo all’interno dell’indice Morningstar IlSole24Ore Sustainability 24 con un peso del 5,85%. Il suo ESG risk rating è basso, nonostante operi nel settore della trasmissione e stoccaggio del gas. In base alle analisi di Morningstar Sustainalytics, la gestione dei rischi è solida, non solo perché i sistemi di gestione ambientale, della salute e della sicurezza sono certificati secondo gli standard internazionali, ma anche perché ha un comitato ESG a livello di consiglio di amministrazione e le retribuzioni dell’alta dirigenza sono collegate agli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, Snam ha fissato il target di azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2040, ha effettuato investimenti per diversificare dal gas verso il biometano e l'idrogeno e ha adottato misure per ridurre le emissioni derivanti da perdite e infrastrutture obsolete.
CNH Industrial
Infine, CNH Industrial (CNHI), che pesa per il 5,39% nell’indice, opera nel settore della produzione e fornitura di macchinari per l’agricoltura e i trasporti, all’interno del quale la competizione è limitata e i contratti vengono vinti in base a gare d’appalto. Questo può esporre ai rischi di pratiche anti-competitive. In più i suoi prodotti sono usati in campi in cui la sicurezza, la resistenza e l’affidabilità sono fattori-chiave. Secondo gli analisti, la gestione di questi rischi è solida. “Sebbene CNH Industrial sia coinvolta in una significativa controversia che coinvolge pratiche legate ai cartelli, ha implementato solide misure di compliance come la supervisione a livello di consiglio di amministrazione per l'etica aziendale e una linea telefonica indipendente per gli informatori a disposizione di tutte le parti in causa”, dicono. “Inoltre, l'azienda riferisce di diverse iniziative per ridurre il consumo di carburante e le emissioni di CO2”. L’ESG risk è basso, mentre il carbon risk è medio.
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