Quali sono le prospettive per il settore dell'abbigliamento? Dopo i risultati eccezionali del 2021, spinti dalla ripresa economica post-pandemia, il 2022 ha risentito dell’effetto congiunto della contrazione della domanda, dell’elevata inflazione e dei problemi alla supply chain. Il contesto macro dovrebbe migliorare, ma le prospettive a breve termine per l'industria sono ancora incerte. I risultati delle ultime trimestrali sono stati decisamente contrastanti e molte aziende hanno abbassato le aspettative per il resto del 2023.
Le vendite dei negozi al dettaglio (al netto dei punti vendita aggiunti negli ultimi 12 mesi) dimostrano la recente difficoltà del settore. Dal +36% registrato nel 2° trimestre 2021, la crescita delle vendite si è attestata a -3% nel 4° trimestre 2022. I numeri del 2022 sembrano molto negativi anche a causa del difficile confronto con quelli del 2021, ma su di loro ha pesato il peggioramento del contesto macro.
L'elevata inflazione e la forte incertezza per le condizioni economiche hanno frenato la spesa dei consumatori per l'abbigliamento e le calzature e ciò ha influito sui risultati di vendita della maggior parte delle aziende del settore. Quando le entrate diminuiscono, i margini di profitto si riducono, ma i deboli margini registrati nel 2022 sono stati il risultato di una combinazione di molti fattori negativi quali: elevate rimanenze di magazzino, problemi alla supply chain, prezzi delle materie prime più elevati e l'apprezzamento del dollaro rispetto all'euro e alle altre valute.
Perché i bilanci soffrono
Ma analizziamo questi fattori uno alla volta. Nel 2022 la maggior parte delle aziende dell’industria dell’abbigliamento coperte da Morningstar ha registrato rimanenze di magazzino più elevate rispetto al 2021. Alla fine del 2022, le scorte sono aumentate in media del 14% e le aziende hanno dovuto correre ai ripari annullando gli ordini, ma soprattutto applicando sconti più elevati alla propria merce, e questo ha influito negativamente sui margini di profitto. Per la maggior parte di queste società, gli analisti ritengono che i livelli delle rimanenze miglioreranno nel corso del 2023, nonostante le aspettative di crescita delle vendite siano generalmente basse.
La crisi economica prodotta dal Covid-19 nel 2020 ha determinato un aumento dei prezzi di molte materie prime, tra cui cotone e gas. La maggior parte dei player del settore si aspettava un calo dei prezzi del cotone all'inizio del 2022, ma la guerra in Ucraina e gli effetti politici legati alla pandemia in Cina hanno fatto lievitare ancora di più il prezzo di questa materia prima. I prezzi più elevati del gas, invece, hanno avuto due effetti negativi sulle aziende di abbigliamento: hanno aumentato i costi della supply chain e hanno contribuito a contrarre la spesa dei consumatori. Se, da una parte, i prezzi del cotone hanno iniziato a normalizzarsi nella seconda metà dello scorso anno, la guerra in corso in Ucraina e la situazione politica instabile nel Medio Oriente, dall’altra, restano dei fattori di rischio che potrebbero spingere ulteriormente al rialzo le quotazioni del gas.
Relativamente alle società americane, l’apprezzamento del dollaro Usa rispetto all'euro e ad altre valute, alimentato dalla ripresa economica e dalle preoccupazioni per la guerra in Ucraina, è stato un fattore che dall'inizio del 2021 fino alla metà del 2022 ha pesato sui conti aziendali.
Tutti questi fattori hanno fatto scendere il margine operativo medio delle aziende del comparto apparel dall'11,4%, registrato nel secondo e terzo trimestre del 2021, all'8,1% di fine 2022.
Vendite deboli e margini di profitto in discesa stanno alimentando le preoccupazioni sulla stabilità finanziaria delle società del comparto. Lo Z-Score di Altman, una metrica basata su redditività, bilancio e dati di mercato che viene utilizzata per prevedere le difficoltà finanziarie di un'azienda, fornisce un'immagine non proprio rassicurante del settore dell'abbigliamento. In generale, uno Z-Score inferiore a 3 indica che un'azienda rischia di avere seri problemi finanziari e molte delle imprese dell’abbigliamento coperte da Morningstar hanno attualmente punteggi inferiori a questa soglia. Tuttavia, gli analisti di Morningstar ritengono che i parametri finanziari miglioreranno per molte di queste aziende dopo un 2022 difficile, anche perché la maggior parte di esse ha mostrato punteggi costantemente Z-Score superiori a 3 negli anni precedenti la pandemia.
Perché essere fiduciosi
Detto questo, ci sono alcuni segnali positivi per gli investitori di lungo termine: visti i negativi risultati del 2022, i dati delle trimestrali del 2023 avranno un termine di paragone meno sfidante. Inoltre, alcuni fattori negativi come le elevate rimanenze di magazzino e i costi della supply chain hanno iniziato ad attenuarsi. Cosa che migliorerà sia i margini di profitto che le metriche finanziarie del settore.
Un dato confortante arriva anche dalle statistiche sui consumi del governo degli Stati Uniti che indicano come la domanda di abbigliamento e calzature, nonostante sia scesa rispetto al 2021, viaggia comunque su livelli più alti rispetto a quelli registrati prima della pandemia. Questo suggerisce che il settore è più sano di quanto si pensi. Inoltre, poiché i prezzi delle azioni sono stati generalmente deboli dall'inizio del 2022, il 50% delle 30 società di abbigliamento coperte dall’analisi di Morningstar sono attualmente valutate con un rating di 4 o 5 stelle.
Aziende come Nike, Lululemon, Hugo Boss, Moncler e Ralph Lauren, che sono meglio attrezzate per proteggere i margini di profitto dall’aumento dei costi grazie a una clientela disposta a pagare premium price elevati e a un vantaggio di costo rispetto ai competitor, sono scambiate in linea o al di sopra del loro fair value. Dall'altro lato, i titoli delle catene di negozi di abbigliamento che si rivolgono a una clientela più popolare come Kohl's e Gap, che hanno avuto maggiori difficoltà a difendere i propri margini di profitto, sono scambiati a sconto rispetto al fair value. Le aspettative a breve termine per molte di queste società sono basse, ma gli analisti di Morningstar ritengono che gli investitori stiano sottovalutando il potenziale miglioramento dei loro conti.
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