In una fase dei mercati come quella attuale, caratterizzata da elevata incertezza in termini di economia a rischio recessione, inflazione elevata e, quindi, consumi in rallentamento, gli investitori dimostrano di avere particolare attenzione ai titoli del settore lusso. Soprattutto per i nomi più importanti. Piace infatti la loro capacità di mantenere margini elevati grazie alla resistenza della domanda dei clienti per i loro prodotti esclusivi. Questa benevolenza del mercato è ancora più evidente nelle ultime settimane, grazie ai forti dati sugli utili nel primo trimestre del 2023 comunicati da alcune grosse aziende del settore, a cominciare dal leader mondiale Lvmh, ma anche da alcune importanti società italiane quotate.
“I margini dei marchi più importanti rimangono elevati, a testimonianza della resistenza della domanda per i loro prodotti durevoli e della forza dei loro modelli operativi e finanziari", ha spiegato Rebecca Irwin, portfolio manager del fondo PGIM Jennison Global Equity Opportunities Fund. Per l'esperta i marchi più forti sono protetti da ampi ''economic moat'' (vantaggio competitivo che permette alle aziende di produrre ritorni sul capitale investito superiori ai concorrenti per lunghi periodi di tempo), in quanto non è facile per i competitor sfidare le tradizioni che sono alla base del fascino di molti dei prodotti di lusso più importanti. In sostanza, i top brand del lusso beneficiano di un forte potere di determinazione dei prezzi. Anche se la fiducia dei consumatori è calata, gli aumenti significativi dei prezzi dei prodotti iconici del lusso non hanno avuto un effetto importante sulla domanda", ha concluso Irwin.
"I consumatori cinesi hanno ripreso a crescere e il settore del lusso è uno dei principali beneficiari”, ha confermato Axelle Pinon, membro dell''Investment Committee di Carmignac. “La fine della politica del zero-Covid ha costituito una forte spinta per Lvmh e Hermes, che di recente hanno registrato ottimi risultati. Per queste aziende, i consumatori cinesi stanno compensando i primi segnali di rallentamento degli Stati Uniti".
"Dopo un 2022 difficile, abbiamo assistito ad un bel recupero nei primi mesi del 2023, sostenuto da una combinazione di fattori". Lo ha affermato Franz Weis, portfolio manager di Comgest, commentando la ripresa dei settori del lusso e dell'healthcare da inizio d''anno. Weis sottolinea come il rallentamento dell'inflazione, e il conseguente allentamento delle pressioni sulla catena di approvigionamento, possano lasciar "ben sperare anche per il futuro andamento dei tassi d'interesse".
Brillano i conti di Lvmh
E sono stati proprio i numeri diffusi da Lvmh, che ha oltre 60 marchi di lusso sotto il suo ombrello, a confermare questa forza. Il peso massimo del settore lusso ha messo a segno una crescita del 17% del fatturato su base organica nel primo trimestre di quest’anno, totalizzando 21 miliardi. E il mercato ha subito dimostrato tutto il suo apprezzamento, con una fase di rialzo che ha portato nella ultima settimana di aprile la capitalizzazione a superare la soglia dei 500 miliardi di dollari. Per un'azienda europea si tratta della più grande valutazione mai registrata e della prima volta in cui la capitalizzazione supera la soglia dei 500 miliardi di dollari.
Non tutti i big del settore hanno saputo beneficiare della forza antirecessione del lusso. Kering, a cui far riferimento il marchio Gucci, ha sofferto a Parigi, dopo aver comunicato che le sue vendite sono aumentate di appena l'1% a 5,08 miliardi nel primo trimestre 2023. Ma, come spiegano gli esperti di Websim, la notizia è “company specific,”, cioè non è legata alla debolezza del settore ma specifica di questa azienda.
L’Italia al top
E i big del lusso italiani? Moncler sta mostrando di beneficiare del buon momento del settore. Morgan Stanley ha alzato da 63 a 69 euro il prezzo obiettivo sul titolo, con conferma del rating equalweight. "Il feedback locale in Cina suggerisce che la ripresa nella spesa in beni di lusso è sulla giusta strada", hanno sottolineato gli analisti, che hanno aumentato le stime di crescita per il marchio Moncler alla luce del "momentum solido del brand" registrato in Cina. Le previsioni su Moncler sono state alzate sul fatturato dello 0,9% per il 2023, dell'1,4% per il 2024 e del 2,1% per il 2025. Per l'utile netto, le attese vengono aumentate del 2,5% sull''anno in corso e il successivo e del 3,6% sul 2025.
Non va dimenticato che già i ricavi del primo trimestre del 2023 di Moncler hanno battute le attese. In particolare, il fatturato prima del contributo di Stone Island è stato pari a 604,9 milioni di euro, in aumento del 27,8% annuo. Partendo da questi numeri e dalle indicazioni del management gli analisti di Websim hanno alzato le previsioni sui ricavi 2023 del 2,1% grazie a un contributo retail più forte del marchio Moncler parzialmente compensato dalla riduzione dei ricavi wholesale del marchio e ipotizzando una crescita del fatturato più graduale per Stone Island. “Confermiamo la nostra visione Interessante – concludono gli esperti - poiché riteniamo che Moncler abbia un grande potenziale per beneficiare della ripresa dei consumi tra i clienti cinesi. Anche alla luce del recente re-rating del settore lusso, stiamo aumentando l'ipotesi di crescita a lungo termine dal 3,5% al 4,0% nel nostro modello DCF, portando il nostro target price a 75 euro”. E non è tutto. Per gli analisti, Moncler è nella posizione di valutare nuove opzioni di M&A.
Segnali molto positivi sono arrivati dalla società Brunello Cucinelli che ha confermato la guidance di una crescita dei ricavi intorno al 15% su base annua nel 2023 e del 10% circa nel 2024. "Il primo trimestre di quest''anno", ha spiegato in una nota il presidente esecutivo e direttore creativo Brunello Cucinelli, "si è chiuso con dei risultati eccellenti. Non vi è dubbio che stiamo raccogliendo i frutti positivi del tempo felice che vive il nostro brand sia per lo stile che rappresenta e forse per il modo di condividere le idee con tutti i nostri interlocutori. Riguardo alla nostra fascia di mercato del lusso assoluto, alla quale apparteniamo, seguitiamo ad avere una visione molto positiva per l'intero anno a venire". Il gruppo continua a considerare molto concreta per il 2024 una crescita dei ricavi nell'ordine del 10% circa.
Ma non è facile per tutti brillare
Qualche incertezza sta invece interessando il gruppo del lusso Salvatore Ferragamo, controllato dalla holding della famiglia Ferragamo. Nel primo trimestre le vendite sono diminuite del 6,5% a tassi di cambio costanti, a causa del rallentamento nel mercato statunitense. Gli analisti hanno affermato che è troppo presto per giudicare gli sforzi compiuti per rilanciare il marchio sotto la guida dell’amministratore delegato, Marco Gobbetti, arrivato l’anno scorso, e del nuovo stilista Maximilian Davis. Sul titolo JPMorgan ha confermato la raccomandazione underweight e il prezzo obiettivo a 14 euro. I ricavi del primo trimestre 2023 sono stati in linea con le attese degli analisti, che evidenziano la debolezza della performance del gruppo in un contesto in cui, invece, il settore del lusso sta battendo le stime e sta vivendo "un momentum molto forte".
Il lusso che corre
Anche Ferrari si è mossa nei primi quattro mesi dell’anno in linea con la forza del settore del lusso, arrivando a posizionarsi sui massimi della storia. Tuttavia, il titolo può apparire caro secondo alcuni analisti, per i quali ai prezzi di questo periodo, il multiplo Price/Earning (P/E) sul 2024 di Ferrari è di poco superiore a quaranta, circa il 10% oltre la media degli ultimi cinque anni calcolata dagli analisti di Intermonte, che hanno su Ferrari la raccomandazione Neutral, con target price a 253 euro.
La spinta della nautica più esclusiva
Sul listino italiano anche i titoli della nautica di lusso hanno mostrato una forte vivacità. The Italian Sea Group, operatore globale della nautica di lusso, ha confermato il piano di sviluppo commerciale internazionale con la consegna del primo Tecnomar for Lamborghini 63 a Dubai, negli Emirati Arabi. "Siamo molto orgogliosi del successo che Tecnomar for Lamborghini 63 sta riscuotendo negli Emirati Arabi Uniti, un'area che offre interessanti opportunità di crescita per tutti i brand del gruppo in linea con la nostra strategia di sviluppo internazionale", ha commentato Giovanni Costantino, founder & Ceo di The Italian Sea Group. Positive anche le indicazioni da parte dei conti di alcuni titoli di capitalizzazione più contenuta, ma sempre ben rappresentati del settore luxury, come Bellini Nautica.
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