SFDR: il 57% degli asset in fondi aperti è sostenibile

Dopo l’ondata di downgrade nel 2022, il primo trimestre dell’anno ha visto tante “promozioni” di fondi Articolo 6. I flussi premiano le strategie Articolo 8, mentre crollano i nuovi lanci.

Hortense Bioy, CFA 10/05/2023 | 09:29
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SFDR

A poco più di due anni dall'entrata in vigore della SFDR – il regolamento dell’Unione Europea sulla finanza sostenibile -  l’universo dei fondi classificati come “light green” (Articolo 8) o “dark green” (Articolo 9) continua a evolversi tra le persistenti preoccupazioni di greenwashing e l'incertezza normativa.

Il primo trimestre del 2023 è stato caratterizzato dall'implementazione delle norme tecniche di regolamentazione (RTS) del livello 2 della SFDR, che consiste nell’adozione di standard regolamentari che richiedono ai gestori patrimoniali di divulgare maggiori informazioni sugli approcci ambientali, sociali e di governance dei loro fondi, oltre a fornire i rischi e l'impatto della sostenibilità nei documenti precontrattuali e nelle relazioni periodiche.

La grande riclassificazione

In vista di questo aggiornamento e in seguito alle nuove indicazioni normative, i gestori hanno dovuto rivedere la classificazione dei loro fondi e hanno declassato nel quarto trimestre 2022 oltre 300 comparti da Articolo 9 ad Articolo 8.  

Nel primo trimestre del 2023, invece, a farla da padrone sono state le “promozioni” da Articolo 6 ad Articolo 8 (263) o anche direttamente da Articolo 6 ad Articolo 9 (due casi).  I gestori patrimoniali hanno infatti continuato ad aggiornare i fondi migliorando i processi di integrazione ESG, aggiungendo criteri ESG vincolanti (compresi gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio) o in alcuni casi, modificando completamente il mandato della strategia.

Secondo i dati di Morningstar, poi, nel primo trimestre 2023, sono stati solo 14 i declassamenti da Articolo 9 ad Articolo 8, mentre sono stati 7 i passaggi da Articolo 8 ad Articolo 6.

Il 57% degli asset è sostenibile

Tenendo conto dei declassamenti e delle “promozioni”, i fondi Articolo 8 hanno visto crescere ulteriormente la loro quota di mercato fino al 53,8% a fine marzo. La quota dei prodotti classificati come Articolo 9 è rimasta pressoché invariata al 3,2%, mentre il loro patrimonio si è ridotto dell'1,5% negli ultimi tre mesi, raggiungendo i 277 miliardi di euro.

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Misurata in base al numero di fondi, invece, la quota di mercato combinata dei prodotti Articolo 8 e Articolo 9 è balzata al 44,3%. Il numero di fondi Articolo 9 è salito a 887, pari a una quota di mercato del 3,6%, dal 3,2% di fine dicembre 2022. Nel frattempo, la categoria Articolo 8 è cresciuta costantemente fino a raggiungere i 9.934 fondi a fine marzo, espandendo la sua quota di mercato al 40,7%.

La raccolta

Il buon momento dei fondi Articolo 8 è continuato nel primo trimestre del 2023, con una raccolta netta di 25,4 miliardi di euro, nonostante le continue pressioni macroeconomiche, tra cui l'aumento dei tassi di interesse, l'inflazione e l'incombente recessione. Questo dato è più che doppio rispetto all'afflusso di 12,2 miliardi di euro del trimestre precedente.

Nel frattempo, i fondi Articolo 9 hanno attratto solo 4 miliardi di euro di capitali freschi nel primo trimestre, un terzo in meno rispetto ai 6,2 miliardi del trimestre precedente e il più basso afflusso per  questo gruppo dall'introduzione della SFDR a marzo.

Questo sostanziale crollo dei flussi è in gran parte attribuito all'elevato numero di fondi che si sono riclassificati in seguito ai chiarimenti dell'ESMA sulle domande e risposte della Commissione europea del giugno 2021. L'ESMA ha specificato che i fondi che forniscono informazioni ai sensi dell'articolo 9 devono detenere solo investimenti sostenibili, ad eccezione della liquidità e delle attività utilizzate a fini di copertura.

I prodotti Articolo 6, dal canto loro, hanno iniziato l'anno con un afflusso netto di 24,8 miliardi di euro, ponendo fine a tre trimestri consecutivi di deflussi.

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Nuovi lanci, il mercato prende fiato

Dopo la forte attività di sviluppo dei prodotti durante l'intero anno scorso, il numero di nuovi fondi Articolo 8 e Articolo 9 nei primi tre mesi del 2023 è sceso bruscamente al minimo storico di 145, rispetto ai 260 del quarto trimestre del 2022.

Anche se il numero del primo trimestre 2023 sarà probabilmente rielaborato nelle prossime analisi, man mano che raccogliamo tutti i dati, ci aspettiamo che rimanga al di sotto della tendenza storica.

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Il calo dei nuovi prodotti può essere in parte attribuito al sentiment generale del mercato, smorzato dal difficile contesto macroeconomico di inflazione elevata e possibile recessione, dato che anche i lanci di fondi Articolo 6 sono stati inferiori nel primo trimestre rispetto a quelli precedenti. Altri fattori che potrebbero contribuire al rallentamento dell'attività di sviluppo dei prodotti sostenibili sono le accuse di greenwashing e il contesto normativo in continua evoluzione.

Il chiarimento dell'ESMA dell’estate scorsa che ha indotto molti asset manager a declassare diversi fondi, ha anche creato un clima di attesa di ulteriori indicazioni sulla classificazione dei fondi e su come interpretare la definizione di “investimento sostenibile” fornita dalla normativa SFDR.

Tuttavia, nel primo trimestre del 2023, i nuovi fondi Articolo 8 e Articolo 9 hanno rappresentato ancora quasi la metà del numero totale di fondi lanciati nell’UE.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Hortense Bioy, CFA

Hortense Bioy, CFA  è responsabile della ricerca sulle strategie passive e sostenibili in Europa per Morningstar

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