La diffusione dei conti relativi al primo trimestre del 2023 ha impattato positivamente a caldo sulle quotazioni di Bper (BPE) - la Banca Popolare dell’Emilia Romagna che giusto alcuni mesi fa ha incorporato Banca Cesare Ponti -, portando una ventata di ottimismo presso investitori e analisti. Una positività che è subito trapelata dai vertici della banca col cuore in Emilia nel momento in cui hanno presentato i risultati economici sui primi tre mesi dell’anno. Il management ha infatti condiviso la propria fiducia nel poter raggiungere in anticipo i target del piano industriale dopo aver archiviato un primo trimestre con un utile netto più che raddoppiato a 290,7 milioni, battendo il consensus delle previsioni degli analisti attestato intorno ai 225 milioni.
L’ottimismo dell’Ad Pietro Luigi Montani
Il messaggio di ottimismo è arrivato direttamente dall’amministratore delegato, Piero Luigi Montani che ha accompagnato la diffusione dei conti affermando: "Consapevoli delle incertezze di un complesso quadro macroeconomico, affrontiamo il resto dell'anno in corso con fiducia, convinti che riusciremo a consolidare i livelli di redditività finora conseguiti a beneficio di tutti gli stakeholders, anticipando la traiettoria di crescita ipotizzata lo scorso anno nel Piano Industriale 2022-2025".
D’altra parte, i numeri gli danno senza dubbio ragione. Il margine di interesse ha raggiunto quota 726 milioni, con un aumento del 92,9%. In parallelo, è migliorata la qualità del credito: l’indice Npe (Non performing exposure) ratio lordo, che mette in rapporto il totale dei crediti deteriorati e l'intero stock dei crediti erogati dalla banca, è risultato pari al 2,9%, in diminuzione dal 3,2% di fine 2022. Non solo. Il Common equity Tier 1 (CET1) ratio “fully phased”, indicatore che fotografa la robustezza del patrimonio di un istituto bancario, è pari al 13,3% in evidente rafforzamento dal 12,0% di dicembre 2022, e ben sopra all’attuale requisito minimo europeo Srep (Supervisory Review and Evaluation Process) dell’8,5%, così come la posizione di liquidità che presenta indici regolamentari ben oltre le soglie minime previste.
Conti trimestrali con gli “ingredienti giusti”
Come spesso accade quando i conti superano le attese, gli analisti hanno subito inglobato nei loro modelli di valutazione e previsione i nuovi numeri. Il risultato è stato un insieme di nuove indicazioni incoraggianti. Gli analisti di Mediobanca Securities hanno commentato i conti del primo trimestre 2023 di Bper evidenziando il fatto che hanno "tutti gli ingredienti giusti" e che alle quotazioni attuali di Borsa il titolo risulta sottovalutato. Coerentemente, hanno alzato il prezzo obiettivo da 3,2 a 3,5 euro, confermando la raccomandazione outperform.
Hanno confermato il giudizio buy sia gli esperti di Jefferies sia quelli di Ubs. I primi però assegnano al titolo un prezzo obiettivo particolarmente elevato, pari a 4,1 euro, mentre i secondi lo vedono a 3,2. Per Jefferies, in particolare, i risultati sono decisamente forti, in presenza di un utile pre-accantonamenti del 30% al di sopra delle loro attese e del 40% oltre il consenso. Con questi numeri, gli analisti sottolineano come la guidance su tutto il 2023 sia ora alzata e l’obiettivo di net interest income sia da loro aumentato del 14%.
In attesa di una revisione della politica dei dividendi
Un approccio più cauto, anche se sempre positivo, è stato invece tenuto da Equita sim, che sul titolo ha espresso una raccomandazione “hold in ottica relativa”, pur affermando di vedere un upside potenziale sui prezzi di mercato. Posizione che si concretizza in un target price alzato del 6% a 3,7 euro.
Nel loro commento ai numeri trimestrali, gli analisti hanno voluto sottolineare che durante la call di presentazione della trimestrale è stato indicato che al momento non è allo studio una revisione della politica dei dividendi, attualmente posizionata su un payout al 50%, e che eventuali valutazioni verranno fatte a fine anno una volta che l'evoluzione dello scenario macro sia più chiara.
“La guidance 2023, soprattutto lato Net interest income, ci sembra eccessivamente prudente - hanno scritto tra le altre cose gli analisti -. Alziamo quindi le stime 2023 del 21%, principalmente per riflettere un maggiore Nii (a 2,7 miliardi, il 9% sopra la guidance della società), fee più alte e un più basso Cost of risk. Riconosciamo come il titolo tratti a valutazioni compresse, con un multiplo prezzo/capitale tangibile atteso per il prossimo anno, il 2024E P/TE, in area 0.4x e un dividend yield maggiore del 10%”.
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