L'inflazione dell'Italia è stata rivista lievemente al ribasso per aprile ma mostra comunque un'accelerazione rispetto al mese precedente, come reso noto dall'Istat martedì.
I prezzi al consumo in Italia sono aumentati dell'8,2% su base annua ad aprile dopo essere saliti del 7,6% a marzo. Inizialmente, l'Istat aveva previsto che l'inflazione fosse dell'8,3% ad aprile.
L'accelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, all'aumento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e, in misura minore, a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi vari. Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi degli energetici regolamentati e dal rallentamento di quelli degli alimentari lavorati, degli alimentari non lavorati, dei servizi relativi all'abitazione e dei servizi relativi ai trasporti.
L'inflazione mensile è stata rivista allo 0,4% - in linea col dato del mese precedente - dall'iniziale 0,5%.
L'inflazione armonizzata - calcolata con parametri comunitari - è accelerata all'8,7% su base annua ad aprile dopo essere stata dell'8,1% a marzo e contro le stime iniziali dell'8,8% mentre, su base mensile, i prezzi al consumo armonizzati sono saliti dello 0,9% dopo essere aumentati dello 0,8% il mese prima e contro la stima flash dell'1,0%.
L'inflazione core - al netto degli energetici e degli alimentari freschi - frena al 6,2% dal 6,3% del mese precedente e quella al netto dei soli beni energetici rallenta al 6,3% dal 6,4% del mese prima e della stima iniziale.
L'inflazione acquisita per il 2023 è pari al 5,3% per l'indice generale e al 4,5% per la componente di fondo.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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