Se le più grandi aziende italiane quotate a Piazza Affari (indice FTSE Mib) proseguissero lungo l’attuale traiettoria di transizione low carbon e l’intera economia globale si muovesse nella stessa direzione, non saremmo in grado di azzerare le emissioni nette entro il 2050, come previsto dagli Accordi di Parigi (COP21).
Usando il nuovo Morningstar Sustainalytics Low Carbon Transition Rating, abbiamo analizzato i titoli che compongono l’indice principale di Borsa Italiana, il FTSE Mib e abbiamo visto che senza chiari piani di transizione e solide politiche di governance, la temperatura del globo crescerebbe di 2,95 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali, mentre gli Accordi di Parigi prevedono di limitare l'aumento della ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per contenere l’incremento a 1,5 °C.
Cosa misura il Low Carbon Transition Rating
Il Low Carbon Transition Rating fornisce agli investitori una valutazione science-based e prospettica dell’allineamento di una società alla traiettoria di azzeramento delle emissioni entro il 2050.
Gli analisti di Morningstar Sustainalytics valutano ogni segmento della catena del valore dell’emittente. In particolare:
- Emissioni Scope 1, ossia quelle derivanti da operazioni proprie dell’azienda
- Emissioni Scope 2, ossia quelle derivanti dall’uso dell’elettricità
- Emissioni Scope 3 (upstream e downstream), ossia quelle della catena del valore a monte e a valle dell’impresa.
I ricercatori calcolano il grado di esposizione alle emissioni di CO2 per ciascuna azienda, guardando al suo trend storico, quindi verificano cosa sta facendo il management per gestire queste emissioni (i piani per la transizione low carbon e la preparazione al cambiamento).
Dalla combinazione di questi due elementi (esposizione e gestione) nasce il Low Carbon Transition Rating. Il giudizio è espresso in due modi:
- Aumento implicito della temperatura (gradi centigradi)
- Grado di allineamento: in una scala che va da “allineato” (1,5 °C) a “severamente disallineato” (sopra i 4 °C).
Esempio di Low Carbon Transition Rating
Quando i ricercatori valutano l'esposizione di un'azienda ai rischi low carbon, sono interessati al potenziale impatto delle sue attuali emissioni in relazione al suo carbon budget, che dipende dal settore e dall’area geografica in cui opera, oltre che dalla quota relativa delle sue emissioni sul totale. Alcune aziende hanno un'esposizione intrinsecamente maggiore al rischio carbonio per il tipo di attività, mentre alcuni tipi di operazioni (ad esempio le società del carbone) semplicemente non sono compatibili con uno scenario Net Zero.
Il settore di appartenenza è rilevante anche nella valutazione delle politiche di gestione della transizione low carbon. Ad esempio, un indicatore importante per le banche è la quota di prestiti destinata a investimenti green; mentre per le compagnie petrolifere un dato di rilievo riguarda i programmi per la gestione del metano.
Nessuna società italiana ha solide strategie di transizione
L’analisi di Morningstar Sustainalytics rivela che ad oggi nessuna impresa italiana (indice FTSE Mib) ha in atto politiche low carbon che permetterebbero di raggiungere lo scenario Net Zero. Abbiamo anche comparato l’Italia con l’Europa, usando l’indice Eurostoxx50, e abbiamo visto che il risultato è ancora peggiore: la temperatura globale aumenterebbe di 3 gradi all’attuale ritmo di decarbonizzazione.
Facciamo un esempio concreto. Se l’economia globale avesse una traiettoria di azzeramento delle emissioni simile a quella che sta portando avanti attualmente la casa automobilistica, Ferrari (RACE), la temperatura crescerebbe di 5,4 °C (dati al 10 maggio). La società, che è la peggiore dell’indice FTSE Mib, risulta, infatti, “severamente disallineata” rispetto all’obiettivo Net Zero.
Altre cinque aziende italiane sono severamente disallineate: Telecom Italia, Diasorin, Italgas, Davide Campari, and Snam (vedi tabella).
Dal lato opposto, la meglio posizionata è STMicroelectronics(STMMI). La temperatura crescerebbe di 1,8 °C se l’economia globale si comportasse come la società di semiconduttori italo-francese. Uno scenario migliore, ma comunque non allineato all’obiettivo Net Zero. Alcune altre imprese sono “moderatamente disallineate”: Poste Italiane, Terna, Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo e Prysmian (vedi tabella).
Guardare oltre i proclami Net Zero
“Gli investitori che desiderano azzerare le emissioni nei loro portafogli devono guardare oltre quello che le imprese dichiarano in termini di impegni, piani e obiettivi”, spiega Pustav Joshi, associate director of Climate solutions di Morningstar Sustainalytics. “Quando valutano l’allineamento delle società allo scenario di 1,5 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali, devono dare maggiore peso alle azioni e alle pratiche di gestione che stanno implementando”.
“Al momento, secondo i nostri dati, soltanto il 25% delle aziende quotate in tutto il mondo si è prefissato obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2”, dice Camilla Bossi, associate director di Morningstar Sustainalytics in Italia.
Molte imprese che stabiliscono dei target Net Zero seguono le linee guida della Science Based Target Initiative (STBi), l’iniziativa nata nel 2015 per aiutarle a fissare obiettivi sul clima “basati sulla scienza”. Le prime analisi di Morningstar Sustainalytics su un campione di aziende globali mostra che solo il 15-20% di quelle che hanno fissato l’obiettivo di 1,5 gradi basandosi sul SBTi ha delle strutture di governance che permetterebbero di raggiungere tale target.
L’analisi ha riguardato i titoli appartenenti al FTSE Mib. Morningstar Sustainalytics ha già calcolato il Low Carbon Transition Rating per 33 su 40 società, per altre due la ricerca è in corso e per cinque non dispone di dati sufficienti. Tutti i dati sono al 10 maggio 2023. A livello globale, Morningstar Sustainalytics copre circa 5 mila aziende, che diventeranno 8 mila entro fine anno.
Per maggiori informazioni sul Low Carbon Transition Rating, clicca qui.
Cosa significa Net Zero?
Come riportato sul sito delle Nazioni Unite, Net Zero significa ridurre le emissioni di gas serra il più vicino possibile allo zero, con eventuali emissioni rimanenti riassorbite dall'atmosfera, ad esempio dagli oceani e dalle foreste. Per un approfondimento sulle tecnologie per catturare il carbonio, clicca qui.
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