I mercati asiatici continuano a sottoperformare i listini globali. Da inizio anno si è confermata la tendenza che dura ormai da 12 mesi e che vede la regione indietro rispetto ai mercati azionari globali. L’indice Morningstar Asia ha chiuso leggermente sotto la parità a fine aprile, cedendo lo 0,3% (in euro), contro il +4,07% realizzato dal Morningstar Global Markets. Il bilancio degli ultimi 12 mesi dice che il divario tra le due regioni resta sostanzialmente immutato, con le Borse asiatiche che hanno ceduto mediamente l’8,5% contro il -4,7% del benchmark (in euro al 30/04/2023).
Volendo analizzare i fattori che hanno inciso sul rendimento della regione da inizio anno, possiamo dire che a livello settoriale le Borse asiatiche hanno pagato, rispetto al benchmark, un leggero sottopeso del comparto tecnologia, che invece ha guadagnato quasi l’11% nel periodo preso in considerazione, e la cattiva intonazione dei titoli real estate e di quelli finanziari. Questi ultimi due pesano complessivamente per il 20% della capitalizzazione di mercato dell’indice Morningstar Asia e hanno ceduto rispettivamente il 4% e l’1,8%. Significativo, in negativo, è stato anche il peso avuto dai settori beni di consumo ciclici e difensivi che da inizio anno hanno perso il 3% e l’1,8%. Il comparto che ha registrato la performance peggiore è stato quello utility (-9,9 rispettivamente %), anche se il suo peso sulla capitalizzazione di mercato dell’indice è di circa il 2%.
Relativamente all’impatto degli indici azionari dei singoli paesi, i listini di Cina e India, che complessivamente pesano per oltre il 30% della market cap del benchmark Morningstar Asia, hanno ceduto rispettivamente il 3,9% e il 4,38%. Dall’altra parte, i guadagni realizzati dalla Borse di Giappone, Taiwan e Corea del Sud, che invece rappresentano circa il 60% della capitalizzazione di mercato dell’indice, hanno permesso alla regione di chiudere i primi quattro mesi dell’anno appena sotto la parità.
Il bilancio degli ultimi 12 mesi (al 30/04/2023) conferma l’esistenza di tendenze ormai consolidate, come le difficoltà del settore utility, ancora il peggiore con un passivo del 16%, e di quello consumer cyclical (-8,29%), mentre i tecnologici mantengono un passivo negli ultimi 12 mesi del 10% nonostante da inizio anno abbiano guadagnato il 9,9%. L’unico settore ad essere riuscito a stare attorno alla parità nelle 52 settimane di Borsa prese in considerazione è stato quello manifatturiero (+0,09%).
Cosa aspettarci nei prossimi trimestri?
Il cattivo contesto macroeconomico e l’incertezza prodotta dalla prolungata guerra in Ucraina, dicono gli analisti di Morningstar, continueranno a pesare sulla fiducia degli investitori nel breve termine. “Il rischio di una recessione negli Stati Uniti è elevato, anche se il periodo di contrazione dell’economia dovrebbe essere di breve durata. Tuttavia, il rallentamento del ciclico economico sembra essere già prezzato nelle attuali valutazioni di mercato e ci aspettiamo che l’aumento della spesa e degli investimenti in Cina possano contribuire a mitigare il calo del business delle società asiatiche negli Stati Uniti”, dice Lorraine Tan, Head of Equity Research Asia
C’è poi la questione Covid: il professor Zhong Nanshan, uno degli esperti del governo cinese in materia di malattie respiratorie, ha dichiarato che si aspetta un nuovo picco dei contagi a fine giugno, a quota 65 milioni di casi a settimana. Gli analisti sottolineano come l’ammorbidimento delle restrizioni governative sia arrivato in anticipo rispetto a quanto preventivato, ma un possibile riacutizzarsi della pandemia potrebbe costringere la Cina a imporre nuove restrizioni.
La buona notizia per chi vuole prendere posizione sulla regione in ottica di lungo periodo è che il mercato asiatico è scambiato a prezzi interessanti. Le valutazioni più convenienti si trovano sui listini cinesi, dove l’equity è scontato del 30% rispetto al fair value (calcolato in base ai prezzi di chiusura del 23/05/2023). L’azionario giapponese, che pesa per il 38% sulla capitalizzazione di mercato dell’indice Morningstar Asia, mostra un rapporto Prezzo/Fair value di 0,91%, mentre quello indiano è scontato solo del 5%. La raccomandazione degli analisti di Morningstar, specie in un contesto di incertezza come quello attuale, resta quella di essere selettivi nelle scelte preferendo quelle società con un Moat ampio e che sono fortemente scontate sul mercato.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.