Banche e assicurazioni coinvolte nel caso Eurovita continuano a lavorare al piano che prevede lo spezzatino della compagnia controllata dal fondo inglese Cinven mentre l'IVASS aspetta il progetto definitivo e potrebbe allungare di uno o due mesi il blocco dei riscatti.
Le indiscrezioni di un prolungamento sono sempre più insistenti e non è una buona notizia per i 350.000 risparmiatori che sono rimasti intrappolati nella crisi di Eurovita, tradita dal crollo di alcune obbligazioni sottostanti e in particolare dai titoli francesi che sono nei portafogli e sono in pesante minusvalenza.
L'IVASS ha concesso a Eurovita, i cui azionisti inglesi non hanno ricapitalizzato a sufficienza la compagnia, un congelamento dei riscatti al 31 luglio e questo è oggi il termine che vale anche per il piano di salvataggio, affidato al coordinamento del commissario straordinario, Alessandro Santoliquido, che il 9 giugno incontrerà i rappresentanti delle associazioni dei consumatori.
Nonostante non avessero legami diversi da quelli commerciali, le principali banche che hanno venduto le polizze si sono immediatamente messe intorno a un tavolo per trovare una soluzione. Nella settimana che si sta concludendo i maggiori istituti coinvolti - Intesa Sanpaolo, Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse - hanno messo a punto lo schema del salvataggio insieme ai rappresentanti di Cassa di risparmio di Volterra, Popolare di Bari, Banca Profilo, Gruppo Iccrea e Cassa Centrale, a cui fanno riferimento varie BCC coinvolte.
Lo schema prevede un frazionamento di Eurovita in cinque rami di azienda, che verrebbero girati a Generali, Poste Vita, Intesa Vita, Unipol e Allianz, pronte a rilevare il portafoglio dividendoselo in parti uguali.
Le banche si dovrebbero fare carico dei prevedibili riscatti dei clienti, che nessuno sa immaginare quanti saranno ma potrebbero non essere pochi, anticipando la liquidità necessaria ai rimborsi delle polizze. In cambio, le banche riceverebbero i titoli sottostanti ai vari contratti assicurativi (oggi in buona parte in perdita) e li gestirebbero con la dovuta pazienza.
Ora, secondo quanto riporta oggi il Sole 24 Ore, il pallino starebbe in mano alle assicurazioni, che dovrebbero limare l'accordo con le banche entro fine mese. Dopodiché, ogni attore coinvolto nel salvataggio di sistema dovrà comunque portare l'operazione all'approvazione del proprio consiglio di amministrazione e così si arriverà alla fine di giugno.
Insomma, da un lato la situazione si è sbloccata, dall'altro i tempi sono stretti. Il che rischia di mettere in imbarazzo il commissario Santoliquido e di far spazientire i risparmiatori, al centro di una vicenda che finora è rimasta confinata nelle cronache finanziarie ma potrebbe esplodere da un giorno all'altro per l'alto numero di cittadini coinvolti.
Ormai è dato per scontato che ci sarà appunto un allungamento del blocco dei riscatti di uno o due mesi. Tuttavia, la proroga verrebbe vincolata dall'IVASS alla presentazione di un piano di salvataggio già abbastanza dettagliato e "garantista", che farebbe digerire ai risparmiatori la brutta notizia.
Nell'incontro del 7 giugno con il commissario, le associazioni, a cominciare da Adiconsum e Federconsumatori, chiederanno di conoscere in dettaglio la composizione delle gestioni separate di Eurovita per valutarne pericolosità e possibili perdite.
Sul tavolo c'è anche una proposta della First CISL, avanzata dieci giorni fa, che chiede in sostanza un fondo di garanzia, sul modello bancario del FITD, con vincolo di solidarietà tra le compagnie assicurative per le polizze. Anche altre associazioni si sono già dette favorevoli, per evitare nuovi casi Eurovita in futuro.
A salvataggio ultimato, bisognerà anche ragionare sul modello di alcune polizze. Le organizzazioni dei consumatori ritengono che la vendita di titoli di Stato italiani, francesi e tedeschi, in epoca di tassi alti, sia avvenuta guardando più agli interessi degli azionisti che dei clienti e che su alcuni meccanismi sia necessario intervenire.
Mentre per Assoutenti, "l'integrazione di IVASS in Banca d'Italia ha indebolito la vigilanza e il controllo dei due settori, senza creare sinergie positive per assicurati, correntisti e imprese". In realtà, se andrà in porto, lo schema misto banche-assicurazioni di salvataggio di Eurovita sembrerebbe provare esattamente il contrario.
Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist
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