Giovedì la quotazione del Brent si è stabilizzata in area USD76 al barile dopo aver affrontato una maggiore volatilità all'inizio della settimana, con gli operatori che hanno soppesato la prospettiva di un'offerta più ridotta rispetto alle preoccupazioni sull'indebolimento della domanda globale.
L'Arabia Saudita - il più grande esportatore mondiale di petrolio - ha annunciato durante il fine settimana la sua intenzione di ridurre la produzione di 1 milione di barili al giorno a 9 milioni di barili al giorno a luglio, il livello più basso degli ultimi anni nel tentativo di sostenere i prezzi.
L'ultimo rapporto EIA ha anche mostrato che le scorte di greggio degli Stati Uniti sono diminuite di 451.000 barili la scorsa settimana, contro le aspettative per un aumento di 1,022 milioni di barili.
Nel frattempo, le recenti preoccupazioni per il rallentamento dell'economia cinese e le potenziali recessioni negli Stati Uniti e in Europa hanno messo sotto pressione i mercati petroliferi.
Gli investitori si sono anche preoccupati della prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi d'interesse da parte delle principali banche centrali, che potrebbero avere un impatto negativo sulla domanda complessiva.
Il WTI, invece, si tiene su quota USD73,00 al barile.
Di Maurizio Carta, Alliance News reporter
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