Telefoni, reti, internet e tv. Il futuro delle telecomunicazioni in Italia ha uno snodo tutto francese che porta il nome di Vivendi, grande azionista di MFE e TIM. Dopo la morte di Silvio Berlusconi, il panorama non solo televisivo è destinato a cambiare e Piazza Affari continua a scommettere su un riassetto generale. Da valutare anche il ruolo del governo, che ha a disposizione il Golden power su tutti i dossier.
Anche oggi i titoli dell'ex Mediaset fanno faville in Borsa. Le MFE classe "A" salgono del 7,2% a EUR0,53 quelle di classe "B" sono in rialzo del 5,6% a EUR0,74. Più compassata Mondadori, che sale dell'1,4% a EUR2 per azione. In forte rialzo a Francoforte anche Prosiebensat, il broadcast tedesco di cui Cologno Monzese ha quasi il 30%, che oggi sale del 3% a EUR8,8.
Ma il vero titolo da tenere d'occhio è Vivendi, che a Parigi cede lo 0,2% a EUR8,12. Ieri il gruppo fondato da Vincent Bolloré si è unito al cordoglio generale per la scomparsa di Berlusconi.
"Il suo fascino e la sua energia rimarranno nella memoria di tutti", si legge in una nota di Vivendi, che oggi controlla il 23,6% dei diritti di voto in MFE e il 23,75% di Telecom Italia.
Questi due pacchetti, su cui Vivendi ha accumulato minusvalenze pesanti e che ha dovuto svalutare, sono il frutto delle due scalate tentate dai francesi tra il 2015 e il 2016, poi stoppate in vario modo da Agcom e da varie autorità italiane. Erano i tempi del governo di Matteo Renzi, ma va detto che dopo anche il Pd ha appoggiato la Fininvest nel respingere l'assalto dei francesi.
La pace con Silvio Berlusconi, dopo cinque anni di battaglia giudiziaria, è arrivata due anni fa. Tutte le cause incrociate sono state ritirate. Vivendi ha venduto un 5% a Fininvest che è vicina al 50% e poi si è impegnata a scendere ulteriormente. Solo che l'impegno valeva a un certo livello minimo di prezzo e questo scenario non si è verificato.
Tra dicembre del 2021 e oggi, ovvero in 18 mesi, il titolo MFE "A" è passato da EUR1,09 a EUR0,54. Così Vivendi oggi ha ancora in mano il 23,6% dell'ex Mediaset.
"Innanzitutto, come tutti gli altri soci, banche comprese, Vivendi aspetta che si apra il testamento di Silvio Berlusconi e si capisca come saranno gli equilibri tra i figli di primi letto e quelli di secondo letto", osserva un banchiere d'affari.
A meno di clamorosi ribaltoni, come sarebbe quello di quote divise semplicemente per testa e che metterebbe i tre figli di Veronica Lario in maggioranza, le redini di MFE dovrebbero rimanere in mano a Marina e Piersilvio Berlusconi.
In generale, le posizioni dei cinque eredi sul destino e sull'impegno nelle televisioni, con una transizione di MFE ancora tutta da completare e assai costosa, vedono Piersilvio e Marina determinati a portare avanti la storia di Mediaset, mentre Eleonora, Barbara e Luigi sono descritti come più distaccati e aperti all'opzione di un'eventuale vendita.
Per questo motivo, Vivendi aspetta ed è difficile che faccia la prima mossa. Anche per un motivo politico. La vendita della rete Telecom, necessaria per ridurre il debito dell'ex monopolista telefonico, è di fatto bloccata dal socio francese e questo sta facendo indispettire il governo guidato da Giorgia Meloni.
L'ultima ipotesi in campo è quella di uno spezzatino di Open Fiber, in modo da lasciare a CDP le aree grigie e bianche e a Macquarie quelle nere, a maggiore concorrenza. A Vivendi quest'ipotesi non piace, preferendo la scissione di Telecom e la quotazione in Borsa di due società diverse, una per la rete e una retail. In ogni caso i francesi non hanno chiuso la porta al governo e il dialogo è aperto.
Certo, il progetto iniziale di Vivendi era quello di fondere Telecom e Mediaset, ma questo non appare più praticabile e comunque avrebbe bisogno di un via libera del governo. In generale, però, anche senza proporre fusioni, Vivendi ha la necessità di muoversi con grande prudenza e di evitare in tutti i modi che Palazzo Chigi usi il Golden power in uno dei due tavoli.
Un potere che ha sia sul riassetto Telecom sia su un eventuale riassetto delle televisioni, anche se MFE ha portato la sede in Olanda e quindi tecnicamente è una società estera e non più nazionale.
Tornando al piano europeo di MFE, un'altra ipotesi è che vi sia un'accelerazione sulla nascita del polo continentale della tv digitale e gratuita e che quindi Cologno Monzese aggreghi Prosiebensat. Ipotesi che potrebbe vedere il favore anche di Vivendi.
Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist
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