Perché investire in titoli a bassa volatilità?

Le azioni di questo tipo hanno un profilo di rischio/rendimento migliore e nella maggior parte dei casi si tratta di titoli di alta qualità. Ecco quelle scambiate ai prezzi più convenienti.

Francesco Lavecchia 20/06/2023 | 07:33
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rischio

Investire in titoli a bassa volatilità potrebbe sembrare noioso, ma ha i suoi vantaggi. Non si tratta, infatti, di società dai rally di Borsa entusiasmanti come quello di Nvidia, che da inizio anno è salita di oltre il 180% (in euro al 15 giugno 2023), ma di aziende che indipendentemente dalla fase del ciclo economico, sia essa di espansione o di recessione, continuano a macinare profitti e liquidità. Inoltre, data la natura dei loro modelli di business, queste società hanno risultati economici assai prevedibili e per questa ragione le quotazioni dei loro titoli difficilmente registrano brusche oscillazioni nel corso del tempo. 

Attenzione, la volatilità di un titolo non è sempre un male. “Se non si ha intenzione di vendere, la volatilità non solo non rappresenta un problema, ma può anche essere un’alleata, permettendo di acquistare ulteriori quote di un investimento che rientra nel nostro piano finanziario a un prezzo molto più basso”, spiega Christine Benz responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar.

I vantaggi nell'investire in titoli a bassa volatilità
Ma il vero vantaggio di investire in azioni a bassa volatilità è che nel lungo periodo hanno un profilo rischio-rendimento più elevato, ovvero che a parità di livello di rischio, i titoli che presentano una volatilità più bassa hanno un rendimento maggiore. A supporto di questa tesi ci sono i dati relativi allo Sharpe ratio delle azioni. Se infatti prendiamo l’indice Morningstar Europe Large Mid Cap e classifichiamo le holding che lo compongono in ordine crescente in base alla loro deviazione standard a 3 anni (una misura della volatilità che indica quanto è stata ampia, in un certo arco temporale, la variazione dei rendimenti di un determinato asset), notiamo che il primo decimo percentile dei titoli meno volatili ha uno Sharpe ratio medio due volte più grande di quello registrato dall’ultimo 10%.

Lo Sharpe ratio è un indicatore di performance corretta per il rischio. Esso individua il maggiore (o minore, se negativo) rendimento registrato da un asset rispetto all’investimento privo di rischio, solitamente il Bot, (nella metodologia Morningstar si tratta dell´ Euribor a 1 mese), e lo rapporta al rischio sostenuto che è espresso dalla deviazione standard.

Per gli investitori che volessero inserire nel loro portafoglio azionario dei titoli a bassa volatilità, la buona notizia è che non mancano le azioni scambiate a valutazioni convenienti. Partendo dal ranking delle holding dell’indice Morningstar Europe Large Mid Cap in base al loro Sharpe ratio, abbiamo selezionato i titoli coperti dall’analisi Morningstar e tra quelli con più alto rapporto rischio-rendimento abbiamo individuato quelli maggiormente scontati sul mercato (vedi tabella). Il dato che emerge leggendo questa lista è che si tratta di società che operano in settori difensivi e che, in quattro casi su cinque, hanno un Economic moat nella misura di Ampio, ovvero hanno una forte posizione di vantaggio competitivo che le permette di fronteggiare al meglio non solo la concorrenza, ma anche gli shock esogeni, come ad esempio una pandemia o una crisi economica.

 

 

Le idee di investimento

Unilever
Unilever è leader nell’industria del cibo confezionato e dei prodotti per la cura della persona e ha un business molto ben diversificato sia nelle economie sviluppate che nei paesi emergenti, con questi ultimi che rappresentano il 60% del giro d’affari complessivo. L’azienda può vantare un portafoglio marchi di grande valore (come Algida, CIF, Dove) che le garantisce un pricing power molto elevato, un’estesa rete di distribuzione che le permette di collocare i propri prodotti su ogni mercato ed economie di scala tali da assicurarle un vantaggio di costo nei confronti dei concorrenti. La società è inoltre ben posizionata per beneficiare della crescita economica e dell'aumento dei redditi nei paesi emergenti. Per queste ragioni gli analisti di Morningstar le attribuiscono un Economic moat nella misura di Ampio. Nel primo trimestre del 2023, Unilever ha registrato una crescita delle vendite del 10,5%, superando le guidance del management, e ora gli analisti di Morningstar si aspettano un progresso medio dei ricavi del 3% per i prossimi cinque anni e stimano un fair value pari a 44,30 sterline (report aggiornato al 27 aprile 2023). 

Barry Callebaut
Barry Callebaut non è solo il più grande produttore, ma anche il maggior trasformatore di cioccolato industriale al mondo. Questo permette all’azienda di mantenere un elevato vantaggio di costo rispetto ai competitor che la rende più profittevole rispetto alla media del settore, oltre che un importante partner a cui affidare la produzione di cioccolato in outsourcing. L'outsourcing, dicono gli analisti, è una tendenza di lungo termine che continuerà a essere un fattore trainante per la crescita futura della società insieme allo sviluppo dei mercati emergenti. Attualmente questi Paesi rappresentano il 35% delle vendite complessive e mostrano un tasso di crescita in doppia cifra, a causa del consumo di cioccolato pro-capite ancora basso.

In base alle previsioni di Morningstar, nei prossimi cinque anni le vendite dovrebbero registrare un progresso medio del 5,2%, mentre il margine operativo medio dovrebbe attestarsi attorno all’8%. Al momento il titolo è scambiato a un tasso di sconto di circa il 10% rispetto al fair value di 2.330 franchi svizzeri (report aggiornato al 13 aprile 2023). 

Roche Holiding
Roche (ROG) è una delle più grandi aziende farmaceutiche e diagnostiche al mondo ed è leader di mercato sia nelle biotecnologie che nella diagnostica. L’azienda beneficia di una forte condivisione delle informazioni tra Genentech e i propri ricercatori. Questo ha un impatto positivo sulla produttività della sua area Ricerca & Sviluppo e ha contribuito a sviluppare un’offerta di farmaci personalizzati sfruttando la sua attività di diagnostica.

L'attenzione ai prodotti biologici, che rappresentano l'80% delle vendite di farmaci, e la pipeline innovativa sono fondamentali per la capacità dell'azienda di proteggersi dalla concorrenza dei prodotti generici e di mantenere la sua posizione di vantaggio competitivo. La società vanta anche un’ottima solidità finanziaria e gli analisti prevedono che possa continuare a mantenere un payout ratio attorno al 50% anche in futuro, il che significa una crescita media della cedola attorno al 3% nei prossimi cinque anni. Il titolo è scambiato al momento attorno ai 288 franchi svizzeri, a un tasso di sconto di oltre il 30% rispetto al fair value di 419 franchi (report aggiornato al 26 aprile 2023). 

Nestlé
Nestlé è riuscita a costruirsi una forte posizione di vantaggio rispetto ai competitor grazie al suo stretto e radicato rapporto con le catene di distribuzione, ad elevate economie di scala e al valore del suo portafoglio marchi, specie in alcune categorie di prodotto come quelle degli alimenti per animali domestici e il caffè.

L'ampiezza e la diversità del portafoglio, unita a una forte diversificazione a livello geografico, consentono a Nestlé di fronteggiare shock esogeni o problemi operativi meglio della concorrenza. Gli analisti sono convinti che l’inflazione non penalizzi l’azienda, considerata la forte capacità di determinazione dei prezzi che le garantiscono i suoi brand di valore, e prevedono una crescita media dei ricavi del 5,5% nei prossimi tre anni. Le azioni del gruppo svizzero sono scambiate al momento a un tasso di sconto del 7% rispetto al fair value di 116 franchi svizzeri (report aggiornato all’8 maggio 2023).

EDP
EDP è l'utility europea integrata con la maggiore esposizione al segmento delle rinnovabili. Esse rappresentando al momento i due terzi del suo EBITDA e costituiscono anche il principale motore di crescita futura dell’azienda, considerato che EDP prevede di installare 12 gigawatt di capacità netta tra il 2023 e il 2026.

L’azienda è stata una delle prime a muoversi nel campo delle rinnovabili e ora può vantare un interessante portafoglio di asset. Secondo gli analisti di Morningstar, EDP dovrebbe registrare una crescita degli utili superiore alla media delle utility europee, cosa che le permetterebbe di aumentare la cedola sia nel 2024 che nel 2026.

Il titolo EDP ha guadagnato circa l’8% negli ultimi 12 mesi, ma continua a essere scambiato a un tasso di sconto del 20% rispetto al fair value di 5,80 euro (report aggiornato al 2 giugno 2023).

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Barry Callebaut AG1.345,00 CHF1,13Rating
EDP - Energias de Portugal SA3,45 EUR1,17Rating
Nestle SA75,96 CHF-0,73Rating
Roche Holding AG251,10 CHF0,76Rating
Unilever PLC4.542,00 GBX0,07Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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