Brembo crolla dopo Olanda; i benefici del trasloco

Nella prossima assemblea del 27 luglio si voterà il trasferimento della sede legale nei Paesi Bassi. Piazza Affari sembra non gradire ed è anche perplessa su una possibile fusione con Pirelli.

Alliance News 21/06/2023 | 15:43
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Occhi che guardano grafico di calo di un titolo

Brembo sposta la sede legale in Olanda e si mette in pista per eventuali acquisizioni, ma Piazza Affari non sembra gradire e per ora punisce il titolo. Tra le perplessità degli operatori c'è il "rischio" di una fusione con Pirelli, vista come mossa più utile alla Bicocca che al gruppo della famiglia Bombassei. Che comunque, con la mossa olandese, porta a casa ampi risparmi fiscali, sul fronte dei dividendi e delle eventuali cessioni di partecipazioni.

Nel primo pomeriggio, alla Borsa di Milano, le azioni Brembo perdono il 7% a EUR13,40. Mentre le Pirelli, di cui Brembo è socia al 6%, cedono l'1,7% a EUR4,42.

Nella prossima assemblea del 27 luglio si voterà il trasferimento della sede legale in Olanda, mentre la struttura operativa di Brembo non cambierà e "l'azienda resta italiana", come tiene a precisare la nota ufficiale.

L'attrazione dichiarata per Amsterdam, dove ormai hanno sede la maggior parte dei grandi gruppi italiani a partire da Exor, Ferrero e Campari, è per il suo regime societario estremamente semplificato e che consente di comandare con meno capitali investiti e, quindi, anche di difendersi meglio da eventuali scalate.

Le norme sul voto maggiorato consentono a ogni singola azione di esprimere un voto in più per ogni anno di possesso, fino a un massimo di 10 voti dopo dieci anni. Brembo, attualmente, era tra le quotate che a partire dal 2014 hanno adottato il voto maggiorato, che però può arrivare a un tetto di due voti per ogni azione.

Le regole potrebbero cambiare presto anche in Italia, con la possibilità di arrivare a 10 come in Olanda, ma il decreto allo studio del governo varrebbe solo per chi si deve ancora quotare. Uno squilibrio che Assonime ha chiesto di rimuovere, quando è stata ascoltata alla Camera dei deputati.

Sede fiscale, partita Iva e quotazione in Borsa di Brembo resteranno in Italia, ma ci saranno una serie di modifiche statutarie importanti, oltre alla sede legale. Ci saranno nuove azioni a voto speciale e sarà premiata la fedeltà. Oggi la famiglia Bombassei detiene il 53,5% del capitale e il 69,7% dei voti.

Dal punto di vista fiscale, nonostante gli ovvi proclami di piena "italianità", non può essere taciuto che a spostare la sede legale si ottengono notevoli vantaggi specialmente sul fronte dei dividendi, dei guadagni da cessioni di partecipazioni, di royalties e sulle plusvalenze. Insomma, una holding di diritto olandese è in complesso anche molto agevolata negli investimenti finanziari. Il che spiega anche il vasto fenomeno delle cosiddette "società citofono", che ovviamente non si motiverebbe da solo con le semplici meraviglie del diritto societario.

Secondo gli analisti di Equita, il trasferimento di Brembo mira a rendere la struttura del capitale più flessibile potenziando il voto maggiorato, "per agevolare la crescita tramite acquisizioni pagate in carta". E alla fine del processo, la famiglia Bombassei potrebbe avere in mano il 77% dei diritti di voto (sempre che non ci siano recessi o altri voti aggiuntivi).

In sostanza, con questa mossa Brembo si mette anche in un'ottima posizione per acquisire società del suo settore o complementari, diventando sempre di più un grande player globale e integrato.

Secondo gli analisti di Equita, poi, c'è da aggiornare lo scenario di una possibile fusione con Pirelli, della quale si è a lungo parlato: "Inevitabile pensare alla fusione con Pirelli (che confermiamo di ritenere più positiva per Pirelli): stimiamo che col voto per tre della famiglia Bombassei possa avere oltre il 40% dei diritti di voto della combined entity a prescindere dal concambio".

In casa Pirelli, intanto, si fanno i conti con il ribaltone ai vertici e le prime reazioni dei soci cinesi dopo l'esercizio del Golden Power che Marco Tronchetti Provera ha chiesto e ottenuto dal governo.

Camfin ha indicato il direttore generale Andrea Casalucci come nuovo ceo del gruppo al posto di Giorgio Bruno, che ha preferito fare un passo indietro. E dopo qualche giorno di silenzio, la stampa di Pechino ha pubblicato le prime critiche, anche se abbastanza contenute. Sul "Global Times" di martedì è uscito un articolo sul Golden power, nel quale si osservava: "La mossa italiana indubbiamente soffoca in modo irragionevole un'azienda cinese", riferendosi a Sinochem e al suo 37% di Pirelli.

Tuttavia, in attesa della prevedibile impugnazione al Tar del provvedimento di Palazzo Chigi, la sensazione è che il governo di Pechino voglia vederci più chiaro. Come spiega un diplomatico di lungo corso, "La Cina al momento vorrebbe considerare quanto successo in Pirelli alla stregua di un mero incidente e attende di vedere come andranno altre partite".

Il riferimento è all'addio assai probabile dell'Italia alla Via della Seta (specialmente ai modi con cui avverrà) e a come verranno trattate una serie di aziende cinesi che operano in Italia. Se Roma rispetterà "le leggi di mercato", e avrà una visione "realistica e di lungo termine", come dicono da Pechino, Pirelli non scatenerà alcuna guerra commerciale.

Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist

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Brembo SpA8,63 EUR0,45
Pirelli & C SpA Ordinary Shares5,19 EUR0,43

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