Il mercato non sembra voler credere alla ripresa del settore auto. Nonostante da inizio anno l’indice Morningstar DM Europe Auto Industry abbia sovraperformato il mercato europeo di quasi 12 punti percentuali (al 23 giugno 2023, in euro), le azioni dei produttori di auto del Vecchio continente restano scambiate a tassi di sconto molto elevati, complice anche un disastroso 2022 in cui l’industria ha perso in Borsa il 25%, rimanendo indietro rispetto all’indice Morningstar DM Europe TME di quasi 10 punti percentuali.
I dati delle immatricolazioni
Se si guardano i dati delle immatricolazioni mensili nella regione, si nota come il settore abbia costantemente registrato una crescita dei volumi di vendita almeno in doppia cifra da ottobre 2022 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). In particolare, il primo trimestre del 2023 si è concluso con il picco del +28,8% registrato nel mese di aprile (fonte dati ACEA, associazione europea dei produttori di autoveicoli), mentre i numeri da inizio anno a maggio dicono che l’incremento realizzato nel 2023 è del 18%. I Paesi in cui il mercato dell’auto corre più velocemente sono Spagna e Italia, nei quali il progresso registrato nei primi cinque mesi dell’anno è stato rispettivamente del 27% e del 26%, mentre Francia (+16,3%) e Germania (+10,2%) viaggiano sotto la media. A trainare la crescita delle immatricolazioni nel mese di maggio sono stati i segmenti elettrico (+71%) e ibrido (+27,6%), che ora rappresentano complessivamente una quota di mercato di quasi il 39%, già superiore a quella dei veicoli a benzina (36,5%). Relativamente all’Italia, a maggio il marchio Fiat si conferma leader del mercato nonostante la sua quota si sia quasi dimezzata passando dal 16% del 2022 all’attuale 9,8%. Tra i brand maggiori, MG e Skoda sono quelli che hanno realizzato i tassi di crescita delle immatricolazioni più elevati a maggio (rispettivamente del 1008% e del 212%).
I numeri del primo trimestre
Se si guardano i conti pubblicati recentemente dalle case produttrici europee ci si rende conto di come siano state in grado di andare oltre le aspettative del mercato, sia in termini di fatturato che di margini di profitto. I numeri riportati nel primo trimestre da Volkswagen, la seconda casa produttrice di automobili in Europa e la seconda al mondo dietro Toyota, hanno superato le stime del consensus sia relativamente all’utile per azione (8,43 euro vs 6,84) che alla crescita del fatturato (+21% vs +16%). Stellantis ha registrato vendite per 47,2 miliardi di euro, superando del 14% il risultato del primo trimestre del 2022 e di tre punti percentuali le previsioni del mercato. Renault ha battuto il consensus di 10 punti percentuali riportando una crescita delle vendite del 18% rispetto al 2022. Rispetto allo scorso anno, la tedesca Mercedes-Benz è cresciuta nei volumi di vendita (+5%), nel fatturato (+8%) e anche nel reddito operativo (+2%).
Tra i brand dell’auto di fascia alta, BMW ha registrato una crescita dei ricavi e degli utili lordi consolidati rispettivamente del 18% (+4% rispetto al consensus) e del 12%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ferrari è salita del 20% nelle vendite e del 26% nell’utile per azione, mentre Porsche è cresciuta del 25% sia nel fatturato che nell’utile operativo.
Mercato troppo pessimista
Ma quali sono le ragioni di questo corto circuito tra i fondamentali e il mercato? Richard Hilgert, Senior Equity di Morningstar, prova a spiegarlo in questo modo: “A nostro avviso il settore sta pagando il protrarsi di problemi strutturali, come il difficile approvvigionamento dei chip, il rischio che alcune economie sviluppate, come Stati Uniti ed Europa, entrino in recessione, oltre che l’incertezza sull’evoluzione futura del conflitto in Ucraina e le preoccupazioni che l’elevata inflazione e la crescita dei tassi di interesse limitino la propensione all’acquisto da parte dei consumatori. Tuttavia, la nostra visione è meno pessimistica. Sebbene il problema della carenza di microchip sarà probabilmente superato solo nel prossimo anno, la situazione è in costante miglioramento. Inoltre, il termine di paragone con lo scorso anno è favorevole, dato che la guerra in Ucraina e i problemi di fornitura di materie prime hanno pesato fortemente nella prima metà del 2022, e la capacità delle case automobilistiche di aumentare il fatturato facendo leva sul prezzo dei veicoli e spostando gli investimenti sui modelli a maggior valore aggiunto, ci fa essere fiduciosi sul miglioramento dei margini di profitto anche nei prossimi trimestri”.
Le previsioni degli analisti
Le previsioni degli analisti per il 2023 indicano un aumento del volume globale delle vendite di auto in un range compreso tra -1% e +3%. Il mercato statunitense è visto in crescita tra il 4% e l’8%: “Dalla primavera del 2020 il mercato Usa è in calo, prima a causa della pandemia e poi per via della carenza di chip. Per questo motivo ci aspettiamo che le vendite cresceranno anche nel caso in cui l’economia del Paese entri in recessione”, aggiunge Hilgert.
In Europa il progresso dovrebbe attestarsi tra l’1% e il 5%, supportato dal buono stato di salute del mercato del lavoro nel Vecchio continente. Mentre Cina e India registreranno una contrazione delle vendite, rispettivamente tra il 2% e il 6% e tra l’1% e il 3%. Nel primo caso peserà la fine degli incentivi statali per l’acquisto di nuove auto, mentre il mercato indiano deve fare i conti con un 2022 estremamente sfidante, nel quale le vendite avevano registrato un salto del 24% rispetto all’anno precedente.
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