I prezzi al consumo in Italia a giugno sono cresciuti a un ritmo decisamente inferiore rispetto a quanto fatto il mese prima su base annua, secondo le stime preliminari rese note dall'Istat mercoledì 28 giugno.
L'inflazione annua dell'Italia è stimata al 6,4% a giugno, in rallentamento rispetto al 7,6% di maggio e al di sotto delle stime di FxStreet del 6,8%.
La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, all'8,4 dal 20% e, in misura minore, di quelli degli alimentari lavorati, al 12% dal 13%, dei servizi relativi ai trasporti al 3,8% dal 5,6%, degli altri beni al 4,8% dal 5,0% e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, al 6,5% dal 6,7%. Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati al 9,6% dall'8,8%.
Su base mensile, l'inflazione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente. La stabilità sul piano congiunturale dell'indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti, spiega l'Istat: da una parte, la crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona entrambi dell'1,0%, degli alimentari lavorati dello 0,5% e dei servizi relativi ai trasporti dello 0,3%, dall'altra, la diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati del 4,5%.
L'inflazione core - che esclude energia e alimentari freschi - è rallentata al 5,6% su base annua a giugno dal 6,0% del mese precedente mentre quella che esclude i soli beni energetici si è alleviata al 5,8% dal 6,2% di maggio.
L'inflazione armonizzata - calcolata secondo parametri comunitari - è aumentata dello 0,1% su base mensile e del 6,7% su base annua a giugno, in netta decelerazione dall'8,0% di maggio.
Di Chiara Bruschi, Alliance News reporter
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