Wall Street si regala un altro mese positivo e con giugno ne mette insieme quattro di fila portando i guadagni da inizio anno a +15,97% (in dollari).
Nel mese appena trascorso, il mercato americano ha guadagnato il 6,55% (in dollari con riferimento all’indice Morningstar US Large-Mid Cap), sovraperformando i listini globali di quasi 100 punti base.
Industriali, finanziari e consumer cyclical spingono Wall Street
Diversamente da quanto stiamo osservando da inizio anno, a trainare i listini newyorkesi non sono stati i titoli tecnologici ma quelli industriali, finanziari e del settore consumer cyclical che complessivamente pesano poco più del 30% della capitalizzazione di mercato dell’indice e che a giugno hanno guadagnato rispettivamente l’11,8%, il 6,7% e l’11,4%. Il comparto beni industriali ha beneficiato dei rialzi delle azioni Caterpillar (+19,59%), Eaton (+14,33%) e Deere (+17,48%), che hanno pesi all’interno dell’indice Morningstar US Industrials compresi tra il 3,06% e il 2%. I finanziari sono stati spinti dalle buone performance di Berkshire Hathaway (+6,2%) e JPMorgan (+7,17%), mentre i consumer cyclical sono stati trainati dai big del comparto Amazon e Tesla, che complessivamente pesano per poco meno del 40% della capitalizzazione di mercato dell’indice Morningstar US Consumer Cyclical e che nel periodo in questione hanno guadagnato rispettivamente l’8,11% e il 28,36%. Tuttavia, un prezioso contributo alla performance del comparto è arrivato anche dai titoli dell’automotive, come Ford (+26%) e General Motors (+19,2%), e della buona intonazione dei titoli legati all’industria del turismo come Booking (+7,26%), Airbnb (+16,7%), Carnival (+67,68%) e Royal Carribbean (+28,12%).
E’ stato un mese sottotono per le utility, i cui guadagni non sono andati oltre il +1,27%, e per i settori telecom e consumer defensive, che hanno chiuso con rialzi rispettivamente del 2,8% e del 3%. A frenare il comparto delle telecomunicazioni è stato il cattivo risultato di Alphabet, che pesa per il 22% della capitalizzazione di mercato dell’indice Morningstar US Communication Services e che nel mese di giugno ha perso il 2,58%, mentre il settore consumer defensive ha pagato le forti perdite accumulate da General Mills (-8,86%) e Dollar General (-15,5%), che complessivamente pesano per quasi il 4% della market cap dell’indice.
Small e mid fanno meglio delle large cap
Relativamente ai segmenti di capitalizzazione di mercato, le azioni small e mid cap hanno sovraperformato quelle large cap, in particolare quelle di stile value e blend. I titoli small value sono stati i migliori realizzando una performance del 9,64%, seguiti a ruota da small blend (+9,27%) e mid blend (+9,17%) e poco più indietro dal segmento mid value a +8%. Tra le azioni large gap, sono state quelle growth a registrare il risultato migliore (+7,10%), mentre quelle del segmento value e blend si sono fermante rispettivamente a +5,48% e +5,12%.
Dove trovare le occasioni di investimento
Sul fronte delle valutazioni, possiamo dire che l’azionario statunitense sta viaggiando ora in linea con il fair value. Tra i settori, quelli real estate, matrie prime e telecom sono quelli scambiati ai prezzi più convenienti.
All’interno del comparto immobiliare, l’80% dei titoli è valutato con un rating Morningstar di 4 o 5 stelle. Più indietro si posizionano le azioni del settore basic materials, con una percentuale di titoli con rating positivo pari al 63%, e quelle delle telecomunicazioni (60%), nonostante queste ultime abbiano guadagnato oltre il 30% da inizio anno.
Relativamente ai segmenti di capitalizzazione di mercato, le valutazioni più convenienti sono tra le azioni small cap, all’interno delle quali i titoli con rating 4 o 5 stelle sono di poco superiori al 60%, mentre quelle più care si trovano tra i titoli large cap e in particolare tra quelli large growth. L’indice Morningstar US Large Growth ha guadagnato da inizio anno il 32% e ora solo il 20% delle holding che lo compongono è scambiato a sconto rispetto al fair value.
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