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Fondi ed ETF: chi ha vinto e chi ha perso nel secondo trimestre 2023

Gli Azionari Grecia e Brasile dominano la classifica, mentre quelli Cina e Turchia sono in fondo. Nel reddito fisso si mettono in luce gli obbligazionari subordinati ed emergenti.

Sara Silano 06/07/2023 | 09:43
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 Trofeo d'oro

-L’America Latina e l’Europa emergente sono state protagoniste nel secondo trimestre.

-La diversificazione delle catene di approvvigionamento al di fuori della Cina favorisce alcuni mercati in via di sviluppo, compresa l’India.

-Gli Azionari Italia corrono più dei fondi specializzati sull’Eurozona.

I fondi azionari con focus sulla Grecia sono in cima alla classifica nel secondo trimestre con rendimenti medi intorno al 22,6%, che portano il risultato dall’inizio dell’anno a +38%. Segue la categoria degli Azionari Brasile (+19,5% nel periodo aprile-giugno e +13% da gennaio).

Nel complesso, l’America Latina è stata protagonista nel periodo aprile-giugno, con una performance media superiore al 13%. Ma c’è anche un’altra area emergente che si è messa in luce, ossia l’Europa orientale (Russia esclusa), in particolare la Polonia.

Queste due regioni si sono distinte rispetto all’insieme dei mercati azionari in via di sviluppo per ragioni differenti.

Cosa spiega il rally dell’America Latina…

“L'America Latina ha rappresentato un punto di forza in quello che è stato un anno poco brillante per i mercati emergenti”, affermano Andrew Rymer, senior strategist, e Pablo Riveroll, head of Latin American equities di Schroders, che vedono nell’apprezzamento del peso rispetto al dollaro e nella tenuta dell’economia statunitense le principali ragioni del rally azionario.

Gli investitori, tuttavia, non possono ignorare la corsa della Borsa di San Paolo. “In Brasile, i timori dell’avvento di politiche socialiste che avrebbero potuto aumentare il debito dopo la vittoria alle elezioni di Lula (Luiz Inácio Lula da Silva, Ndr) si sono rivelati infondati e il governo si sta dimostrando neutrale nei confronti dei mercati”, spiega Giovanni Buffa, senior fund manager azionario emergente di AcomeA SGR. “Qui abbiamo i tassi nominali e reali fra i più alti del mondo, ma un’inflazione in ridimensionamento: quindi vediamo un possibile potenziale taglio dei tassi nella seconda parte dell’anno. Le valutazioni, inoltre, sono molto attraenti, a una cifra e pari a 7-8 volte gli utili”.

… e quello dell’est Europa

Nell’est Europa, la Grecia è appena uscita dal secondo turno elettorale, durante il quale ha trionfato il partito conservatore di Kyriakos Mitsotakis, che ha giurato per il secondo mandato da premier, lo scorso 26 giugno.

“Il risultato elettorale della Grecia garantisce la continuità politica”, afferma Nichola James, co-responsabile del team Global Sovereign Ratings di DBRS Morningstar. "La prosecuzione delle riforme strutturali e degli investimenti a sostegno della crescita, in un quadro di disciplina fiscale, potrebbe continuare a migliorare l'affidabilità creditizia del Paese”.

Altri Paesi dell’est Europa, come la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca hanno beneficiato del crollo del prezzo del gas rispetto al picco di fine agosto 2022; tuttavia le loro economie risentono del rialzo dei tassi di interesse e dell’inflazione; nonché del rischio geopolitico.

Gli effetti positivi del cambio nelle catene di fornitura

Alcuni mercati dell’Europa orientale, inoltre, potrebbero beneficiare della ricollocazione delle attività produttive, dopo i limiti della forte dipendenza da alcuni Paesi, come la Cina, emersi durante la pandemia. L’esigenza di diversificare le catene di approvvigionamento per evitare futuri colli di bottiglia sta avvantaggiando anche altre aree, tra cui l’India e il Vietnam, con risvolti positivi per i fondi azionari che investono in esse.

Wall Street corre con l’hi-tech

Tra i mercati sviluppati, spicca la performance dei fondi e degli ETF azionari con focus su Wall Street. In particolare, quelli in stile growth hanno guadagnato in media il 9,6% in euro. Questa categoria è esposta in modo significativo (in media il 36% a fine maggio 2023) al settore tecnologico, che ha trainato il rally americano nella prima parte dell’anno.

I fondi e gli ETF peggiori del trimestre

Tra le peggiori categorie nel secondo trimestre, troviamo quelle specializzate sulla Cina, con rendimenti medi negativi superiori al 10%. In effetti, l'indice Morningstar China ha perso il 10,5% nel periodo considerato.

“Guardando storicamente l’MSCI China, l'indice si trova attualmente nella fascia più bassa”, spiega Jian Shi Cortesi, Investment Director di GAM, specializzata sull’Asia. “Da un punto molto basso nell'ottobre 2022, l'indice ha registrato un forte rimbalzo sulla speranza di una riapertura dopo le restrizioni zero Covid della Cina. Tuttavia, negli ultimi mesi il mercato è rimasto deluso e il prezzo delle azioni ha subito una nuova correzione. Attualmente è inferiore di oltre il 50% rispetto al picco precedente. L'indice MSCI China ha registrato una performance modesta da dieci anni a questa parte. Ciò dimostra la scarsa valutazione del mercato, poiché negli ultimi dieci anni sia l'economia che gli utili societari sono cresciuti, ma i prezzi delle azioni non sono aumentati di pari passo a causa della contrazione delle valutazioni”.

Perdite mediamente intorno al 9% interessano anche i fondi e gli ETF azionari sulla Turchia, che l’anno scorso erano stati protagonisti di un balzo di oltre il 100%. Come ha spiegato Valerio Baselli, senior international editor di Morningstar in questo articolo, il presidente uscente, Recep Tayyip Erdogan, ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso 28 maggio, ottenendo un terzo mandato per i prossimi cinque anni, ma si trova ad affrontare numerosi problemi, inclusa una situazione economica molto fragile.

Tra i fondi e gli ETF che hanno sofferto di più nel secondo trimestre ci sono gli Azionari specializzati sui metalli preziosi. Il settore fatica a trovare una direzione, con l’oro che è sceso a maggio a causa della risalita del dollaro, dopo essersi avvicinato ai massimi storici.

Obbligazionari euro: in luce il debito subordinato e high yield

Tra i fondi obbligazionari in euro, le migliori performance sono nella categoria dei subordinati, con rialzi medi intorno all’1,9%. Il mercato era stato colpito dalla decisione delle autorità svizzere di imporre l’azzeramento del valore degli AT1 bond di Credit Suisse, anche se le emissioni europee sono soggette a una diversa regolamentazione. Successivamente, però, c’è stato un recupero.

“Dopo lo shock di marzo, il mercato ha continuato a riprendersi, a fronte di ulteriori problemi con le banche regionali statunitensi, del dibattito sul tetto del debito statunitense e della continua volatilità macroeconomica”, spiega James Macdonald, Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay Asset Management. “Ci aspettiamo che, man mano che questi problemi verranno risolti, l’asset class avrà il respiro necessario per recuperare ulteriormente. Il potenziale di rischio-rendimento rimane incredibilmente interessante”.

Sempre nelle categorie del reddito fisso in euro, hanno registrato rendimenti medi dell’1,35% i comparti high yield.

“I fondamentali societari del settore high-yield sono ancora complessivamente solidi, grazie a un'elevata copertura degli interessi e a una leva finanziaria relativamente bassa, anche se sembrano destinati a peggiorare nei prossimi trimestri a causa degli effetti tardivi della politica monetaria sull'economia”, dice Konstantin Leidman, Fixed Income Portfolio Manager di Wellington Management. “Sebbene stimiamo che i tassi di default dei titoli high yield aumentino, raggiungendo la media di lungo periodo (~4%-5%) nel corso dell’anno prossimo, non prevediamo un ciclo di default su larga scala”.

Rendimenti medi intorno al 2% si registrano anche tra i fondi sul debito emergente che investono prevalentemente in titoli denominati in euro o che coprono il rischio di cambio.

Uno sguardo al semestre

Se estendiamo l’orizzonte temporale ai primi sei mesi dell’anno, in cima alla classifica dei rendimenti troviamo i fondi e gli ETF che investono sul mercato azionario greco, seguiti da quelli sulla Polonia. In luce ci sono anche gli azionari USA large-cap growth e i comparti con focus sulla tecnologia, spinti dagli sviluppi nell’intelligenza artificiale.

Con un rialzo del 13,8% gli Azionari Italia corrono più dei comparti specializzati sull’Eurozona (+12,8%), grazie ai titoli a larga capitalizzazione, in particolare bancari. Gli azionari Turchia e Cina si confermano, invece, tra i peggiori.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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