I mercati obbligazionari sono tornati nel radar degli investitori dopo gli aggressivi rialzi dei tassi di interesse da parte di molte banche centrali. L’attuale contesto, dicono gli esperti, appare interessante per i titoli di Stato, i corporate bond e gli high yield. Questo discorso vale anche per il debito emergente? Lo abbiamo chiesto ad Antonella Manganelli, amministratore delegato e responsabile investimenti di Payden & Rygel Italia.
Sara Silano: Antonella, buongiorno e benvenuta. Gli investitori in mercati emergenti sono spesso interessati alle azioni e conoscono meno le opportunità nel reddito fisso. Quali sono le caratteristiche del debito emergente?
Antonella Manganelli: Buongiorno e bentrovati. E’ proprio così. Gli investitori hanno una tendenza storica abbastanza radicata ad approcciare mercati emergenti attraverso il mercato azionario piuttosto che quello del debito, percepito come più complesso. In realtà, il debito emergente è un comparto molto ben diversificato in termini di settori, di valute, di Paesi e con rendimenti attualmente tra l'8 e il 9% offre un premio al rischio assolutamente appetibile anche se confrontato ai settori che giustamente menzionavi tu prima. Inoltre, si ha una percezione di un rischio maggiore del debito emergente, ma in realtà i rating complessivi dei mercati emergenti sono di natura investment grade, quindi di natura abbastanza elevata.
Silano: Dove pensate ci siano attualmente le maggiori opportunità nel debito emergente? E perché?
Manganelli: Ma innanzitutto facciamo una distinzione perché nel cappello debito emergente ci sono tre principali sotto-comparti. I titoli governativi emessi in dollari, i titoli societari emessi anch’essi in dollari e poi i titoli governativi emessi in valuta locale. E il rendimento di quest'ultimi, quindi, dipende anche dall'andamento proprio delle valute rispetto solitamente al dollaro.
In questo momento vediamo opportunità nei mercati emergenti in generale, ma guardiamo con particolare attenzione proprio al debito emesso in valuta locale. In questo, ci concentriamo soprattutto in Paesi come per esempio Uruguay, Perù e Indonesia, mentre invece, per quanto riguarda il debito in dollari, su cui abbiamo anche qui appunto una visione positiva, ci stiamo concentrando sulla parte con qualità creditizia più elevata, quindi tripla e doppia B, che pensiamo possa registrare buone performance. Penso a Paesi come Messico, Colombia, Uzbekistan, Costa d'Avorio, Paraguay e Romania.
Silano: Quali sono le linee guida che un investitore deve seguire se vuole mettere in portafoglio il debito emergente?
Manganelli: La risposta migliore che posso darti è: ‘dipende’. Payden si caratterizza per una forte volontà e anche capacità di personalizzare le soluzioni a seconda delle preferenze del cliente. Quindi le linee guida dei portafogli dipenderanno proprio dalle esigenze di ogni singolo investitore e dove questo investimento nei mercati emergenti andrà a sedere nel complesso di un portafoglio più vasto.
Generalmente, però, delle osservazioni si possono fare. La prima è sicuramente il portafoglio deve essere ben diversificato, dopodiché vanno definiti i parametri, appunto in base alle preferenze come universo di riferimento, quindi esposizione al debito sovrano, societario o in valuta locale, qualità creditizia, esposizione al rischio tasso e livello di liquidità consentita.
Silano: Antonella, grazie mille per la tua disponibilità oggi. Per Morningstar sono Sara Silano, grazie per averci seguito.
Il video è stato pubblicato la prima volta il 31 luglio 2023.
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