I prezzi al consumo in Italia sono aumentati a un ritmo inferiore a luglio su base annua, come reso noto dall'Istat lunedì.
L'inflazione annua dell'Italia è rallentata al 6,0% a luglio dal 6,4% di giugno mentre il mercato si aspettava un rallentamento meno marcato, al 6,1%.
La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, al 2,4% dal 4,7%, dei beni energetici non regolamentati, al 7,0% dall'8,4%, e, in misura minore, degli alimentari lavorati, al 10,9% dall'11,5%, degli altri beni, al 4,6% dal 4,8%, dei sevizi vari, al 2,7% dal 2,9%, e dei tabacchi, all'1,9% dal 2,5%. Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati, al 10,4% dal 9,4%, e dei servizi relativi all'abitazione, al 3,6% dal 3,5%.
Su base mensile, l'inflazione è accelerata allo 0,1%, come previsto dal dato flat di giugno.
L'inflazione core - che esclude energetici e alimentari freschi - rallenta ancora al 5,2% a luglio dal 5,6% di giugno.
L'indice armonizzato - calcolato con parametri comunitari - segna un rallentamento annuo al 6,4% dal 6,7% del mese precedente e un'accelerazione mensile all'1,5% dallo 0,1% di giugno.
L'inflazione acquisita per l'intero 2023 è pari al 5,7% per l'indice generale e al 5,1% per la componente di fondo.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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