A poco più di due anni dall'entrata in vigore della SFDR – il regolamento dell’Unione Europea sulla finanza sostenibile - l’universo dei fondi classificati come “light green” (Articolo 8) o “dark green” (Articolo 9) continua a evolversi tra le persistenti preoccupazioni di greenwashing e l'incertezza normativa.
Il secondo trimestre del 2023 è stato caratterizzato da una frenata generale della raccolta dei fondi sostenibili. In presenza di continue pressioni macroeconomiche, tra cui l'aumento dei tassi di interesse, dell'inflazione e l'incombente recessione, i fondi articolo 8 hanno segnato deflussi netti per 14,6 miliardi di euro nel secondo trimestre, dopo una raccolta di 26 miliardi nel primo trimestre del 2023.
I riscatti degli ultimi tre mesi hanno colpito in modo sproporzionato i fondi articolo 8 che non prevedono una quota minima in investimenti sostenibili, poiché questi hanno registrato deflussi per 9,8 miliardi di euro, pari a due terzi dei deflussi totali nel periodo, quando queste strategie rappresentano meno di un terzo dell'universo dei fondi articolo 8.
Nello stesso periodo, gli investitori hanno continuato a versare nuovi capitali nei prodotti articolo 9, che hanno attirato 3,6 miliardi di euro nel secondo trimestre. Tuttavia, questo dato è inferiore ai 4,4 miliardi del trimestre precedente. Si tratta infatti della raccolta più bassa per i fondi articolo 9 dall'introduzione dell'SFDR nel marzo 2021.
Il sostanziale crollo dei flussi a partire dall'ultimo trimestre del 2022 riflette l'influenza della riclassificazione di circa 350 fondi che da articolo 9 sono passati ad articolo 8, in seguito ai chiarimenti dell'ESMA sulla Q&A della Commissione Europea di giugno 2021. Il documento ha specificato che i fondi che forniscono informazioni ai sensi dell'articolo 9 devono detenere solo investimenti sostenibili, ad eccezione della liquidità e delle attività utilizzate a fini di copertura.
I prodotti classificati come articolo 6 hanno continuato ad attirare nuovi afflussi nel secondo trimestre, anche se la raccolta si è attenuata fino a 12,3 miliardi di euro rispetto ai 21 miliardi di euro del primo trimestre del 2023.
I tassi di crescita organica rispecchiano quasi fedelmente i risultati di raccolta. La crescita organica misura l’incidenza dei flussi in un determinato periodo rispetto al patrimonio iniziale. Nel trimestre, il patrimonio dei fondi articolo 8 si è ridotto organicamente dello 0,3%, mentre quello dei fondi articolo 9 è aumentato dell'1,2% e quello dei fondi articolo 6 dello 0,3%.
Nuovo traguardo per il patrimonio dei fondi sostenibili
Nonostante i deflussi, il patrimonio dei fondi art. 8 e art. 9 è aumentato complessivamente dell’1,4% nel secondo trimestre del 2023, grazie ai nuovi lanci, ai prodotti ex-articolo 6 e riclassificati come articolo 8 e, in misura minore, all'apprezzamento del mercato.
Le attività dei fondi articolo 6 sono aumentate dell’1,7% nel periodo, superando il tasso di crescita delle attività degli articoli 8 e 9 per la prima volta dall'entrata in vigore dell'SFDR.
Per la prima volta, inoltre, le attività dei fondi di cui agli articoli 8 e 9 hanno superato a fine giugno il traguardo dei 5.000 miliardi di euro. I due gruppi di fondi rappresentano una quota costante dell'universo europeo pari al 56,4%.
A causa dei riscatti, i fondi articolo 8 hanno visto la loro quota di mercato ridursi leggermente al 52,9% a fine giugno, rispetto al 53,8% dello scorso trimestre. La quota dei prodotti articolo 9, invece, è aumentata al 3,5%, in quanto il loro patrimonio è cresciuto del 7,8% negli ultimi tre mesi, raggiungendo il valore di 310 miliardi, dopo quattro trimestri consecutivi di contrazione causati dall'ondata di riclassificazioni.
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