L'articolo è stato pubblicato il 2 agosto e aggiornato il 4 agosto.
I mercati azionari americani hanno aperto la seduta di mercoledì 2 giugno in ribasso, dopo la decisione di Fitch di abbassare il rating degli Stati Uniti, ma non c’è stato un crollo. L’indice Morningstar USA è in calo dello 0,95% nelle prime battute della giornata. Sono in rosso anche le Borse europee, inclusa quella italiana.
Sui mercati obbligazionari, le reazioni sono al momento limitate, con il Treasury decennale che fluttua in area 4%.
“La decisione di Fitch di declassare ad AA+ il debito statunitense è imputata a un deterioramento fiscale atteso per i prossimi anni, al costo del debito pubblico elevato e in crescita e a problemi di governance, manifestati in ripetute situazioni di stallo sul limite del debito e in risoluzioni dell'ultimo minuto”, commenta Martina Daga, Junior macro economist di AcomeA SGR.
“Ora gli Stati Uniti non sono più nella fascia massima di rating, ma questo non dovrebbe avere un impatto troppo rilevante sull’ammissibilità dei titoli di Stato in determinati portafogli, dal momento che ormai la maggior parte degli investitori è più flessibile rispetto a un criterio strettamente AAA. Infatti, la Germania rimane l’unico Paese tra le economie maggiori ad avere un rating AAA”, continua l’economista.
E’ anche da tenere presente che le altre principali agenzie di rating non hanno per il momento modificato il giudizio. In una nota del 28 luglio, DBRS Morningstar ha confermato il rating degli Stati Uniti ad AAA, con trend stabile (clicca qui per conoscere la metodologia). L’azione conclude il processo di messa sotto revisione iniziato il 25 maggio scorso.
“La conferma riflette la firma del Fiscal Responsibility Act (FRA) del 2023 il 3 giugno, che ha consentito al Tesoro di pagare gli obblighi del governo federale in tempo, e la nostra valutazione secondo cui il rischio di credito derivante dai futuri negoziati sul tetto del debito rimane molto basso”, si legge nella nota di DBRS Morningstar del 28 luglio scorso.
“Il rating AAA riflette i notevoli punti di forza del credito degli Stati Uniti, tra cui la portata, il grado di diversificazione e la resilienza dell'economia, la forza delle istituzioni governative e lo status di valuta di riserva del dollaro”, continuano gli analisti di DBRS Morningstar. “Tuttavia, continuiamo a monitorare in che modo la polarizzazione politica potrebbe influire negativamente sui fondamentali del credito statunitense nel tempo”.
La forza dell’economia USA
In una nota successiva del 3 agosto sulla regione del Nord America, l’agenzia ha ribadito che “mentre le sfide associate alle pressioni fiscali potrebbero comportare rischi per il debito sovrano, i motivi principali per cui sia gli Stati Uniti che il Canada rimangono classificati AAA sono la resilienza e le enormi dimensioni dell'economia, oltre alla capacità di onorare il proprio debito”.
“Questi aspetti sono spesso trascurati nell’analisi dell’area”, fa notare Thomas R. Torgerson, Co-Head of Sovereign Ratings di DBRS Morningstar. “I punti di forza sul credito è probabile persistano nel prossimo futuro e alla fine potrebbero diventare un vantaggio in un contesto di incertezza geopolitica”.
Per dare un’idea delle dimensioni dell’economia statunitense, basti pensare che se si considera l’economia dei singoli 50 Stati che compongono gli USA, tre sarebbero tra i primi dieci al mondo, e venti stati tra i primi cinquanta. “Solo l'Unione europea e la Cina si avvicinano agli Stati Uniti in termini di dimensioni economiche, ma la prima rimane relativamente limitata in termini di autorità fiscale, mentre la seconda è meno aperta e notevolmente più debole in termini di governance e tutele istituzionali”, dice Torgerson.
Volatilità in aumento sui mercati?
Tornando alle reazioni delle Borse, Nikolaj Schmidt, capo economista internazionale di T. Rowe Price, avverte: “Sebbene, molto probabilmente, le implicazioni di mercato del declassamento del rating siano limitate, il cambiamento arriva durante il periodo estivo che è piuttosto illiquido e che tende a essere caratterizzato da un'elevata volatilità. Inoltre, dopo un'impressionante serie di prese di profitto, la modifica della politica monetaria della Bank of Japan della scorsa settimana ha reso il mercato nervoso. Di per sé l'aggiustamento dei rating non è probabilmente importante, ma è un tassello del puzzle che potrebbe causare un aumento della volatilità”.
DBRS Morningstar è una società del gruppo Morningstar.
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