Fincantieri e Leonardo, avanti tutta nei contratti nel settore Difesa

La joint venture al 51% di Fincantieri e 49% di Leonardo, Orizzonte Sistemi Navali, firma un contratto da quasi 1 miliardo di euro con la Marina Militare Italiana. Ma sono le semestrali a dare forza alle quotazioni. Per gli analisti l’aumento della spesa militare dei Paesi occidentali non si vede ancora nei numeri di breve, ma alimenterà la raccolta ordini futura: l’80% del fatturato di Leonardo è militare.

Fabrizio Guidoni 09/08/2023 | 09:00
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Navi in porto

Foto di Egor Myznik on Unsplash

L’arrivo del mese di agosto ha coinciso con il lancio di nuove opportunità di sviluppo per due campioni dell’industria tricolore, Leonardo (LDO) e Fincantieri (FCT), che hanno portato i due titoli nel centro del mirino del mercato.  E ne sono finiti anche grazie alla firma di un contratto con la Marina Militare Italiana da parte di Orizzonte Sistemi Navali, joint venture al 51% di Fincantieri e 49% di Leonardo. Il contratto riguarda la fornitura di tre pattugliatori di nuova generazione, con opzione per ulteriori tre unità, e l'adeguamento infrastrutturale delle basi navali di Augusta, Cagliari e Messina dove le navi avranno sede. Anche se il valore complessivo del contratto non è di grande impatto sui conti dei due gruppi industriali presenta, comunque, valori importanti, per un importo totale del contratto per le prime tre unità di 925 milioni di euro. L’intesa vede poi al traino un altro contratto di sub-fornitura dal valore di 540 milioni per Fincantieri e 255 milioni per Leonardo.

La notizia di questo accordo con la Marina Militare non è market mover in senso assoluto, ma rafforza l’effetto positivo dato dalle notizie dei risultati semestrali delle due società, attirando ancora di più in questi giorni l’attenzione del mercato, sempre più stimolato a capire le possibili potenzialità in Borsa dei rispettivi titoli.

La qualità del merito di credito di Leonardo

L’annuncio dei risultati semestrali ha avuto in particolare un effetto dirompente su Leonardo, con il titolo arrivato a mettere a segno un rialzo dell’8,80% nella prima settimana di agosto, la migliore performance su base settimanale da gennaio. I prezzi sono così arrivati ai massimi degli ultimi sei anni, con un rialzo da inizio anno di oltre il 60%, battendo nettamente l’indice delle blue chip di Piazza Affari.

Un segnale molto incoraggiante per la società come reazione ai dati semestrali è arrivato da S&P. L'agenzia di rating ha alzato il giudizio a lungo termine di Leonardo portandolo al prezioso livello di “investment grade”: ora è quindi pari a BBB- dal precedente BB+. Per gli esperti di S&P, il cash flow operativo salirà al 35% del debito nel 2023 e al 45% nel 2024, supportato da margini in aumento. Questa promozione sul merito di credito di Leonardo segue quella già arrivata da un altro big del mondo dei rating, Moody's, che a maggio scorso aveva dato portato il giudizio a investment grade, cioè a Baa3 da Ba1.

L'aggiornamento positivo di S&P è stato letto dagli analisti di Websim, che sul titolo hanno un giudizio “interessante” e target price a 14 euro, come una prova che "l'imminente piano strategico di Leonardo (investimenti in spazio, cyber e rifocalizzazione della ricerca e sviluppo) non ha indebolito la struttura finanziaria, con nessun impatto negativo sul free cash flow a breve termine".

Fair value in crescita

Un'indicazione positiva per Leonardo sul fronte del mercato azionario è quella arrivata da Equita sim che - a seguito della pubblicazione dei risultati semestrali - ha annunciato l’aumento della valutazione della società dell'11%, tutto frutto principalmente di due motivi. Il primo è il recepimento del "mark-to-market degli asset quotati”, interamente dovuto alla controllata DRS il cui titolo, dopo la recente pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, ha toccato nuovi massimi a 17 dollari. Il secondo motivo, di portata minore, è il rialzo degli asset non quotati quasi interamente attribuibile a MBDA, il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa, di cui Leonardo possiede il 25%, con un portafoglio ordini atteso a fine anno che ha raggiunto il record storico di 22 miliardi.

Nell'alzare il target price a 15,6 euro gli analisti di Equita confermano il giudizio "buy", citando anche la possibilità di "alleanze internazionali, che possono potenzialmente svelare del valore nascosto all'interno di un conglomerato ancora piuttosto articolato". Non solo. Il titolo scambia a multipli contenuti, e soprattutto "l’aumento della spesa militare dei Paesi occidentali non si vede ancora nei numeri di breve, ma alimenterà la raccolta ordini futura", dato che "l’80% del fatturato di Leonardo è militare".

Una visione positiva sul titolo trova spazio anche presso gli esperti di Banca Akros che confermano la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 16 euro dopo la notizia della firma del contratto di Orizzonte Sistemi Navali con la Direzione degli Armamenti Navali del Segretariato Generale della Difesa. Per gli analisti il contratto è di dimensioni piuttosto contenute per Leonardo, ma gli esperti ipotizzano che implichi margini più alti della media.

Da parte loro, gli esperti di Citi apprezzano la forza dei conti esaltati da un flusso di cassa forte e oltre le attese e posizionandosi nella parte alta della guidance sul 2023 in termini di Ebit. Confermata la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 16,8 euro su Leonardo.

Ma c’è chi resta “neutrale”

I conti semestrali non sono invece stati sufficienti a scardinare il posizionamento prudente sul titolo scelto dagli analisti di Goldman Sachs: "I risultati del primo semestre 2023 confermano il trend in miglioramento, ma la guidance invariata e l’outlook per il secondo semestre implicano limitate revisioni al consenso". Il posizionamento è quindi “neutrale” con prezzo obiettivo a 12 euro. Anche Ubs conferma la raccomandazione “neutral” e il prezzo obiettivo a 10,55 euro su Leonardo. I conti del secondo trimestre sono stati "sostanzialmente in linea" con le attese, segnala Ubs, secondo cui il focus si sposta sulla strategia del nuovo Ceo.

Nuovi ordini per Fincantieri

In aggiunta al contratto Orizzonte Sistemi Navali, FIncantieri è stato protagonista di altre novità. Tra queste spicca quella che vede OCCAR (Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement)) assegnare a Naviris, joint venture paritetica tra Fincantieri e Naval Group, ed Eurosam un contratto per 1,5 miliardi complessivi per l'ammodernamento di mezza vita delle fregate classe Horizon francesi e italiane. Nelle prossime settimane Naviris finalizzerà i contratti di subappalto, tra cui quello con Fincantieri che avrà un valore di 211 milioni.

Secondo alcuni esperti, per Fincantieri gli ordini sono rilevanti e aumentano la visibilità sullo sviluppo del business militare, che copre attualmente circa il 25% del fatturato di gruppo, Un’area di business caratterizzata da margini superiori alla media di quelli della società di cantieristica e una dinamica del circolante più favorevole.

Semestrale solida per il big della cantieristica italiana

A caldo l’annuncio della semestrale ha avuto un momentaneo effetto rialzista sulle quotazioni di Fincantieri, poi sfumato nelle sedute successive. I risultati hanno mostrato ricavi ed Ebitda nel secondo trimestre 2023 di rispettivamente 1,9 miliardi di euro e 98 milioni, con un utile netto semestrale a –20 milioni che è risultato invece positivo di 3 milioni nella versione “adjusted” ovvero rettificata. Questi dati sono stati giudicati leggermente migliori delle attese da Equita sim, che sottolinea come guidance 2023 e piano industriale siano stati confermati. Il rating è così stato mantenuto a “hold”, ma il prezzo obiettivo è stato alzato a 0,5 euro. Gli analisti ritengono che i conti semestrali e le indicazioni dalla società migliorino la visibilità sulle stime 2023. Le previsioni di Ebitda 2023-2025 vengono aumentate dell’1%. Anche per Banca Akros il giudizio resta “neutral“ con prezzo obiettivo di 0,5 euro, anche tenendo conto dell’aggiudicazione degli ultimi contratti nel settore navale. I numeri seppur solidi non sono stati sufficienti a far cambiare idea agli analisti di Websim: “Non vediamo spazio per modificare le stime. Di conseguenza confermiamo il giudizio “Poco interessante, con target price a 0,45 euro”.

Prosegue senza sosta la consegna di nuove navi

Da segnalare che a inizio agosto Fincantieri ha consegnato la nave Norwegian Viva, seconda di sei navi da crociera di nuova generazione della nuova classe Prima per Norwegian Cruise Line (Ncl), presso lo stabilimento di Marghera. Le consegne sono previste fino al 2028. Come comunicato dalla società, particolare attenzione è stata posta all'efficienza energetica, con il duplice obiettivo di contenere i consumi in esercizio e minimizzare l'impatto ambientale, Oltre a Ncl, fanno parte di Norwegian Cruise Line Holdings i brand Regent Seven Seas Cruises, per il quale Fincantieri consegnerà quest'anno ad Ancona una terza nave da crociera di lusso, Seven Seas Grandeur, dopo Seven Seas Explorer consegnata nel 2016 e Seven Seas Splendor (2020), e Oceania Cruises, per cui il gruppo ha consegnato Vista, la prima di due navi di nuova generazione della classe Allura, con la seconda in consegna nel 2025.

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Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Fincantieri SpA5,67 EUR0,53
Leonardo SpA Az nom Post raggruppamento25,60 EUR1,95Rating

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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