Mediobanca corre sempre; Delfin verso lista autonoma

In un anno, il titolo ha guadagnato il 43% e la capitalizzazione è arrivata a 10 miliardi di euro. Il 28 ottobre si terrà l’assemblea che dovrà rinnovare il Cda.

Alliance News 22/08/2023 | 15:54
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Piazzetta Cuccia Milano

Foto AP

Continuano gli acquisti su Mediobanca, che dall'inizio di luglio ha guadagnato l'8,3% e in autunno terrà un'assemblea assai delicata per gli equilibri tra i soci. Secondo indiscrezioni di stampa, il tentativo di formare una lista unica con il Cda (consiglio di amministrazione, Ndr) uscente sarebbe fallito e la famiglia Del Vecchio sarebbe tentata dal presentare una propria lista, ovviamente facendo attenzione a non provocare interventi della BCE.

Oggi, in Piazza Affari, il titolo di Piazzetta Cuccia sale dell'1,4% a EUR11,86. In un anno il guadagno è stato notevole, con un rialzo del 43%. Rispetto al 30 giugno, il venerdì prima di quando emerse che Delfin ha il via libera dell'IVASS per salire fino al 20% in Generali - controllata da Mediobanca con il 13% circa -, le azioni Mediobanca sono salite dell'8,3% e oggi la capitalizzazione di mercato è arrivata a EUR10 miliardi.

Generali, che è il vero obiettivo della guerra di posizione in corso tra Alberto Nagel, la famiglia Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, oggi passa di mano a EUR18,55 con un rialzo dello 0,7%. Come sempre, il titolo triestino si è mosso con maggior flemma. In un anno, il guadagno è stato cospicuo e il progresso è stato del 23%, mentre dal 30 giugno il titolo è rimasto sostanzialmente stabile. La capitalizzazione di Borsa del Leone è a quota EUR29 miliardi, ovvero quasi il triplo di Mediobanca.

Secondo quanto riporta oggi "Repubblica", citando fonti vicine a Mediobanca, non ci sarebbe accordo tra il cda e Delfin per partecipare alla preparazione di una lista comune, in vista dell'assemblea del 28 ottobre - le liste vanno presentate entro il 15 settembre. In particolare, Piazzetta Cuccia avrebbe chiesto a Delfin di avere un atteggiamento meno simile a quello di un fondo attivista, ovvero più in linea con quello di un investitore stabile di lungo periodo e meramente finanziario, come richiesto dalla Bce all'atto delle autorizzazioni a salire nel capitale.

Inoltre, Delfin dovrebbe sostenere ufficialmente il piano triennale di Mediobanca.

In cambio, Nagel e i suoi alleati sarebbero stati disposti a riconoscere a Delfin - che ha il 19,8% mentre Caltagirone controlla il 9,9% senza concerto - la possibilità di eleggere due o più consiglieri e magari un presidente condiviso.

Nel corso delle trattative riservate, però, sarebbe emerso che Delfin ha respinto con nettezza l'accusa di essersi comportata come un fondo attivista e avrebbe anche sottolineato di aver sempre appoggiato, in assemblea, le delibere del cda, salvo quelle (meno importanti) sulle remunerazioni.

A questo punto, salvo colpi di scena e ripensamenti dell'ultima ora, è assai probabile che Delfin, guidata da Francesco Milleri in piena continuità con lo scomparso Leonardo Del Vecchio, prepari una lista per il cda Mediobanca di 15 nominativi, pur sapendo che potrebbe eleggerne non più di tre - un membro spetta ad Assogestioni. La lista potrebbe essere anche di sei o sette nomi, che passerebbero tutti se questa vincesse in assemblea.

Molto importante sarà la scelta dei curriculum e la comunicazione al mercato delle intenzioni. Quando BCE concesse l'autorizzazione a Delfin per passare dal 10% al 20% di Mediobanca, lo fece chiarendo che avrebbe dovuto continuare a occuparsi di fare l'investitore finanziario, questo perché Francoforte non vede di buon occhio che una banca sia controllata da soggetti non bancari.

In particolare, tra le prescrizioni della BCE ci sarebbe anche quella secondo la quale presidente e amministratore delegato non possano essere scelti all'interno della lista di minoranza qualificata.

Ciò non toglie che anche solo tre consiglieri in quota Delfin dal profilo decisamente combattivo potrebbero rappresentare un notevole problema per la gestione di Alberto Nagel.

Va detto che a maggio le premesse di un dialogo proficuo tra soci e management sembravano esserci tutte. Il 17 maggio, a margine dell'assemblea di EssilorLuxottica, Milleri aveva affermato: "Leggeremo il piano Mediobanca, lo faremo analizzare: se ce li chiederanno daremo dei suggerimenti, anche se noi non siamo degli esperti di banche. Siamo solo degli azionisti di lungo periodo e anche contenti: il titolo sta andando abbastanza bene, poi se cresce un po’ di più siamo ancora più contenti".

Il manager aveva risposto anche a domande sul cda di Piazzetta Cuccia, spiegando che "sul board vedremo anche lì se ci chiederanno qualcosa o meno".

Una settimana dopo, il 24 maggio, era stata la volta di Nagel a uscire allo scoperto. Il banchiere aveva detto che "la procedura del board è quella standard. Proporremo l'engagement con tutti i soci che lo vogliono fare sulla lista, come sul piano", Delfin compresa. E sui contatti con Delfin aveva aggiunto: "Incontriamo e continueremo a incontrare gli esponenti di EssilorLuxottica. Sono azionisti ed esponenti di un gruppo importante con cui abbiamo sempre lavorato".

Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist

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