Dopo la brutale invasione russa dell’Ucraina, un modo alternativo di guardare il mondo è attraverso la lente della “influenza”.
Cartelli e guerre fredde
Certamente questo è il piano del Sudafrica che ha convocato un incontro a fine agosto per espandere i BRICS, un acronimo molto datato coniato 20 anni fa per indicare Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica .
Quest’ultimo è decisamente il parente povero di questo quintetto, ma sta cercando di rilanciare l’idea di un blocco che possa sfidare il G7, tentando l’ambiziosa Arabia Saudita per trasformare il gruppo BRICSS.
Questo approccio può spaventare gli investitori che sostengono la globalizzazione, perché contrappone l’Occidente al mondo emergente. Altri potenziali nuovi membri dei BRICS sono Argentina, Iran, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Egitto. L'acronimo risultante è l'ultima delle nostre preoccupazioni.
Sullo sfondo di questa conferenza c'è il fatto che Sud Africa è in rapporti tesi con l'Occidente dopo essere stato accusato di vendere armi alla Russia. Ma non sarebbe l’unica cosa di cui le potenze occidentali sono preoccupate.
Il cartello petrolifero OPEC, che fissa i prezzi del petrolio, opera da tempo come parte del sistema finanziario globale e ha al suo interno regimi come quello di Venezuela, Iraq e Iran. Le specificità geografiche di dove si trova il petrolio sono state per lungo tempo parte della spinta dell’Occidente a diversificare la propria fornitura energetica, anche se la guerra della Russia in Europa ha dimostrato quanto fosse fragile lo status quo.
Tornando al mondo degli investimenti, anche gli investitori ESG non possono ignorare queste dinamiche. Questo tipo polarizzazione del potere non è una novità nella storia del mondo – si pensi all’idea di “sfere di influenza” della Guerra Fredda – ma l’establishment politico statunitense è probabilmente avvilito dalla deriva sudafricana.
I possibili scenari futuri
I concetto di '"influenza" è un tema che l'Amundi Institute ha trattato in un rapporto sulla geopolitica pubblicato a giugno. Il suo “scenario migliore” è che la Cina possa reinventarsi come mediatore di pace tra Russia e Ucraina e tornare in buoni rapporti con l’Occidente.
Il rapporto evidenzia tre tipi di vincitori nei futuri scenari: influence winner (India, Arabia Saudita, Turchia), i vincitori della diversificazione (Sud-est asiatico e Africa) e poi i defence winner come Australia e Giappone. C’è un’ampia gamma di Paesi che potrebbero, dunque, entrare in un fondo emergente o di frontiera.
Se sei un fan della crescita globale cooperativa, tuttavia, Amundi potrebbe frenare il tuo entusiasmo.
"Il riallineamento geopolitico ha implicazioni di vasta portata per le imprese", si legge nel report.
"Aumenterà i rischi di guerre economiche, sanzioni e sfruttamento delle risorse naturali per acquisire peso geopolitico. Il protezionismo e le politiche industriali nazionali aumenteranno, minando la cooperazione tra i Paesi".
Per chiudere il cerchio, cosa succederebbe se un investitore volesse partecipare alla crescita ma non investire in certi regimi?
Per fortuna, il settore degli ETF (Exchange traded fund) è in continua evoluzione e anche quelli con un orientamento ESG stanno diventando sempre più popolari.
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