La segmentazione dei mercati emergenti nel mondo segue spesso criteri come l’appartenenza a un’area geografica omogenea, il livello di dipendenza della crescita economica dalle esportazioni rispetto alla dinamica della domanda esterna, il grado di sensibilità e dipendenza dall’andamento del dollaro. O ancora, una segmentazione fatta a seconda se un Paese emergente sia o meno un produttore di materie prime, e di che tipologia (energy, terre rare, food, agricoltura, ecc.). Ma c’è una classificazione che negli ultimi anni sta prendendo sempre più peso, quella della rilevanza del settore tecnologico per la crescita del singolo Paese e del suo mercato azionario. Una sorta di classificazione settoriale, più che geografica, diventata sempre più fondamentale con l’inarrestabile crescita dei titoli tech sul listino americano degli ultimi anni, ma anche con il boom di nuovi prodotti e servizi digitalizzati che generano dati a un ritmo in esponenziale e che quindi richiedono sempre più potenza informatica per gestirli, interpretarli e metterli in pratica.
“Nei mercati emergenti, il settore tecnologico è al secondo posto per dimensioni nell’indice MSCI Emerging Market, col 21,2%, leggermente inferiore ai finanziari con il 21,9% - spiega Rob Mumford, Investment Director, Emerging Markets Equities di GAM. “Considerato il ruolo importante dei mercati emergenti in numerosi settori, i nuovi e vecchi costituenti dell’indice saranno fondamentali per la prossima fase della digitalizzazione, la Digital 4.0”.
Ma quali sono quindi i Paesi emergenti più correlati direttamente e legati al boom del mondo tech?
Le società dei mercati emergenti dell’Asia hanno un ruolo dominante in diversi segmenti high tech compresi semiconduttori, semi equipment, memorie per i server, substrato, confezionamento di schede madri e montaggio. In particolare, il trend positivo dell’intelligenza artificiale (IA) stimola la domanda verso quelle aziende produttrici di strumenti per semiconduttori, che forniscono i sistemi necessari per la produzione di microchip sempre più piccoli, veloci, economici, potenti ed efficienti dal punto di vista energetico.
Pur senza tralasciare il ruolo leader in campo high tech della Cina, spiccano in questi ambiti Paesi come Taiwan, Corea e Vietnam, da dove provengono molti delle componenti fondamentali per la vita digitale di tutti. A seguire, non vanno dimenticati anche Malaysia, Tailandia e Filippine, che occupano ruoli importanti nella supply chain del settore elettronica. Ma anche in sud America troviamo realtà come Mercado Libre, il gigante dell’e-commerce in grado di servire mezzo miliardo di clienti.
La voglia di microchip esalta i Paesi asiatici
Uno degli ambiti in cui i Paesi emergenti asiatici sono protagonisti è quello della produzione dei microhip. “Quando si parla di progettazione dei chip, gli Stati Uniti confermano la loro leadership – dice Anjali Bastianpillai, Senior Product Specialist di Pictet Asset Management, “mentre la Cina rimane fondamentale lungo l’intera catena produttiva, coprendo il 38% della domanda di assemblaggio, imballaggio e collaudo. Ancora una volta, tuttavia, sono Taiwan (con Taiwan Semiconductor Manufacturing Company - 2330) e la Corea del Sud (con Samsung - 005930) ad aggiudicarsi il primato del mercato, in qualità di fornitori esclusivi di chip all’avanguardia (semiconduttori da 3 nm), rispettivamente coprendo il 90% e il 10% delle tecnologie più avanzate”.
“I microchip sono la risorsa più critica del mondo, su cui hanno il predominio i produttori di Taiwan – conferma Mark Hawtin - Disruptive Strategist e Head of Growth Equities team di GAM. “L'attuazione del Chips Act statunitense è stata gradualmente avviata da quando Biden ha firmato la legge e si è già riflessa nella valutazione dei titoli dei semiconduttori sia in Asia che negli Stati Uniti. Poiché l'Asia detiene ancora l'80% della produzione globale di chip, è quasi impossibile che si verifichi un rapido cambiamento nella catena di fornitura globale dei semiconduttori”. In effetti la rivalità geopolitica con la Cina sta spingendo gli Stati Uniti ad approvvigionarsi di componenti high tech al di fuori della Cina.
Ma non di soli chip vivono le società tech delle economie emergenti asiatiche. Ad esempio, il mercato dell'IA può essere classificato in quattro segmenti: calcolo, infrastruttura, sviluppatori e applicazioni. Secondo Christophe Braun, Investment Director, Capital Group, sebbene sia difficile prevedere cosa potrebbe diventare l'IA nel prossimo decennio, ciò che sappiamo è che i modelli richiedono enormi quantità di raccolta, scrubbing e analisi dei dati. “Man mano che i compiti diventano più complicati aumenta anche la potenza di calcolo richiesta”, spiega Braun. “Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, una delle più grandi aziende produttrici di semiconduttori al mondo, potrebbe trovarsi in una posizione privilegiata per sfruttare questo insaziabile appetito di potenza di calcolo. Dal 2013 ha incrementato i propri dividendi aumentando i ricavi grazie alla crescita della quota di mercato nella produzione all'avanguardia”. Oltre alle GPU NVIDIA, l’azienda taiwanese produce i famosi chip “Bionic” di Apple, che alimentano gli iPhone e i Macbook di ultima generazione. Ma attenzione. Le tensioni geopolitiche che vedono Taiwan in forte attrito con la Cina possono surriscaldarsi ulteriormente anche in vista delle elezioni presidenziali di Taiwan del gennaio 2024.
Corea del Sud, il boom tech corre tra chip e batterie elettriche
Oltre a Taiwan, anche la Corea del Sud occupa un ruolo dominante nel settore dei chip, grazie anche all’impegno di un colosso mondiale della tecnologia come Samsung. Il settore delle memorie è un mercato con tre grandi operatori, e due delle tre società coreane (SK Hynix - 000660 - e Samsung Electronics) hanno una quota di mercato del 60% circa.
Ma il mercato della Corea del Sud offre un’opportunità settoriale diversificata in ambito tech e ospita diversi titoli tematici di crescita a lungo termine anche in altri settori quali le batterie per veicoli elettrici. Secondo Jan de Bruijn, Client Portfolio Manager Emerging Markets di Robeco, la Corea del Sud, che può vantare tre produttori di batterie a livello mondiale, potrebbe diventare un fornitore chiave per l'intero settore dei veicoli elettrici. “Manteniamo un forte sovrappeso sulla Corea del Sud”, dice Jan de Bruijn. “I fondamentali macro sono relativamente forti e stabili, mentre la Corea del Sud è stata tra i primi ad aumentare i tassi d'interesse per contrastare il forte aumento dell'inflazione registrato in tutto il mondo. La Corea del Sud è stata anche all'avanguardia nelle iniziative di crescita green e dispone di un quadro politico articolato per una crescita sostenibile sia a breve che a lungo termine. Ciò andrà a vantaggio di molte aziende sudcoreane, soprattutto quelle che operano nel settore dell'export, poiché la Corea del Sud ha un'ampia esposizione al settore dell'energia pulita”.
Vietnam, la nuova frontiera della diversificazione tech
Più che un mercato emergente, il Vietnam può essere considerato ancora un mercato di frontiera, ma rappresenta una delle economie in più rapida crescita al mondo nell’ultimo decennio, caratterizzandosi per fondamentali giudicati solidi dagli esperti. "È importante notare che la narrativa strutturale di lungo periodo rimane intatta, in quanto il Vietnam continua a raccontare una storia convincente guidata dagli IDE (investimenti diretti all’estero, Ndr), con le grandi aziende che si stanno diversificando dalle basi produttive concentrate in Cina o a Taiwan” evidenzia Johannes Loefstrand, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - Frontier Markets Equity. Per l’esperto il mercato azionario vietnamita è profondo e liquido, con circa 1.700 società quotate. Inoltre, scambia in media più di 1 miliardo di dollari al giorno, alla pari con i mercati più sviluppati, come il Messico.
Nell’ultimo decennio, il Vietnam ha registrato un forte aumento delle esportazioni, mentre la crescita della produttività ha superato quella dei vicini regionali. Un altro fattore chiave a lungo termine per il Vietnam è il suo livello di istruzione: secondo l’OCSE e la Banca mondiale, il Paese vanta un tasso di alfabetizzazione superiore alla media OCSE. Questo si traduce in posti di lavoro più qualificati in settori e industrie specializzate, sia per gli uomini sia per le donne. È chiaramente evidente nel settore tecnologico, con una forte percentuale di informatici e programmatori qualificati. Il Pil pro-capite è raddoppiato in questo periodo, mentre gli skyline delle città sono cambiati, la penetrazione dei telefoni cellulari è aumentata vertiginosamente.
Rischi di bolla tech per gli emergenti?
Il rally dei titoli tecnologici negli ultimi anni sul Nasdaq ha determinato una forte attenzione sui titoli tecnologici dei mercati asiatici più correlati al settore tech. Le notizie arrivate da Taiwan negli ultimi mesi evidenziano che gli investitori retail locali ma anche internazionali si stanno buttando su tutti i titoli che possono essere considerati del settore dell’intelligenza artificiale. Alcuni esperti già si sbilanciano nel dire che stanno emergendo bolle in alcuni settori a Taiwan e in Corea del Sud.
Robin Parbrook, Co-Head of Asian Equity Alternative Investments di Schroders spiega che si tratta di una tendenza simile a quella dei meme stock statunitensi, che ha portato alla drammatica ascesa e al declino di azioni come quelle di Gamestop. “In Corea – dice Parbrook - il fervore degli investitori retail appare ancora più irrazionale ed è più simile alla mania dei meme stock che abbiamo visto negli Stati Uniti. L'investitore retail coreano è patito dei titoli di aziende che vengono percepite come produttrici di batterie per veicoli elettrici. Tutto ciò a seguito delle normative statunitensi previste dall'Inflation Reduction Act per incoraggiare gli investimenti onshore nel settore e per escludere le aziende cinesi produttrici di batterie elettriche dal mercato statunitense”.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.