Fondi azionari energia: il rally del petrolio non è per tutti

La correlazione tra le quotazioni del greggio e quelle delle aziende petrolifere può variare in modo significativo, con impatti sulle performance dei fondi.

Sara Silano 28/09/2023 | 09:46
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Impianto petrolifero

-Da fine giugno, il prezzo del petrolio ha guadagnato quasi il 30%, ma i fondi azionari specializzati sul settore hanno reso in media il 12,5%.

-Le strategie dei gestori attivi possono differire tra loro in termini di allocazioni e pesi sui singoli segmenti industriali o sulle singole aziende.

-I big del petrolio si muovono in ordine sparso sull’abbandono degli idrocarburi.

Il prezzo del petrolio ha toccato i 95 dollari al barile (per il contratto Brent) il 19 settembre, toccando i massimi degli ultimi dieci mesi, ma non tutti i fondi azionari specializzati sul settore energetico stanno beneficiando del rally.

Da fine giugno, le quotazioni del greggio sono salite di quasi il 30% (al 20 settembre), mentre nello stesso periodo i fondi sui titoli energetici hanno reso in media il 12,5%. Investire nei titoli petroliferi, infatti, è diverso dall’acquistare uno strumento come un ETC (Exchange traded commodity) che replica l’andamento del prezzo della materia prima (e anche in questo caso, comunque, esistono delle divergenze rispetto al prezzo spot).

Le differenze tra quotazioni del greggio e andamento dei titoli energetici

La ragione principale risiede nel fatto che la correlazione tra i prezzi dell’oro nero e le quotazioni azionarie delle aziende energetiche può variare in modo significativo. Un recente articolo di Fabrizio Guidoni su Morningstar.it spiega bene questa differenza per i titoli di Piazza Affari.   

“Eni e Saipem dimostrano di avere una correlazione positiva con i prezzi del petrolio che dura nel tempo, ma il titolo del Cane a sei zampe ha registrato un calo di questa correlazione per effetto della diversificazione delle attività del gruppo”, scrive Guidoni.

Cosa c’è nel portafoglio dei fondi

Ma ci sono altre ragioni che spiegano la differenza tra l’andamento dei fondi che investono nell’energia e il petrolio.

Innanzitutto, nel perimetro di investimento dei gestori specializzati sull’energia rientrano industrie che offrono servizi o infrastrutture alle compagnie di oil&gas, ma non fanno attività di estrazione e raffinazione.

I dati Morningstar rivelano che la categoria dei fondi Azionari settore energia ha in media il 45% investito in gruppi petroliferi integrati, il 22,4% in attività di esplorazione e produzione e il resto diviso tra servizi e infrastrutture di trasporto, raffinazione e commercializzazione.

Strategie azionarie diverse sull’energia

In secondo luogo, le strategie dei gestori attivi possono differire tra loro in termini di allocazioni e pesi sui singoli segmenti industriali o sulle singole aziende.

Utilizzando l’indicatore Similarity score di Morningstar per individuare i titoli in comune tra i portafogli di due dei più grandi fondi azionari energia disponibili in Italia, vediamo che il primo, BGF World Energy, ha in comune con il secondo, Schroder ISF Global Energy solo il 20% delle posizioni (dati al 31 maggio 2023). E’ bene ricordare che il Similarity score viene calcolato individuando le partecipazioni comuni nei due fondi (in questo caso abbiamo preso solo quelle azionarie), quindi determinando la percentuale che le singole holding in comune rappresentano in ogni comparto. Infine, queste percentuali vengono sommate all'interno di ciascun investimento e divise per la percentuale di asset detenuti in azioni.

Portafogli e performance

Le differenze nelle scelte di investimento si riflettono nei rendimenti, anche se non sono l’unico aspetto da considerare perché sulle performance incidono fattori come le dimensioni patrimoniali e i costi. Ad esempio, da inizio anno il fondo Schroder ISF Global Energy è salito di circa il 17%, contro il +9% di BGF World Energy (al 20 settembre).

Tra i titoli che più hanno contribuito al risultato del fondo di Schroders nel periodo considerato, ci sono Galp Energia, compagnia energetica integrata portoghese, e la norvegese Equinor (EQNR). Tra i top contributor del comparto BlackRock, invece, ci sono il colosso europeo TotalEnergies (TTE) e la multinazionale britannica Shell (SHEL).

Le quotazioni del greggio influiscono di meno con la transizione green

Tra i fondi Azionari energia, ci sono anche alcuni comparti più focalizzati sulla transizione green come Credit Suisse (Lux) Energy Evolution Equity, che negli ultimi tre mesi hanno sofferto il rally del greggio.

Alcune storie aziendali hanno pesato in modo particolare sulla performance, come quella della compagnia energetica danese Ørsted, che è crollata dopo aver annunciato svalutazioni multimiliardarie nel portafoglio statunitense.

Il tema della transizione energetica impatta anche i fondi che sono poco esposti alle società specializzate nelle rinnovabili. I colossi petroliferi, infatti, stanno muovendosi a diverse velocità su questo fronte, come mostra l’analisi di alcuni dei titoli più comuni nei portafogli.

I big del petrolio in ordine sparso sull’abbandono degli idrocarburi

E’ ancora calda la notizia delle dimissioni di Bernard Looney da amministratore delegato di BP (BP.) che ha reso più incerte le prospettive della società sugli obiettivi di abbandono degli idrocarburi. D’altra parte, il nuovo CEO di Shell, Wael Sawan, ha mandato un chiaro messaggio sul fatto che “la redditività ha la priorità sulla crescita” e che tutti i progetti, inclusi quelli low carbon, “devono competere per i capitali e fornire un ritorno adeguato”, come si legge in una nota pubblicata da Allen Good, analista di Morningstar, lo scorso 17 agosto.

Altri big del petrolio, invece, sembrano più orientati a proseguire nel percorso di diversificazione delle fonti energetiche, come TotalEnergies, che ha annunciato recentemente una joint venture con il gruppo indiano Adani per sviluppare la produzione di energia solare ed eolica e con European Energy per progetti sulle rinnovabili. ExxonMobil (XOM), invece, rimane focalizzata sull’oil&gas, nonostante i recenti investimenti nelle tecnologie low carbon, in particolare per la cattura del carbonio.

Clicca qui per vedere tutti i fondi Azionari Settore energia disponibili in Italia.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
BGF World Energy A226,81 USD1,12Rating
CS (Lux) Engy Evolution Eq B USD Acc75,06 USD0,66
Schroder ISF Global Energy A Acc USD19,31 USD1,09Rating

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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