Stellantis in cerca di un futuro più sereno tra scioperi e sfida dell’elettrico

A tenere sulle spine le quotazioni di Borsa ci sono le preoccupazioni per l’ondata di scioperi sempre più intensa in Usa, ma anche news positive, come il rallentamento della corsa verso una regolamentazione Euro 7 più rigida da parte dei Paesi dell’Unione Europea.

Fabrizio Guidoni 26/09/2023 | 10:00
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È un settembre decisamente caldo quello che Stellantis si appresta a chiudere. Ma anche ottobre si preannuncia pieno di sfide. A tenere in tensione le quotazioni in Borsa del gigante dell’auto sono l’ondata di scioperi sempre più intensa in Usa, sul fronte delle notizie non gradite, e il rallentamento della corsa verso una regolamentazione Euro 7 più rigida da parte dei Paesi dell’Unione Europea, per quanto riguarda le news positive.

 

 

Le nuove tensioni sindacali In Usa

È di pochi giorni fa la notizia che la lotta sindacale negli Stati Uniti si fa sempre più dura. Il sindacato United Auto Workers ha annunciato che intensificherà i suoi scioperi contro le case automobilistiche di Detroit, anche se ha detto di stare facendo progressi concreti nelle trattative con Ford Motor. In effetti, in assenza di un accordo la Uaw ha esteso gli scioperi contro GM e Stellantis a 38 centri di distribuzione di ricambi negli Stati Uniti. 

In particolare, per Stellantis lo sciopero si è allargato coinvolgendo 20 centri di distribuzione dei pezzi di ricambio, ovvero altri 2.150 operai, per un totale di quasi 8.000 dipendenti, pari a circa il 10% della forza lavoro in nord America. Gli analisti di Equita Sim, nel valutare gli impatti di questo allargamento dello sciopero sul titolo Stellantis, su cui hanno rating buy con prezzo obiettivo 23 euro, si sono focalizzati sul fatto che al contrario della stessa Stellantis, Ford non ha subito un`escalation degli scioperi in quanto le trattative hanno registrato progressi (avendo accettato di convertire i contratti dei lavoratori interinali a temo indeterminato e di rispristinare le indennità sul costo della vita sospese dal 2009. "Questo elemento – scrivono gli esperti - renderebbe meno pesanti le conseguenze per la filiera dei componentisti che lavorano coi big three". Hanno quindi sottolineato che resta però da chiarire se l'evoluzione delle contrattazioni in Ford possa accelerare o quanto meno agevolare un accordo con gli altri due, GM e Stellantis. “Da segnalare – sottolineano al termine della loro analisi gli esperti di Equita - che secondo Cox Automotive, Stellantis è meglio posizionata in quanto ha scorte di prodotti finiti per oltre 100 giorni, più di Ford e GM”.

La frenata nella corsa a Euro 7

Se la notizia dell’allungamento e dell’allargamento degli scioperi non aiuta certo le quotazioni di Stellantis, ha invece una valenza positiva l’indiscrezione trapelata in un primo momento da fonti diplomatiche che i Paesi dell’UE hanno concordato una proposta di compromesso presentata dalla Spagna per allentare i limiti delle emissioni Euro 7. La proposta rappresenta una versione meno rigida della proposta iniziale della Commissione europea di inasprire i limiti di emissione di inquinanti diversi dalla CO2, come il monossido di carbonio e l’ossido di azoto, provenienti da freni e pneumatici. Da parte loro, tutte le principali case automobilistiche europee hanno più volte sostenuto di recente che Euro 7, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2025, è troppo costoso e i vantaggi ambientali sarebbero trascurabili. In effetti, gli standard di emissione più severi hanno sempre voluto dire maggiori investimenti e costi di conformità per le case automobilistiche.

 

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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