Fondi ed ETF: chi ha vinto e chi ha perso nel terzo trimestre 2023

Alcuni mercati emergenti e di frontiera salgono in cima alla classifica delle performance trimestrali, insieme ai comparti specializzati sul settore energetico. In fondo, troviamo le fonti rinnovabili e gli obbligazionari a lungo termine in euro.

Sara Silano 05/10/2023 | 10:41
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Trofeo d'oro

-La categoria degli azionari Turchia segnano un rialzo medio del 34% nel trimestre.

-Il mercato indiano attira gli investitori esteri e la capitalizzazione sale a livelli record.

-Il rally del petrolio scalda gli ETC sull’oro nero, mentre le energie rinnovabili chiudono il trimestre con il segno meno.

I fondi e gli ETF (Exchange-traded fund) azionari Turchia rimbalzano e salgono in vetta alla classifica del terzo trimestre, con un rialzo medio intorno al 34%. Corrono anche i comparti specializzati sull’energia, in scia alla fiammata del greggio. Per contro, gli azionari con focus sulle fonti rinnovabili sono i peggiori nel periodo luglio-settembre con perdite medie del 13%, seguiti dagli obbligazionari a lungo termine in euro, che sono in ribasso di oltre il 10%.

I mesi estivi, dunque, hanno riservato alcune sorprese agli investitori che ora scrutano cosa potrebbe accadere nell’ultima parte del 2023. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa è successo.

I fondi e gli ETF con le migliori performance nel trimestre

La Borsa di Istanbul ci ha ormai abituato ad alti e bassi. La deviazione standard dei fondi azionari Turchia - un indicatore della loro volatilità - è la più alta tra le categorie Morningstar nell’ultimo triennio (35%). Nel 2022, questi comparti avevano guadagnato oltre il 100%, ma avevano sofferto nel secondo trimestre, per poi ritrovare slancio nei mesi estivi, grazie anche alla recente decisione della Banca centrale turca di alzare i tassi di interesse di 500 punti base, portandoli dal 25% al 30% per contrastare l’inflazione.

Il rally del petrolio è stato sicuramente uno dei protagonisti dell’estate 2023 sui mercati finanziari. L’impennata delle quotazioni si è riflessa sull’andamento degli ETC (Exchange-traded commodity) specializzati sull’oro nero (+30%) e, in misura minore sui fondi azionari energia e su quelli specializzati sulla Borsa di Oslo, fortemente esposti al settore energy.

In luce i mercati di frontiera e l’India

Tra le migliori categorie nel terzo trimestre (+6,5%), troviamo anche i mercati di frontiera, un universo all’interno del quale ci sono alcuni Paesi, come il Vietnam, che potrebbero passare ad emergenti, e l’Arabia Saudita, che è stata invitata a far parte dei BRICS (acronimo di Brasile, Russia India, Cina e Sudafrica) da gennaio 2024.

Infine, non possiamo ignorare la performance dei fondi azionari India (+6% in media), perché la Borsa di Bombay ha raggiunto la capitalizzazione record di 3.800 miliardi di dollari negli ultimi mesi e sta registrando performance superiori ad altre aree emergenti.

“Nel 2023 il mercato azionario indiano ha ricevuto considerevoli flussi in entrata dall'estero, avendo attirato ad oggi (28 settembre, Ndr) un importo netto pari a 16 miliardi di dollari (più della metà dei flussi netti totali in entrata nel mercato azionario globale)”, spiega Prashant Kothari, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management . “Nonostante ciò, gli investimenti internazionali nel Paese sono ancora scarsi. Ma la situazione potrebbe presto cambiare: la tesi a favore di un'allocazione consistente in titoli indiani all'interno di un portafoglio azionario globale è oggi più forte che mai. Il mondo delle aziende indiane offrirà un ampio terreno di caccia agli investitori internazionali desiderosi di diversificare le proprie partecipazioni”.

I fondi e gli ETF con le peggiori performance nel trimestre

Se capovolgiamo la classifica, vediamo che la peggior categoria è quella degli Azionari energie alternative, che ha perso in media oltre il 13%. La performance può sorprendere considerato l’impulso agli investimenti nelle rinnovabili per far fronte alla crisi energetica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

In realtà, la prima parte del 2023 è stata caratterizzata da volatilità. Come spiega Alex Monk, Global Renewables Analyst di Schroders, le cause sono “le continue pressioni inflazionistiche e le interruzioni delle catene di approvvigionamento; l’inasprimento delle condizioni finanziarie da parte delle banche centrali e l’allentamento della domanda in alcuni mercati finali come il solare residenziale e la ricarica dei veicoli elettrici. Anche il rapido calo dei prezzi dell’energia non è stato d’aiuto”.

Secondo Monk, nel breve ci sarà ancora volatilità, ma le prospettive per il 2024 sono più rosee. “Man mano che le catene di approvvigionamento si allentano, gli ordini vengono sbloccati grazie al sostegno politico e al fatto che i consumatori e le imprese si adattino all’ambiente post-Covid, la domanda di tecnologie per la transizione energetica è destinata ad aumentare. Le aspettative di guadagno a medio termine si stanno spostando verso l’alto, dando fiducia che gli utili miglioreranno a partire dal 2024”, dice l’analista di Schroders.

Lo scivolone degli obbligazionari a lungo termine

Un’altra categoria che ha sofferto molto nel terzo trimestre è quella dei fondi obbligazionari a lungo termine in euro, che ha registrato ribassi medi superiori al 10%.

“Gli investitori continuano a navigare in un contesto di mercato incerto, a causa delle implicazioni della politica monetaria globale in un'economia che sta sopportando un rallentamento della crescita in contrapposizione a un'inflazione di fondo vischiosa”, commenta Quentin Fitzsimmons, portfolio manager di T. Rowe Price. “I policymaker hanno rafforzato la loro narrativa higher for longer (tassi più alti più a lungo, Ndr), facendo salire i rendimenti obbligazionari e rendendo più ripide le curve, in quanto gli investitori valutano le implicazioni di un periodo prolungato di politica restrittiva”.

I fondi e gli ETF sul settore utilities non tengono il passo

I comparti azionari che investono nei servizi di pubblica utilità hanno in media perso oltre il 7% nel terzo trimestre, che è stato il peggiore dall’inizio dell’anno.

"Le utilities europee hanno sottoperformato il mercato europeo in generale del 4% da inizio anno a causa dell'aumento dei tassi di interesse che ha messo in ombra i forti risultati del secondo trimestre”, spiega Tancrede Fulop, analista azionario di Morningstar. “Il rendimento da dividendo medio del 4,5% è vicino alla media storica, ma il premio rispetto al rendimento medio dei titoli di stato europei dello 0,7% è ai minimi degli ultimi dieci anni. Il calo dei tassi di interesse è fondamentale per una rivalutazione del settore che è attualmente sottovalutato con un rapporto un prezzo medio/fair value di 0,9”.

Ancora un trimestre negativo per le small cap

Tra i fondi e gli ETF con le peggiori performance ci sono quelli specializzati sulle società a media e piccola capitalizzazione. Ad esempio, gli Azionari Eurozona small cap hanno perso oltre il 7% nel trimestre. Il segmento prosegue il trend negativo del 2022, in un contesto di rialzi dei tassi di interesse, alta inflazione e timori di rallentamento economico che rende gli investitori più avversi al rischio.

Oro sotto pressione

E’ stato un trimestre in rosso anche per i fondi azionari del settore metalli preziosi (-6,85%), che hanno risentito del calo delle quotazioni dell’oro, ai minimi degli ultimi sette mesi a causa del pressione esercitata dal dollaro forte e dal rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi.

Fondi azionari Italia in rosso

Infine, i fondi azionari Italia hanno archiviato gli ultimi tre mesi ribassi medi superiori al 2% e il sentiment degli investitori rimane negativo. Il CFA Italy Sentiment Index- indicatore che riflette la differenza tra la percentuale di professionisti certificati CFA che operano in Italia che sono ottimisti sulle prospettive economiche del Paese nei prossimi sei mesi, rispetto alla percentuale di coloro che sono pessimisti – è sceso a -75 per il mese di ottobre, il minimo assoluto della serie storica calcolata da gennaio 2015.

Il grafico qui sotto mette a confronto la performance media di fondi ed ETF azionari Italia con l’indice Morningstar IlSole24Ore Italy 40, rappresentativo delle blue chip di Piazza Affari. Tra le cause della sottoperformance dei fondi c’è la maggior esposizione alle small e mid cap, più legate all’economia reale che sono rimaste indietro rispetto alle società a larga capitalizzazione. penalizzate dai timori di recessione, come ha spiegato Alberto Chiandetti, gestore del fondo Fidelity Italy in questo video.  

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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