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Titoli della difesa: perché guerra non equivale sempre a profitti

Il 9 ottobre abbiamo visto un improvviso aumento delle azioni del settore difesa come  reazione esagerata e semplicistica allo scoppio del conflitto in Israele.

Ollie Smith 11/10/2023 | 09:19
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Iron dome

Secondo gli analisti di Morningstar, il legame tra conflitti e profitto dei titoli della difesa non è così semplice come gli investitori possono immaginare quando accadono eventi come la forte escalation di violenza in Medio Oriente.

I titoli europei della difesa hanno registrato rialzi generalizzati dopo l'incursione di Hamas in Israele sabato 7 ottobre, portando i gestori di portafoglio e gli analisti a esaminare i potenziali effetti a lungo termine di un conflitto prolungato nella regione.

Nicolas Owens, analista azionario di Morningstar, sostiene che i due argomenti utilizzati per giustificare l'acquisto immediato di titoli della difesa potrebbero non essere così validi come si pensa.

"A nostro avviso, l'improvviso aumento dei prezzi dei titoli della difesa del 9 ottobre è una reazione esagerata e semplicistica allo scoppio della guerra in Israele e a Gaza", afferma.

"Come abbiamo già sottolineato in precedenza, i punti di contatto tra i combattimenti militari e i profitti di un appaltatore della difesa non sono così diretti come sembrano nell'immaginario del pubblico degli investitori".

"Non modificheremo i nostri rating o le valutazioni dei fornitori di servizi di difesa alla luce di questa notizia e riteniamo che lo sviluppo e il rinnovo a lungo termine della tecnologia di difesa missilistica siano già sufficientemente incorporati nelle nostre previsioni".

Owens aggiunge che l'aumento della spesa per la difesa è già nei prezzi di mercato.

Aspettative eccessive?

"Sentiamo due narrazioni utilizzate per giustificare gli acquisti a raffica di aziende del settore della difesa, ma nessuna delle due, a nostro avviso, ha un peso fondamentale", afferma.

"In primo luogo, la narrazione secondo cui i combattimenti di oggi portano a un aumento degli acquisti di armi prodotte da una determinata azienda e fanno sì che le azioni di quest'ultima valgano di più non tiene conto del largo anticipo con cui i militari si procurano le armi e che l'approvvigionamento è soggetto a vincoli strategici e politici.

"In secondo luogo, la narrativa più ampia secondo cui i combattimenti improvvisi in una zona geopolitica calda aumentano l'instabilità geopolitica, i bilanci della difesa e quindi i ricavi dei fornitori di strumenti di difesa è più solida dal punto di vista logico ma, a nostro avviso, il riorientamento della strategia di difesa degli Stati Uniti nel 2017 e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022 supportano questa storia e non vediamo un aumento incrementale della spesa globale per la difesa".

Tra i titoli della difesa che hanno beneficiato della situazione c'è BAE Systems (BA.), il più grande produttore del Regno Unito. Ieri le sue azioni hanno guadagnato l'1,2% sulla base dell'idea che il conflitto sia positivo per il business. L'azienda produce di tutto, dai prodotti per le comunicazioni GPS ai cannoni navali.

Ma secondo Owens il nesso tra la situazione in Israele e la convinzione che BAE Systems possa trarre un vantaggio specifico dagli eventi della regione è debole.

"Le immagini live del sistema di difesa missilistica a corto raggio sviluppato da Israele e denominato 'Iron Dome' dimostrano le capacità più strettamente associate ai portafogli di munizioni di RTX e BAE Systems, nessuno dei quali supera il 10% delle entrate dell'azienda", afferma l'analista.

"E come nel caso dell'Ucraina, quando i combattenti esauriranno le munizioni, queste verranno rifornite dalle scorte esistenti degli alleati, senza alcun impatto sul produttore che le ha precedentemente fornite. Eventuali ordini per altre armi potrebbero arrivare, se gli attuali tassi di produzione non riusciranno a riempire le scorte in tempo, ma l'aggiunta di capacità è costosa e richiede tempo, e quindi non è un segnale rialzista a nostro avviso".

In uso dal 2011, l'Iron Dome è un sisteme di difesa antimissile distribuito in 10 "batterie" in tutto Israele.

Per quanto riguarda il gigante della difesa RTX (RTX), si colloca tra le principali società di difesa statunitensi che gli analisti di Morningstar ritengono sottovalutate.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
BAE Systems PLC1.287,00 GBX-2,13Rating
RTX Corp118,53 USD0,20Rating

Info autore

Ollie Smith  è editor di Morningstar UK

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