Hai mai pensato come sarebbe la tua vita se fossimo costretti a razionare l’uso dell’acqua? La scarsità di questa risorsa è un problema globale, che aumenta di anno in anno a causa dei cambiamenti climatici e ha ricadute ambientali, sociali ed economiche difficili da gestire.
Nonostante la percentuale della popolazione mondiale che ha accesso all’acqua potabile gestita in modo sicuro (proveniente da fonti accessibili e priva di contaminazioni) sia salita nel 2022 al 74%, dal 62% del 2000, secondo i dati della Banca Mondiale ci sono ancora circa 2 miliardi di persone nel mondo che non hanno questa disponibilità. Tra questi, 771 milioni di persone, per la maggior parte concentrati nell’Africa sub-sahariana e nelle aree rurali, non possono accedere nemmeno ai servizi di base di acqua potabile.
Le risorse idriche a disposizione per soddisfare i bisogni umani sono ridotte: solo il 3% dell'acqua presente sul pianeta Terra è dolce e di questo 3%, il 2,5% non utilizzabile perché rappresentato da ghiacciai. Oltre alla questione della scarsità delle risorse idriche, ci sono altri problemi. L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo idrico mondiale, pubblicato quest’anno, ha evidenziato che entro il 2050 si registrerà un aumento della domanda idrica del 20-30%, a causa della maggiore richiesta da parte dei paesi emergenti. Lo stress idrico, aggiunge il rapporto, creato dalla scarsità delle risorse e dalla maggiore domanda, peggiorerà nel tempo a causa dell’accelerazione e della diffusione dell’inquinamento delle acque dolci e in seguito al cambiamento climatico.
La scarsità delle risorse idriche rappresenta una minaccia anche per le aziende, poiché un elevato consumo di acqua, o un suo utilizzo inefficiente, può danneggiarne la reputazione delle società agli occhi dell’opinione pubblica. “Le comunità locali sono sempre più attente a controllare i modelli di consumo idrico delle aziende, soprattutto quando le loro attività sono situate in regioni in cui le risorse idriche sono scarse”, afferma Muhammad Koya, Senior Associate Product Manager di Sustainalytics. “Tuttavia, nonostante la crescente importanza dei rischi legati all’acqua, la rendicontazione sugli usi da parte delle aziende rimane ancora molto incompleta. I numeri, infatti, dicono che solo una su dieci pubblica i dati relativi ai propri consumi idrici".
Come identificare le aziende virtuose?
Sustainalytics ha sviluppato metriche proprietarie che garantiscono un’ampia copertura dell’universo delle società quotate sulle Borse globali e che permettono di identificare le migliori aziende nella gestione dell’acqua. In questo articolo ci concentreremo sul dato della water intensity, calcolato come il volume di acqua utilizzata (metri cubi) per ogni milione di dollari di ricavi prodotti dall'azienda. Gli analisti di Sustainalytics hanno riscontrato che questo datapoint è utile a capire il grado di esposizione al rischio acqua di ogni azienda che è parte della valutazione del rischio ESG della stessa. Il rating di sostenibilità, rappresentato dal Morningstar ESG Risk Rating Assessment, valuta la possibilità che le problematiche di carattere ambientale, sociale e di governance possano potenzialmente metterne in pericolo il valore di mercato della società.
Quali sono dunque le aziende europee più esposte a questo rischio? Innanzitutto, bisogna sottolineare che ci sono settori, come le utilities, le materie prime e l'energia, che per loro natura richiedono un maggiore utilizzo di acqua. D’altro canto, finanza e tecnologia sono i settori che consumano meno acqua (Figura 1). Per questo motivo, lo scopo della nostra analisi è identificare le aziende best-in-class nei diversi settori.
Figura 1: Uso di acqua per settore
Fonte dati: Sustainalytics
Le aziende best-in-class nella gestione dell’acqua
Partendo dalle holding dell’indice Morningstar Europe Large-Mid, abbiamo esaminato i settori con il più elevato consumo di acqua: utility, materie prime ed energia. Tra i titoli delle utility, i più efficienti nell'uso delle risorse idriche sono la spagnola Redeia Corporacion SA, le britanniche National Grid e Severn Trent, e le italiane Enel e ACEA, mentre nelle ultime posizioni troviamo Enagas, Elia Group, BKW, SSE e Terna Energy. Nel campione esaminato le migliori aziende nella gestione idrica non necessariamente hanno il miglior profilo ESG. Questo è un dato che abbiamo ottenuto per tutti e tre i comparti esaminati.
Nel settore materie prime, IMCD NV, Azelis Group NV, Johnson Matthey PLC, Fuchs SE PRF PERPETUAL e Borusan Yatirim Pazarlama hanno una water intensity più bassa, ma hanno un rating di rischio ESG paragonabile alle aziende meno efficienti nella gestione dell’acqua quali: Air Liquide SA, Solvay SA, Stora Enso Oyj, voestalpine AG e Yara International.
Tra i titoli energetici, abbiamo riscontrato che le aziende meno efficienti nella gestione dell’acqua, come MOL Hungarian Oil and Gas PLC, Saipem SpA, Eni SpA, Orlen SA ed Energean PLC, hanno un migliore rating ESG rispetto alle aziende più virtuose nell’uso delle risorse idriche.
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