-Il 36,6% dei gestori azionari attivi ha battuto i concorrenti passivi nell’ultimo anno (al 30 giugno), in crescita rispetto a fine 2022.
-Oltre il 62% dei fund manager obbligazionari ha fatto meglio delle controparti indicizzate negli ultimi dodici mesi.
-Nel decennio, il tasso di successo dei gestori rimane basso.
Nell’ultimo anno, oltre un terzo dei gestori azionari attivi ha sovraperformato quelli passivi. Nel reddito fisso, i fund manager hanno fatto ancora meglio, con una media del 62,7% che ha sovraperformato i concorrenti indicizzati.
Questi risultati sono contenuti nell’Active/Passive Barometer europeodi Morningstar, un rapporto semestrale che misura la performance dei fondi attivi domiciliati in Europa rispetto ai passivi nelle rispettive categorie Morningstar. Comprende quasi 26.000 strumenti che rappresentano circa 6,3 trilioni di euro di asset, ovvero intorno alla metà del mercato totale dei fondi europei.
Fondi azionari: tasso di successo dei gestori in aumento
La prima metà del 2023 è stata positiva per i mercati azionari sviluppati, mentre i mercati emergenti sono rimasti indietro. In media, il 36,6% dei gestori azionari attivi europei nelle 43 categorie azionarie analizzate da Morningstar ha superato la media dei fondi passivi nel periodo di un anno fino alla fine di giugno 2023. Il dato è migliore rispetto al 33,6% alla fine del 2022 e al 30,4% di un anno prima.
“In genere, i tassi di successo per i gestori attivi sono più elevati nelle categorie azionarie focalizzate sui segmenti mid e small cap rispetto alle large cap”, spiega Dimitar Boyadzhiev, analista senior del team Passive Strategies Research di Morningstar. “I fondi attivi hanno anche maggiori probabilità di successo nelle categorie azionarie in cui l'esposizione media dei concorrenti passivi è strutturalmente sbilanciata verso un settore economico specifico o su singoli titoli”.
Non tutti i gestori attivi, tuttavia, hanno aumentato il tasso di successo nell'ultimo anno. Solo il 19,4% dei fund manager nella categoria Azionari Eurozona large-cap ha sovraperformato i concorrenti indicizzati nell’anno (al 30 giugno), in netto calo rispetto al 44,1% dell’anno precedente. Il 2023 è iniziato in modo promettente nell’area euro, sulla spinta delle performance del settore tecnologico, ma quando la Banca centrale europea ha annunciato ulteriori rialzi dei tassi, l’attenzione degli investitori si è spostata sui rischi di rallentamento economico e i gestori si sono trovati a dover navigare acque agitate.
Per gli Azionari Italia, il tasso di successo dei gestori attivi nell’ultimo anno è stato ancora più basso (il 16%), una percentuale che può essere in parte spiegata dalla maggior esposizione dei fund manager attivi alle società a medio e piccola capitalizzazione, che hanno sottoperformato le blue chip. Per contro, tra gli ETF (Exchange traded fund) prevalgono quelli specializzati sull’indice principale.
Reddito fisso: oltre il 62% dei gestori batte i fondi passivi
Dopo un 2022 da dimenticare, i mercati obbligazionari hanno ripreso vigore nella prima metà del 2023, con l’aumento dei rendimenti che ha spinto la domanda di emittenti governativi e societari investment grade dei Paesi sviluppati. Gli investitori hanno iniziato a posizionarsi per un eventuale picco dei tassi di interesse, di conseguenza, l'attenzione si è spostata dal segmento delle scadenze a breve a quello a più lungo termine. In questo contesto, il 62,7% dei gestori obbligazionari attivi nelle 24 categorie analizzate da Morningstar ha sovraperformato i concorrenti passivi nell’ultimo anno (a fine di giugno), in aumento rispetto al 55,5% della fine del 2022 e al 46,2% dell’anno precedente.
I gestori attivi nella categoria degli obbligazionari in euro hanno visto il tasso di successo a un anno balzare al 66,3% dal 38% dell'anno precedente, mentre gli obbligazionari corporate in euro hanno registrato un tasso di successo a un anno del 78,7%, in forte aumento rispetto al 27,1% di dodici mesi prima.
I fondi passivi vincono nel lungo termine
“L'aumento complessivo dei tassi di successo a breve termine dei gestori attivi è sicuramente incoraggiante, ma i dati a lungo termine rimangono solidamente a favore dei fondi passivi”, afferma Boyadzhiev. “In media, solo il 17,1% dei gestori azionari attivi e il 23,1% degli obbligazionari attivi sono riusciti a battere le controparti passive nell’arco di 10 anni alla fine di giugno 2023”.
Inoltre, il barometro degli investimenti attivi e passivi di Morningstar mostra che i fondi indicizzati tendono a sopravvivere più a lungo. Nel decennio, in media è sopravvissuto il 53,7% dei comparti azionari attivi, contro il 63% di quelli indicizzati. La tendenza è simile nel reddito fisso, dove è sopravvissuto il 52% dei fondi attivi rispetto al 60,8% dei passivi. La probabilità di sopravvivenza di un fondo è strettamente legata al suo tasso di successo. "La ragione principale per cui la maggior parte delle strategie attive ha vita breve sono le performance inferiori alla media”, conclude Boyadzhiev.
Scarica il report completo Morningstar European Active/Passive Barometer.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.