-Nel terzo trimestre sono aumentati i flussi totali verso gli ETF.
-Tra gli azionari, sono state preferite le strategie su Wall Street, i mercati globali, ma anche l’energia.
-Nell’industria europea entra Ark e si fanno strada gli ETF attivi.
Il mercato europeo degli ETF (Exchange traded fund) e degli ETC (Exchange traded commodity) ha retto al cambio di sentiment sui mercati da agosto in poi. Nel terzo trimestre, i flussi netti sono stati positivi per 29,7 miliardi di euro, in aumento rispetto ai tre mesi precedenti (27,9 miliardi). A causa, però, dei ribassi delle azioni e delle obbligazioni, il patrimonio complessivo è variato poco, da 1,49 mila miliardi a 1,5 mila miliardi.
Nel corso del trimestre, sono emerse alcune tendenze che potrebbero influenzare il mercato degli ETF nell’ultima parte dell’anno, anche se bisogna mettere in conto l’incertezza generata da un nuovo fronte di conflitto in Israele. In tutto, abbiamo identificato sei trend:
1) I flussi verso gli ETF azionari sono aumentati, nonostante i mercati siano scesi.
2) Gli investitori si stanno dirigendo sugli azionari del settore energia, mentre stanno uscendo dai fondi specializzati sui finanziari.
3) Tra gli Exchange traded fund obbligazionari, il primato va ai governativi.
4) I fondi a scadenza fanno capolino sul mercato degli ETF.
5) I flussi verso gli ETF sostenibili diminuiscono, ma c’è interesse per i green bond.
6) I nuovi player puntano sugli ETF attivi.
1) Nessuna fuga dagli azionari
Nel terzo trimestre, gli ETF azionari hanno raccolto 19 miliardi netti, più dei tre mesi precedenti (12,5 miliardi), nonostante il mercato azionario globale abbia chiuso il periodo in calo (-0,36% in euro l’indice Morningstar Global TME), trascinato soprattutto dai titoli tecnologici, che avevano spinto la crescita nella prima parte dell’anno. Gli investitori hanno mostrato preferenza in particolare per gli Exchange traded fund specializzati sul mercato statunitense e su quello globale.
2) Dentro l’energia e fuori dalle banche
A livello settoriale, gli investitori si sono orientati sui fondi azionari del settore energetico (+50 miliardi), in un periodo in cui le quotazioni delle compagnie petrolifere sono state influenzate dall’aumento del prezzo del greggio, anche se è bene ricordare che la correlazione tra il titolo e la materia prima può variare in modo significativo.
Per contro, i fondi specializzati sui titoli finanziari hanno subito deflussi per 1,1 miliardo di euro nel terzo trimestre. “I tassi di interesse in rapida crescita hanno contribuito ai solidi risultati del settore bancario nell’ultimo anno, ma gli investitori sembrano ora essere più preoccupati per gli effetti negativi di un periodo prolungato di tassi elevati sulla domanda di prestiti”, commenta José Garcia-Zarate, associate director per la ricerca sulle strategie passive di Morningstar. Gli occhi sono puntati sulle trimestrali del comparto. Tra le prime, quella di JPMorgan, che ha comunicato risultati buoni, ma ha messo in guardia sulle difficili condizioni economiche in un contesto di forte inflazione e tensioni globali.
3) Corsa agli ETF sui titoli governativi
Gli ETF obbligazionari hanno raccolto 12,2 miliardi di euro nel terzo trimestre, meno dei tre mesi precedenti. La maggior parte dei flussi si è diretta verso i fondi passivi specializzati sui titoli di Stato in euro (3,2 miliardi) e in dollari (3,2 miliardi).
“In un contesto generale di crescente pessimismo e revisione delle aspettative di politica monetaria, gli investitori hanno cercato di posizionarsi sul segmento più breve della curva dei rendimenti. In effetti, molti degli ETF obbligazionari protagonisti del trimestre sono alternative alla liquidità”.
4) E’ arrivato l’ETF a scadenza
Nella top 10 delle categorie obbligazionarie troviamo gli ETF a scadenza, con una raccolta di 300 milioni. Analogamente ai fondi a scadenza, questi strumenti hanno un termine allineato con i bond in portafoglio. Una volta giunti a scadenza, i sottoscrittori ricevono un ammontare pari al valore della quota. Inoltre, è prevista la possibilità di avere cedole periodiche. Presenti negli Stati Uniti da un decennio, sono arrivati anche in Europa. Ad agosto, iShares ha lanciato la prima serie, denominata iBonds.
5) Meno flussi verso gli ETF ESG, ma occhio ai green bond
I flussi verso gli ETF sostenibili sono passati da 10,6 miliardi del secondo trimestre a 7,2 miliardi a fine settembre. Hanno rappresentato il 24,3% della raccolta totale dei fondi indicizzati, contro il 38% di tre mesi prima. Il calo delle sottoscrizioni ha riguardato sia gli azionari sia gli obbligazionari, ma tra questi ultimi è interessante notare che i governativi in euro hanno attratto circa un miliardo, di cui 700 milioni riconducibili all’ETF Amundi Euro Government Tilted Green Bond. Il fondo replica un indice costituito almeno per il 30% da obbligazioni verdi.
“L’integrazione dei criteri ESG nel mercato dei titoli governativi rimane impegnativa; quindi non sorprende vedere che gli investitori utilizzano i green bond come alternativa per imprimere una impronta sostenibile alla loro allocazione sulle obbligazioni governative”, commenta Garcia-Zarate.
6) I nuovi player puntano sugli ETF attivi
A settembre, l’industria europea degli ETF è stata scossa dalla notizia dell’ingresso in Europa di Ark Invest, la società fondata da Cathie Wood, tramite l’acquisto di Rize. L’operazione permetterà alla società americana di creare una gamma UCITS di ETF tematici gestiti attivamente, contando sullo know-how distributivo e regolamentare di Rize.
Imboccare la strada degli ETF attivi sembra la strategia più percorribile attualmente sul mercato europeo. “Sebbene si tratti ancora di un’area di nicchia, che rappresenta circa il 2% del patrimonio totale investito in ETF europei, gli strumenti di questo tipo attivi stanno guadagnando popolarità. In effetti, i gestori che cercano di entrare nel Vecchio continente, probabilmente vedono gli ETF attivi come l’ovvio punto di ingresso in un mercato in cui lo spazio per i provider passivi più classici è piuttosto scarso”, spiega Garcia-Zarate “Ad esempio, a settembre Robeco ha annunciato che debutterà sul mercato europeo degli ETF nel 2024 e si concentrerà su strategie attive basate sulla propria esperienza negli investimenti sostenibili”. Un’altra casa di gestione specializzata sugli ETF attivi è JPMorgan, che nel terzo trimestre ha visto salire la raccolta a 2,1 miliardi da 1,1 dei tre mesi precedenti. JPMorgan ha anche annunciato recentemente di voler allargare la gamma di questi strumenti.
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