Buona la prima, ma anche la seconda, per i titoli finanziari di Piazza Affari. Le trimestrali dei primi due pesi massimi del settore bancario a dare i conti sul terzo trimestre del 2023, nell’ordine Unicredit e Mediobanca, hanno battute le attese. Soprattutto per l’istituto di Piazza Gae Aulenti le notizie sono state particolarmente brillanti. Ma è presto per festeggiare per gli investitori sovrappesati sul settore bancario tricolore. Bisognerà infatti aspettare i conti delle altre grandi banche italiane, soprattutto della numero uno Intesa Sanpaolo, in agenda il 3 novembre, e a seguire gli altri nomi importanti come Banca Monte dei Paschi di Siena e Banco BPM, il 7 novembre, e BPER Banca, l’8 novembre, per archiviare come un trimestre da overweight per tutto il comparto. Certo, l’entusiasmo è già senza dubbio elevato anche perché è arrivato negli ultimi giorni il miglioramento da parte dell’agenzia di rating S&P della valutazione del rischio economico per il settore bancario in Italia.
I muscoli di Orcel
A impressionare il mercato è stata soprattutto la trimestrale di Unicredit. La banca guida dall’ad Andrea Orcel ha battuto le stime degli analisti archiviando i primi nove mesi del 2023 con 6,7 miliardi di euro di utile netto contabile, non solo per effetto di un contesto con tassi di interesse elevati ma anche per il successo della strategia di riduzione dei costi (-2,3%), tale da permettere di parlare di dividendi in crescita. Lo stesso Orcel ha sottolineato che UniCredit avrà a fine 2023 capitale in eccesso per "oltre 10 miliardi" rispetto ai target e deciderà, a fine piano, se utilizzarlo per acquisizioni o restituirlo ai soci.
Tutti numeri che giustificano la performance impressionante fatta dal titolo in Borsa a inizio anno, attorno al +70%, posizionandolo tra i primi posti tra le migliori 600 azioni in Europa. E così, nel solo terzo trimestre, spinto da maggiori ricavi da trading, l’utile netto contabile è balzato a 2,3 miliardi di euro, contro stime di consensus a 1,93 miliardi, per un indicatore CET1 al 16,3% pro forma, a fronte di ricavi saliti a 6 miliardi di euro, con un incremento annuo del 23,7% e in linea con il trimestre precedente.
Le ciliegine sulla torta di Unicredit
La ciliegina sulla torta dei conti trimestrali l’ha messa la Bce con il via libera a Unicredit per l'esecuzione di una tranche del programma di riacquisto di azioni proprie 2023 per un massimo di 2,5 miliardi di euro. L'avvio del programma di riacquisto dipende dall'approvazione da parte degli azionisti della società in occasione dell'assemblea straordinaria di oggi. L'obiettivo di distribuzione totale di Unicredit per il 2023 è di almeno 6,5 miliardi di euro, contro i 5,25 miliardi di euro del 2022, che si traduce in un rendimento totale superiore al 16%.
Una seconda ciliegina è arrivata da S&P’s che ha migliorato il rating sullo stand-alone credit profile di UniCredit da BBB a BBB+, un gradino sopra il rating sovrano dell’Italia.
Tutte le notizie positive arrivate dalle trimestrali sono state recepite in maniera costruttiva dagli analisti. Come hanno ben sintetizzato gli analisti di Websim, “una lunga serie di broker, troppo lunga per elencarli tutti, ha alzato stime e target price a seguito della trimestrale... Il consenso aggiornato raccolto da Bloomberg tra 26 analisti registra un target price medio di 31,56 euro, da 30,20 euro di un mese fa. Rispetto all'ultima quotazione viene riconosciuto un upside potenziale del +40%.”
La solidità dei numeri di Mediobanca
Forse con meno clamore di quelli di Unicredit, i conti di Mediobanca hanno comunque mostrato livelli decisamente robusti. L'istituto di Piazzetta Cuccia ha battuto le attese del mercato con risultati record nel primo trimestre del proprio esercizio 2023-2024, evidenziando una crescita dei ricavi sugli elevati livelli dei tre mesi precedenti. I ricavi hanno totalizzato 863 milioni, in crescita del +14% anno su anno, l'utile netto è salito del 34% toccando i 351 milioni. Il ceo Alberto Nagel ha tenuto a evidenziare: "Questo trimestre dà l'idea di quello che vogliamo fare nel percorso di piano ovvero avere una banca più centrata nel wealth management". Gli analisti sono stati concordi nel sottolineare che proprio le voci wealth management e insurance, attività rappresentata di fatto dalla partecipazione in Generali, hanno trainato i conti del trimestre. L’indice di patrimonializzazione si manterrà solidamente intorno al 15,5%.
Inoltre, è stato apprezzato dal mercato il messaggio che la remunerazione degli azionisti è confermata in crescita a seguito di un payout ratio del 70% cash cui si sommerà un piano di riacquisto di azioni proprie per circa 200 milioni già autorizzato dalla Bce e in attesa dell'autorizzazione della Assemblea degli azionisti del prossimo 28 ottobre. Sì perché neanche il tempo di valutare i numeri che gli investitori in Mediobanca si troveranno già domani, sabato 28 ottobre, a un momento di verifica molto delicato con l'assemblea dei soci che è convocata soprattutto per rinnovare il board, scegliendo tra la lista presentata dal Cda uscente, che conferma il nome di Nagel, e quella del primo azionista Delfin. In ogni caso, è stato comunicato che avvalendosi dell'opzione prevista dalla norma sui cosiddetti extraprofitti, il Cda proporrà in assemblea la costituzione di una riserva di utili non distribuibili pari a 210 milioni "senza determinare impatti a conto economico", più 16 milioni di Compass.
Cosa aspettarsi dai conti di Intesa Sanpaolo
Superati i test con i numeri di Unicredit e Mediobanca, il settore bancario punta ora all’importante esame con i numeri di Intesa Sanpaolo. Di recente, Equita Sim nel confermare il rating buy e il target price di 3,6 euro su Intesa Sanpaolo in vista dei conti in agenda per il 3 novembre, ha detto di aspettarsi un buon trimestre coerente con un utile netto 2023, previsto vicino a 8 miliardi Gli analisti hanno sottolineato che a novembre verrà definita l'entità dell`”interim dividend “, atteso di almeno 2,45 miliardi, mentre sarà da vedere se verranno fornite ulteriori indicazioni in merito a un’eventuale ulteriore distribuzione di capitale.
Sostanzialmente ottimista sul futuro dei conti di Intesa Sanapoalo è anche Barclays che in una nota sul settore bancario italiano, ha confermato sulla banca il rating overweight e il prezzo obiettivo di 3,5 euro, facendo riferimento alle politiche di copertura del rischio adottate dall'istituto nel 2023, che supporterebbero la crescita del margine di interesse per il 2024 e il 2025. E, nonostante nel terzo e quarto trimestre 2023 Barclays non si aspetti un rimbalzo delle commissioni, nel 2024 la narrativa potrebbe cambiare grazie alla rotazione dell'allocazione degli asset dei clienti e le sinergie create a livello di gruppo. Gli analisti di Société Generale hanno addirittura alzato il prezzo obiettivo su Intesa Sanpaolo nelle scorse settimane da 3,15 a 3,2 euro, confermando la raccomandazione buy, e hanno anche migliorato le stime di utile per azione del 6,3% sul 2023, del 3,5% sul 2024 e dell’1,2% sul 2025.
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