Il Giappone non sembra aver finito la sua corsa. Negli ultimi 12 mesi, la Borsa di Tokyo ha sovraperformato i mercati globali (indice Morningstar Global Market) di quasi 6 punti percentuali (in valuta base al 31/10/2023). Guardando ai principali mercati sviluppati, il differenziale con i listini di Wall Street (indice Morningstar US Market) è stato di 620 punti base, mentre il gap rispetto alle borse europee (indice Morningstar Europe LM Cap) si è attestato attorno all’1%.
Perché il Giappone ha sovraperformato gli Usa
Analizzando la performance dell’indice Morningstar Japan rispetto al mercato americano, notiamo che i settori che hanno maggiormente contribuito al risultato degli ultimi 12 mesi, ovvero finanza, beni industriali e consumer cylclical, sono accomunati dalla loro sensibilità al ciclo economico. In particolare, Mitsubishi UFJ Financial Group, Sumitomo Mitsui Financial Group e Mizuho Financial Group hanno guadagnato rispettivamente il 70,7%, il 65,28% e il 51,47%. Tra gli industriali, Mitsubishi e Mitsui hanno fatto segnare +64,19% e +56,28%, mentre Toyota Motor, tra i beni di consumo ciclici è salita di quasi il 20%.
Dietro questi risultati ci sono ragioni di carattere macroeconomico. Dopo quasi tre decenni di deflazione (crescita negativa dei prezzi), l’inflazione è ora al 3,3% (rilevazione di novembre 2023) ed è vicina ai valori registrati alla fine degli anni ’80. Questo perché la Bank of Japan (BoJ) è l’unica banca centrale ad aver mantenuto una politica monetaria espansiva proprio per creare inflazione, un Pil nominale più elevato e salari più alti. Nell’ultimo meeting della BoJ, il governatore Kazuo Ueda ha mantenuto il tasso di riferimento a -0,1%, confermando le previsioni sull'inflazione attesa a fine 2023 e nel 2024 al 2,8%, in aumento rispetto al +1,9% della precedente previsione. L’economia è cresciuta del 4,8% nel secondo trimestre (inferiore al +6% stimato in precedenza), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e a fine anno il progresso dovrebbe attestarsi al 2,9% (vs 2,2% degli Stati Uniti).
“Il Giappone è l'unica delle grandi economie sviluppate le cui prospettive di crescita rimangono solide. Secondo le nostre stime, la crescita degli utili per azione delle aziende nipponiche sarà la più robusta tra quelle attive nei mercati sviluppati, pari al 7,2% nel 2023 e al 6,2% nell'anno successivo, e questo si tradurrà anche in un miglioramento del dividend yield offerto dai titoli azionari scambiati sui listini del paese”, scrive la Strategy Unit di Pictet Asset Management in una sua nota.
A sostenere il progresso dei conti societari sono stati anche i miglioramenti registrati sul fronte della corporate governance in seguito alle riforme promosse dal governo e alle iniziative portate avanti dalla Borsa di Tokyo. “Il Tokyo Stock Exchange ha voluto dare un ulteriore impulso in questa direzione pubblicando la lista delle società con un book value inferiore a 1, circa il 45% del totale di quelle quotate. L’obiettivo è stato quello di spingere il management verso una gestione orientata a creare valore per gli azionisti e la speranza è che nei prossimi anni inizieremo a vedere dividendi più alti, più riacquisti di azioni proprie e più dismissioni di asset che non aggiungono valore all’azienda”, scrive Jeff Atherton, lead manager di Man GLG Japan CoreAlpha Fund, in un articolo su Morningstar.co.uk
Se è vero che negli ultimi 12 mesi l’azionario Giappone ha attirato maggiormente l’interesse degli investitori, allargando l’orizzonte temporale si nota come il mercato nipponico abbia largamente sottoperformato la media dei listini globali e in particolare quello americano. Negli ultimi 15 anni, ad esempio, il ritardo accusato nei confronti di Wall Street è stato in media del 6% ogni anno.
Questo spiegherebbe perché l’equity del Sol levante è scambiato ancora a prezzi più bassi rispetto a quello a stelle e strisce. In base alle stime di Morningstar, il rapporto Prezzo/Fair value del mercato giapponese è pari a 0,89, contro lo 0,92 di quello statunitense. Le occasioni di investimento non mancano, anche se, dicono gli analisti, bisogna saperle scegliere.
Dove trovare le occasioni di investimento
“Chi investe nell’equity giapponese si concentra generalmente sui nomi della tecnologia e dell'automazione industriale, trascurando così altri settori interessanti. I titoli value, ad esempio, vengono spesso ignorati, nonostante la riforma della governance aziendale prometta di spingere le loro valutazioni. Dal nostro punto di vista, le valutazioni del settore tecnologico e dell’automazione sono elevate e qualsiasi sorpresa negativa sugli utili rischia di produrre dolorosi sell-off. Guardiamo con interesse, invece, i titoli consumer cyclical, che beneficeranno del ritorno dei turisti cinesi e dell’indebolimento dello yen giapponese, e siamo molto positivi sul comparto immobiliare. A Tokyo, gli affitti di uffici, hotel, negozi, logistica e immobili residenziali sono tutti in aumento, il che è molto positivo. Inoltre, gli investitori ignorano dieci anni di basse valutazioni dell’industria del real estate e la sua forte correlazione con l'inflazione”, afferma Kelvin Leung, Portfolio Manager di Robeco.
Anche Jeff Atherton di Man Fund Management è convinto che le valutazioni di mercato siano convenienti: “In termini di rapporto Price/Book value, l’indice TOPIX è scambiato a prezzi più bassi rispetto ai massimi storici. Volendo fare dei paragoni, l’equity giapponese è valutato significativamente al di sotto dei livelli raggiunti negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Per questo motivo siamo convinti che le attuali valutazioni di Borsa non costituiscono un ostacolo all’attrattiva dell’asset class. Inoltre, non va dimenticato che l’attuale debolezza dello yen gioca a favore degli investitori. Nel medio termine, infatti, è probabile ipotizzare un rafforzamento della valuta giapponese che dovrebbe giocare a favore della performance del mercato azionario nipponico rispetto agli altri listini principali”.
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