I tassi di interesse nell’area euro sono rapidamente saliti nell’ultimo anno, generando importanti decrementi nei prezzi dei titoli di Stato. Questo perché le quotazioni delle obbligazioni si muovono in direzione opposta ai tassi.
Il BTP decennale, che nel 2021 offriva un rendimento intorno allo 0,6%, è salito sopra il 4% e il prezzo dei titoli di Stato sul mercato secondario ha registrato perdite superiori al 20%. Analogamente, i fondi specializzati sulle obbligazioni governative hanno subito ribassi nell’ultimo anno.
Il rialzo dei tassi di interesse ha avuto un impatto anche sulle rate dei mutui, facendole schizzare verso l’alto. Da quando la Banca centrale europea ha iniziato ad alzare i tassi di interesse nel luglio 2022, l’aggravio aggiuntivo per i mutuatari a tasso variabile è stato in media superiore ai 2.850 euro, secondo un’analisi di Facile.it e Mutui.it.
Nella riunione del 26 ottobre, la BCE ha lasciato i saggi di riferimento invariati e ha spiegato che rimarranno alti per lungo tempo, in quanto l’obiettivo primario è riportare l’inflazione al target del 2% nel medio termine.
Cosa significa tutto questo per i nostri investimenti e, più in generale, per la gestione delle finanze personali? Morningstar dedica l’intera settimana a queste tematiche con analisi sulle conseguenze delle politiche monetarie sui titoli di Stato e i mutui, la gestione della liquidità e l’uso di obbligazioni a breve termine. Parleremo anche delle caratteristiche degli investitori e di cosa è vero e cosa non lo è sui mercati, oltre che di euro digitale e di come imparare dalle serie cinematografiche.
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