Francesco Lavecchia: Buongiorno e benvenuti a Morningstar, sono Francesco Lavecchia e oggi sono in compagnia di Silvia Attanasio, responsabile ufficio innovazione di ABI, l’associazione bancaria italiana, con la quale cercheremo di capire come cambierà la nostra vita con l’introduzione dell’euro digitale. Allora parto subito con chiederle quali sono le motivazioni che stanno dietro la decisione di alcune banche centrali, tra cui anche la Bce, di emettere una valuta digitale e a che punto siamo con lo sviluppo e la regolamentazione dell’euro digitale?
Silvia Attanasio: Allora, cominciamo col dire che si tratta di un fenomeno che riguarda un po’ tutto il mondo. Il 92% delle banche centrali al mondo sta studiando le monete digitali di banca centrale. Quindi, è come se ci trovassimo in una situazione di adeguamento che riguarda un po’ il nostro concetto stesso di moneta.
La Bce ha iniziato a lavorare a questo tema ufficialmente nel 2021, quindi con due anni di fase di istruttoria delle decisioni, lo scorso 18 ottobre si è deciso di proseguire con la fase preparatoria perché in parallelo si sta realizzando un regolamento d'azione. La Commissione europea ha predisposto una proposta di regolamentazione che creerà le condizioni affinché la Bce possa eventualmente decidere di emettere l'euro digitale.
Lavecchia: La mia seconda domanda è: che valore avrà l’euro digitale e che differenza ci sarà tra i pagamenti elettronici, a cui siamo ormai abituati tramite le carte di pagamento, e quelli fatti attraverso i wallet in euro digitali? Volendo fare un esempio concreto, come cambierà la nostra spesa dal salumiere o al mercato?
Attanasio: L’euro digitale sarà un'altra forma della nostra moneta. Quindi, come oggi, cinque monete da 1 euro valgono una banconota da 5 euro, così domani varranno anche 5 euro digitali. Sicuramente sarà un'alternativa a disposizione dei cittadini disponibile nei loro portafogli insieme alle altre e agli altri mezzi di pagamento. Come oggi abbiamo le banconote e le carte di credito, domani avremo le banconote, le carte di credito e le carte di debito, scusate, e l'euro digitale? Dal salumiere e al supermercato cambierà poco, cioè continueremo a poter scegliere fra questi strumenti come vogliamo pagare. Quello che ci auguriamo è che l'euro digitale possa rappresentare anche una piattaforma che consenta di costruire e di basarci su dei servizi innovativi che oggi magari neanche riusciamo bene a immaginare, ma che avranno il grandissimo beneficio di estendersi a tutta la popolazione dell'area dell'euro. Per esempio, un primo servizio che sarà reso disponibile fin dal primo giorno è il pagamento fra persone. Quindi se vorremo dare dei soldi a un'altra persona, potremo farlo semplicemente conoscendo il numero di telefono, con un click attraverso l'app digitale. Questo varrà per ogni cittadino dell'area dell'euro. Quindi, dividere una pizza, dividere una spesa, una raccolta fondi di classe. Questo sarà estremamente più semplice.
Lavecchia: Può spiegarci quale sarà il ruolo delle banche? E, se è vero che non faranno da intermediario nei pagamenti, questo vorrà dire che potremo addirittura acquistare una casa attingendo al nostro wallet senza, appunto, l’intermediazione di una banca?
Attanasio: Allora le banche avranno un ruolo primario nella distribuzione dell'euro digitale. Questo perché la Banca centrale europea, come anche le banche centrali nazionali, non sono strutturate per avere rapporti con i 372 milioni di cittadini che potranno utilizzare l'euro digitale. Quindi si appoggeranno e faranno leva sui processi e le competenze delle banche e degli intermediari finanziari. Un altro scopo di questo passaggio è legato alla stabilità finanziaria. I pagamenti, insieme ai depositi e agli impieghi, sono il modo con il quale le banche funzionano e hanno la capacità anche di dare sostegno all'economia, di offrire credito all'economia. Quindi questo elemento non lo si vuole in nessun modo spiazzare. Nei pagamenti, l'intermediazione delle banche esisterà nella versione online, non esisterà nella versione offline e sarà tuttavia limitata. Occorre pensare, ragionando sull'acquisto di una casa, che un intermediario può essere visto con due diverse funzioni: una sorta di intruso nella transazione, oppure qualcuno che ci protegge, che ci difende, che ci aiuta in caso di difficoltà. Ecco, anche per evitare truffe, per evitare frodi, le banche svolgono quotidianamente un'azione di prevenzione e di intervento estremamente importante a tutela dei propri clienti. Per questa ragione sarà importante assicurare che transazioni di importo troppo elevato non possano essere effettuate da un cittadino abbandonato a se stesso, ma che questo ruolo di protezione possa compiutamente esprimersi.
Lavecchia: Se ci sarà un limite massimo di capienza per i wallet digitali, cosa succederà nel caso si superi questo limite?
Attanasio: Il limite di capienza ci sarà. Deve ancora essere definito l'importo, ma il limite ci sarà proprio per preservare il ruolo delle banche e degli intermediari a sostegno dell'economia. Tuttavia, questo limite serve ad evitare, come si dice, che l'euro digitale sia utilizzato come riserva di valore.
Dovrà però poter essere pienamente utilizzato come mezzo di pagamento. Quindi il cittadino potrà scegliere di collegare alla posizione in euro digitale il proprio conto corrente, e il proprio conto di pagamento, e in quel caso, se dovrà disporre un pagamento di importo superiore a quello che è il saldo disponibile sul suo digitale, ci sarà un automatico riferimento al conto corrente per attingere al denaro necessario. Se invece, viceversa, gli arriverà per sua fortuna un pagamento che supera questa soglia, l'ammontare in eccesso verrà automaticamente versato sul conto corrente, quindi non ci saranno blocchi e non ci saranno interruzioni operative.
Lavecchia: Grazie ancora a Silvia Attanasio. Per Morningstar, sono Francesco Lavecchia.
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