I leader politici e commerciali del mondo si riuniranno presto a Dubai per la conferenza sul clima COP28 e la posta in gioco è alta. C’è da aspettarsi che "bilancio globale" (Global stocktake) dei progressi compiuti in materia di clima, che sarà reso noto durante il meeting, confermerà che il mondo è ben lontano dal raggiungere l'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius.
Tutto ciò significa che siamo molto distanti dall'ottimismo inebriante della COP26 di due anni fa, quando ci si aspettava che la finanza guidasse la transizione verso un'economia decarbonizzata. Ora, dopo che il settore finanziario ha ampiamente discusso la forma e la portata delle nuove normative sul clima e sulla sostenibilità, i limiti delle azioni che può intraprendere sono diventati molto più chiari. Gli asset manager, le banche e le assicurazioni si aspettano che i governi e le autorità di regolamentazione definiscano un quadro politico chiaro all'interno del quale il settore finanziario possa indirizzare il capitale verso la transizione.
Non sorprende che questo cambiamento abbia influenzato il modo in cui i gestori valutano le risoluzioni relative al clima nelle assemblee degli azionisti delle società. In questo articolo presentiamo un nostro rapido bilancio su cosa è cambiato e cosa significa per gli investitori. Tra le altre cose, stiamo assistendo a una più ampia gamma di risoluzioni relative al clima, a richieste degli azionisti che vanno al di là della divulgazione di informazioni e a un maggiore scrutinio su Berkshire Hathaway BRK.B.
Più risoluzioni degli azionisti, meno sostegno negli Stati Uniti.
Nella nostra recente analisi della proxy season 2023, abbiamo osservato un forte aumento del numero di risoluzioni degli azionisti delle società statunitensi che affrontano temi ambientali e sociali. Abbiamo anche assistito a un calo del sostegno medio degli azionisti a queste proposte, poiché i temi affrontati sono diventati più specifici nel tempo e hanno diviso l'opinione dei gestori sulla loro rilevanza e sul loro impatto.
I risultati delle votazioni per le risoluzioni relative al clima riflettono questa tendenza generale. Il volume delle risoluzioni relative al clima è cresciuto a livello globale e, di recente, gli investitori hanno applicato un maggiore controllo alle strategie delle società in materia di clima. Gran parte dell'attività in questo settore si è concentrata sul mercato statunitense, dove viene presentata la maggior parte delle delibere di questo tipo. Secondo i dati Morningstar, il numero di proposte di società statunitensi che affrontano questioni climatiche è più che triplicato, passando da 25 nel proxy year 2021 a 80 nel 2023. (Per proxy year si intendono i 12 mesi fino al 30 giugno).
Risoluzioni degli azionisti relative al clima nelle società statunitensi, volume e sostegno medio, anni di delega 2021-2023
Nello stesso periodo, il sostegno a queste risoluzioni si è dimezzato, passando dal 47% dell'anno di delega 2021 al 23% del 2023.
Che cosa è successo?
Nel 2021, la maggior parte delle proposte degli azionisti riguardava quelle che oggi consideriamo le basi della rendicontazione climatica, dal momento che mancava una normativa che richiedesse tali informazioni. A due anni di distanza, tale normativa sta iniziando a entrare in vigore, il che, nella mente di molti asset manager, riduce la necessità di presentare proposte agli azionisti che affrontino tali questioni.
Di conseguenza, il sostegno degli azionisti al crescente numero di proposte in questo settore è diminuito. In particolare, il calo del sostegno alle risoluzioni ambientali e sociali da parte dei due maggiori gestori patrimoniali, Vanguard e BlackRock, ha avuto un forte impatto sui risultati medi complessivi.
Più temi, opinioni diverse
Il dialogo sul clima tra asset manager e società si è ampliata, andando oltre i temi delle emissioni di gas serra e della gestione generale del rischio climatico. A titolo esemplificativo, il grafico seguente mostra le 15 proposte degli azionisti sul clima più sostenute nelle società statunitensi a grande capitalizzazione, classificate in base all’adjusted support (cioè il sostegno degli azionisti indipendenti dalle società in questione, che esclude il management, i fondatori e gli investitori strategici).
Sostegno rettificato per 15 risoluzioni degli azionisti di società statunitensi a grande capitalizzazione ben sostenute in materia di clima, anno di delega 2023
Nove delle 15 risoluzioni hanno affrontato argomenti che esulano dal tema convenzionale della gestione del rischio climatico. Ad esempio, ci sono state risoluzioni che riguardavano attività di lobbying e politiche legate al clima di Boeing BA, Alphabet GOOG, Tesla TSLA, Meta Platforms META e Wells Fargo WFC. Altre cinque risoluzioni alle assemblee di società di servizi finanziari, tra cui Bank of America BAC e JPMorgan Chase JPM, hanno proposto riduzioni graduali dei finanziamenti ad attività ad alta intensità di gas serra. Le opinioni dei gestori patrimoniali su questi temi più ampi tendono a differire maggiormente e ciò ha contribuito a far calare il sostegno medio.
Sei delle 15 risoluzioni riguardavano questioni più comuni di gestione del rischio climatico e di reporting. Ma anche tra queste sei risoluzioni sono stati affrontati argomenti più di nicchia come le emissioni di metano (presso Exxon Mobil XOM) e l'impatto della strategia climatica sugli stakeholder (presso Amazon.com AMZN).
Berkshire Hathaway sotto i riflettori
Berkshire Hathaway compare tre volte nell'elenco delle risoluzioni di cui sopra e sembra che Warren Buffett si stia guadagnando, tra i gestori, la reputazione di ritardatario nell'affrontare il rischio climatico.
La proposta con più supporto è stata presentata all’assemblea di Berkshire Hathaway negli ultimi tre anni consecutivi e riguarda la gestione generale del rischio climatico. BlackRock osserva che "la società non soddisfa le nostre attese sulla disclosure di un piano su come il suo modello di business sarà compatibile con un'economia a basse emissioni di carbonio". Vanguard, non nota per essere una forte sostenitrice di queste risoluzioni, ha detto che "la proposta affronta rischi materialmente rilevanti, delle lacune nella supervisione o comunicazione e supporta i rendimenti degli investimenti nel lungo termine".
Sostegno rettificato alle delibere sulla gestione del rischio climatico di Berkshire Hathaway, anni di delega 2021-2023
Mentre il sostegno medio alle risoluzioni sul clima è diminuito in questo periodo, una maggioranza costante di azionisti indipendenti ha sostenuto questa proposta anno dopo anno, come mostra il grafico qui sopra.
Il messaggio chiave è che, anche in un momento di maggiore frammentazione delle opinioni dei gestori sull'azione a favore del clima, le mancanze percepite nell'implementazione di una gestione del rischio e di una governance di base sono ancora ampiamente supportate.
"Say-on-Climate": Volumi più bassi, controlli crescenti
In Europa, sebbene vi siano state alcune proposte azionarie degne di nota, in particolare nelle società energetiche a grande capitalizzazione, le risoluzioni dei dirigenti che consentono agli azionisti di esprimere voti consultivi sulle strategie di transizione climatica delle società sono diventate usuali.
Il numero di queste proposte "say-on-climate" è diminuito di un terzo, passando a 24 nel proxy year 2023. Come mostra il grafico sottostante, il sostegno medio a queste proposte si è mantenuto al 91%, indicando che il 9% degli azionisti votanti in media intendeva segnalare alle società il desiderio di vedere una maggiore ambizione nei piani climatici. Si tratta di una percentuale tripla rispetto al 3% registrato nel 2021, anno in cui le votazioni "say-on-climate" hanno iniziato a prendere piede, indicando un crescente scrutinio da parte degli asset manager sulla qualità dei piani di transizione delle società.
Risoluzioni sulla gestione del clima nelle società europee, volume e supporto, anni di delega 2021-2023
Analogamente alle nostre osservazioni sulle proposte degli azionisti statunitensi, sembra esserci una società in ritardo sulle proposte "say-on-climate" anche in Europa.
Come mostra il grafico sottostante, all’assemblea del gigante minerario e metallurgico Glencore GLEN sono state presentate votazioni "say-on-climate" in ciascuno degli ultimi tre anni, ricevendo ogni volta un minore sostegno da parte degli azionisti e culminando in un voto del 30% contro il piano di transizione climatica della società nel 2023. Allo stesso tempo, il 29% degli azionisti ha appoggiato una proposta degli azionisti di Glencore che chiedeva maggiore ambizione sulle politiche sul clima.
Sostegno alle risoluzioni "Say-on-Climate" di Glencore, proxy year 2021-2023
La questione ruota attorno ai significativi asset di carbone termico della società. Il carbone è un combustibile ad alta intensità di carbonio e molti investitori auspicano un'accelerazione dei piani di eliminazione graduale del suo utilizzo per l'approvvigionamento energetico. Glencore ha proposto un'eliminazione graduale più lenta di quella che molti azionisti considerano ideale, provocando affermazioni secondo cui il piano dell'azienda non è compatibile con l'obiettivo climatico di 1,5 gradi.
Come nel caso di Berkshire Hathaway, il messaggio degli azionisti è chiaro. Anche se le opinioni possono variare sul modo in cui le aziende dovrebbero implementare alcuni aspetti della transizione verso il net zero, rimane ferma l'aspettativa che le aziende debbano ormai avere una solida padronanza delle basi della gestione del rischio climatico e della governance. Ogni ulteriore chiarimento che otterremo dalla COP28 sulla velocità e sul sostegno politico alla transizione verso l’azzeramento delle emissioni non farà altro che rafforzare le aspettative degli investitori.
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