Secondo i dati Morningstar, a novembre, tra il miglior Exchange traded product (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono oltre 110 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o inversi).
Questi strumenti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
I Top
La Top 12 di novembre dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (ETP), vede solo strumenti esposti ai movimenti di criptovalute e asset digitali. L’intero settore ha proseguito il mese scorso il rally cominciato a metà ottobre, con Bitcoin salito del 41% tra il 13 ottobre e il 30 novembre, tanto da spingere molti esperti a dichiarare che potremmo cominciare a vivere l’inizio di un nuovo mercato toro per le valute digitali.
Lo slancio rialzista ha confermato l’interesse da parte degli investitori istituzionali. Secondo il fornitore di dati CCData, il volume medio giornaliero dei prodotti di investimento in asset digitali è balzato del 35,3% a 481 milioni di dollari. Si tratta del volume mensile più alto registrato nel 2023 da marzo.
Fino a poco tempo fa, comunque, il Bitcoin aveva superato le altre criptovalute in termini di rendimenti grazie alle sue caratteristiche come alternativa digitale all'oro e all'ottimismo per l'approvazione dell'ETF spot negli Usa. Tuttavia, la leadership del mercato è cambiata a novembre, quando il rally si è allargato oltre il Bitcoin, con Avalanche e Solana, in spolvero il mese scorso.
Solana in particolare sta vivendo una vera e propria rinascita dopo lo scandalo che ha colpito FTX, uno dei principali attori del settore che sosteneva il suo ecosistema. Il token SOL ha infatti guadagnato il 525% da inizio anno. Ciononostante, SOL vale ora circa un quarto del suo massimo storico toccato nel novembre del 2021 (250 dollari).
E i Flop
La classifica relativa ai replicanti che hanno perso di più a novembre, invece, vede al primo posto l’SG ETN VIX FUTURE (VIX1L), esposto alla volatilità del mercato azionario americano e sceso del 30% nel mese. La settimana scorsa, infatti, l’indice VIX ha toccato il suo minimo da prima dello scoppio della pandemia nel marzo 2020.
Al di là del calendario (negli Usa il dato è arrivato subito dopo il Giorno del Ringraziamento e il contratto future a 30 giorni scadrà a ridosso del Natale), il crollo della volatilità attesa potrebbe anche rivelare un’inclinazione rialzista verso il 2024, tra le speranze che i flussi record verso la liquidità si invertano e sostengano sia le azioni sia le obbligazioni.
Seguono poi ben cinque strumenti esposti al mercato statunitense del gas naturale (Henry Hub), spinto al ribasso dalla produzione record e dalle previsioni di un clima mite fino almeno a dicembre, che manterrà bassa la domanda di riscaldamento e consentirà alle utility di continuare a iniettare gas nello stoccaggio per almeno un altro paio di settimane. Nel frattempo, anche l’Europa, dove le scorte sono al massimo della capacità, dovrà fare i conti con una possibile recrudescenza invernale dei prezzi energetici.
Infine, il palladio – metallo industriale utilizzato soprattutto dall’industria automobilistica – ha visto a novembre il proprio valore scendere sotto i 1.000 dollari l’oncia per la prima volta in cinque anni. La domanda è infatti in calo a causa del rallentamento delle vendite di auto, dell'aumento dei veicoli elettrici e del passaggio al più economico platino.
L’analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.
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