La nuova offerta di Iliad per Vodafone Italia apre ufficialmente l'atteso consolidamento delle tlc in Italia e coglie TIM in mezzo al guado della fusione della rete. I francesi valutano l'operatore inglese EUR10,45 miliardi e i titoli spiccano il volo.
Nel primo pomeriggio di lunedì 18 dicembre, a Londra, le azioni di Vodafone salgono del 6,0% mentre, a Milano, TIM TIT guida il listino con un balzo del 3,9% a EUR0,28 che si spiega appunto con l'effetto consolidamento del settore.
Da tempo, il mercato della Penisola è tra i meno redditizi d'Europa, tra concorrenza serrata sui prezzi e controllo del regolatore, tanto che gli esperti del settore tlc prevedevano da mesi un 2024 all'insegna delle fusioni.
"Tutti parlano con tutti, in questa fase", dice un analista "e le fusioni hanno un senso indipendentemente dal fatto che vada in porto o meno quest'alleanza paritetica proposta dai francesi di Iliad a Vodafone Italia", che un anno fa si era già sottratta a una precedente offerta da EUR11,5 miliardi
Fino a ieri, Vodafone era data in colloqui con Fastweb, che fa parte del gruppo svizzero Swisscom. Ora dovrà fare una scelta.
In sei anni, Iliad ha conquistato con la sua politica aggressiva sui prezzi oltre 10,5 milioni di clienti in Italia e ha chiuso i primi nove mesi con ricavi per EUR765 milioni, su del 13% su base annua. La struttura dell'operazione proposta oggi ufficialmente dagli uomini di Xavier Niel prevede una base di valutazione di Vodafone Italia pari a EUR10,45 miliardi e la nascita di una NewCo della quale gli inglesi otterrebbero il 50% del capitale sociale.
Ci sarebbe un pagamento in contanti di EUR6,5 miliardi a Vodafone e un finanziamento soci da EUR2 miliardi per garantire un allineamento dei valori a lungo termine. Il valore del capitale di Vodafone nella NewCo è valutato in partenza a quota EUR1,95 miliardi.
Iliad ha presentato così l'operazione proposta: "La NewCo con Vodafone diventerebbe il protagonista sul mercato italiano delle telecomunicazioni".
"Riteniamo che i profili e le competenze complementari di iliad e Vodafone in Italia ci permetterebbero di costruire un operatore forte con la capacità e la solidità finanziaria necessarie per investire nel lungo termine", ha spiegato Thomas Reynaud, amministratore delegato del gruppo francese.
Un'eventuale fusione tra francesi e inglesi avrebbe un grosso impatto anche sullo sviluppo della fibra ottica, fronte sul quale l'Italia è in ritardo rispetto ai grandi annunci del governo di Matteo Renzi. Gli investimenti previsti cumulati di Iliad e Vodafone Italia sarebbero superiori a EUR4 miliardi nei prossimi cinque anni.
In Italia, dove i margini si sono ridotti dell'1% nell'ultimo anno, operano TIM, Vodafone, Fastweb, Windtre e Iliad, tutti con infrastrutture, mentre gli operatori virtuali sono una ventina sul mobile e una dozzina sul fisso, tra cui Sky Italia, Enel Fibra e Virgin Fibra. Al momento, il fisso sta andando meglio del mobile e per Mediobanca, nel primo trimestre 2023, ha segnato una crescita del 3% contro lo 0,1% del mobile.
In questo contesto, Telecom è un cantiere aperto che deve rinunciare alla propria infrastruttura di rete per ridurre drasticamente l'indebitamento, che a metà anno era di oltre EUR30 miliardi. Con la cessione della rete al fondo USA KKR entrerebbero EUR18,8 miliardi e le banche creditrici tirerebbero un sospiro di sollievo.
Anche il governo italiano è preoccupato da tempo per il futuro Telecom ed è pronto a dare manforte a KKR rilevando, in un secondo tempo, un 35% circa, mettendo insieme fino al 20% in capo al Mef e un altro 15% in capo a F2i, che è anche partecipato dalla pubblica CDP. Palazzo Chigi sta anche provando a convincere Vivendi, che ha il 24% di TIM, a dare via libera al fondo USA.
Non si tratta di un'impresa facile, visto che i francesi hanno perso circa EUR3 miliardi sui EUR4 miliardi investiti in sette anni e vorrebbero recuperare il più possibile dalla cessione. In più, hanno iniziato un'azione legale sulla vendita a KKR dagli esiti totalmente imprevedibili.
Sul mercato che si sta consolidando, resterebbe una TIM senza più la rete (e questa è un'anomalia) e la sua marginalità del 40%. Anche su questo c'è la preoccupazione di Vivendi, che teme una Servco troppo fragile. TIM dovrebbe fronteggiare, se andasse in porto la fusione tra Iliad e Vodafone Italia, un operatore da EUR5,8 miliardi di fatturato, con un Ebitda di circa EUR1,6 miliardi a marzo 2024. Lo scenario però si sta sbloccando e non è detto che anche TIM non trovi nuovi alleati.
Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist
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