Mercoledì 19 dicembre, i prezzi del petrolio hanno continuato ad aumentare mentre il nervosismo persisteva a causa degli intensi attacchi alle navi nel Mar Rosso, minacciando di intasare la via commerciale vitale per il trasporto di petrolio e altri prodotti.
Un barile di Brent è scambiato a USD80,20 mercoledì, in rialzo del 2,8% rispetto a USD78,00 di martedì. Il West Texas Intermediate è salito del 3,4% a USD74,96 al barile da USD72,48 di ieri.
I prezzi dell'energia hanno mantenuto i recenti rialzi provocati dalle preoccupazioni per gli attacchi degli Huthi nel Mar Rosso, rendendo difficile per le compagnie di navigazione raggiungere il Canale di Suez.
"Finora, l'impatto sull'offerta di petrolio sembra essere stato limitato, anche se il mercato continuerà a monitorare la situazione", ha affermato Rabobank.
Negli ultimi giorni, i ribelli Huthi dello Yemen, sostenuti dall'Iran, hanno intensificato gli attacchi con missili e droni nel Mar Rosso, spingendo le società a fare la lunga deviazione attraverso il Capo di Buona Speranza.
Una task force navale multinazionale per proteggere la principale rotta marittima globale si troverebbe ad affrontare gravi sfide in un contesto strategico e militare difficile, secondo gli esperti.
Prima di questa escalation del Mar Rosso, scoppiata nel contesto della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, i prezzi del petrolio avevano faticato a guadagnare uno slancio significativo dopo che i membri dell'OPEC+ avevano annunciato ulteriori tagli alla produzione alla fine del mese scorso. Le preoccupazioni sulla domanda, a seguito del rallentamento della crescita globale, hanno superato i rischi legati ai limiti dell'offerta.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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