Stellantis pesante in Borsa, in attesa incentivi

A metà giornata, il titolo della casa automobilistica cede oltre il 3% a Piazza Affari.

Alliance News 03/01/2024 | 15:08
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L'effetto annuncio degli incentivi auto italiani, che non arriveranno prima della fine di febbraio, rischia di frenare le vendite in questo primo scorcio dell'anno. Un problema soprattutto per Stellantis, che è il leader delle vetture a basse emissioni.


A metà giornata, il titolo della casa automobilistica cede oltre il 3% a EUR20,5. Nell'ultimo anno, a Milano, le azioni Stellantis sono salite del 51%, anche grazie a una continua riduzione degli organici e a una politica di dividendi generosa.

Ieri sera sono stati resi noti i dati di vendita di auto nuove a dicembre in Francia, dove le immatricolazioni sono salite del 14,5% rispetto a un anno prima. Per Stellantis, dicembre è stato un mese negativo con un calo del 7,6%, e la quota di mercato è scesa dal 23,9% al 19,3% in un anno.

Sull'intero 2023, le immatricolazioni della casa guidata da Carlos Tavares sono salite di un pallido 1,85% con la quota di mercato calata dal 31,2% al 27,4%. La Fiat Panda rimane leader del mercato tricolore, come l'auto più venduta grazie alle quasi 102.000 immatricolazioni e una quota del 49,7% nel segmento "A".

Nello stesso segmento, tra le elettriche, la Fiat 500e si conferma in testa mentre si registra un avvio positivo per gli ordini della 600e. Il marchio Usa di Stellantis è cresciuto nel segmento delle ibride, raggiungendo una quota del 15,7%.

Da giorni, sui media italiani, si fa un gran parlare dei nuovi incentivi per le auto ibride ed elettriche allo studio del ministro del Made in Itay, Adolfo Urso, e del tavolo governo, sindacati e Stellantis. Ma le misure non sono ancora certe e si dovrà aspettare una serie di riunioni tecniche previste per la fine di febbraio.

Al momento il documento che circola è solo una bozza del provvedimento, che terrà conto di una serie di elementi come il tipo di alimentazione, il reddito dell'acquirente - si vogliono favorire i redditi medio bassi - e la rottamazione dei veicoli più inquinanti. In Italia i margini di crescita sono tra i più alti d'Europa perché circolano 11 milioni di auto Euro1 Euro2 ed Euro3 e le immatricolazioni elettriche nel 2023 sono arrivate solo al 4,2%.

Tra le ipotesi esemplificative del provvedimento, un'auto elettrica dal prezzo di listino fino a EUR35.000 potrebbe godere di incentivi pubblici da un minimo di EUR6.000 senza rottamare alcunché a un massimo di EUR13.750 in caso di rottamazione di una Euro2 e di un Isee sotto EUR30.000. Usando i medesimi incentivi per le vetture ibride fino a EUR45.000, il vantaggio per gli acquirenti potrebbe andare da EUR5.000 a EUR10.000.

Il rischio paventato dai costruttori che vendono in Italia è che le nuove misure di sostegno pubblico arrivino a primavera inoltrata e che il mercato dell'auto intanto si fermi, in attesa delle occasioni migliori.

Tra le novità più attese del piano incentivi 2024 c'è anche l'apertura del programma alle società di noleggio a lunga durata, che l'anno scorso erano state escluse.

Il ministro Urso, nelle scorse settimane, aveva affermato che "la modulazione dei tetti di prezzo ci garantirà di sostenere in particolare la produzione italiana. Nel 2022 solo il 19-20% degli incentivi è andato a modelli prodotti in Italia e se nemmeno i nuovi bonus invertiranno la tendenza dovremo penderne atto e spostare più risorse sul lato dell'offerta, cioè sul piano degli investimenti produttivi".

Perché il governo di Giorgia Meloni centri il suo obiettivo, che è anche di difesa dei posti di lavoro in tutta la filiera italiana dell'automotive, è necessario che Stellantis difenda bene le sue quote di mercato.

Lo scorso 13 dicembre, quando è stato inaugurato lo stabilimento della Fiat in Algeria, Tavares ha chiesto pubblicamente ai governi di tutto il mondo di non eliminare gli incentivi per le auto elettriche. Il timore è che avvenga ciò che è successo in Germania, quando il taglio degli incentivi ha determinato un crollo delle vendite delle auto elettriche.

Il competitor più temuto sull'elettrico è sempre la Cina e per il manager portoghese "se pensiamo di aver vinto la battaglia troppo presto, è chiaro che la perderemo in tutto il mondo, soprattutto in Europa. E "non appena elimineremo gli aiuti all'acquisto per i clienti, scopriremo che la domanda crolla".

Una posizione chiara, accolta anche dalla politica, ma che comunque dovrà fare i conti con i tempi lunghi di governo e Parlamento.

Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist

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