Posso comprare un ETF su Bitcoin in Italia?

Non proprio, ma in Europa ci sono diversi strumenti quotati (ETP) che offrono esposizione a molte criptovalute o a panieri di esse. Ecco quali sono, come funzionano e come acquistarli. 

Valerio Baselli 21/02/2024 | 07:57
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Bitcoin

Trainato dalla vittoria di Donald Trump e dalla nomina di Paul Atkins alla presidenza della Securities and Exchange Commission (SEC) bitcoin ha superato il traguardo storico dei 100.000 dollari. Riproponiamo questo articolo su come investire nella criptovaluta attraverso gli ETF.

Dopo un‘estenuante attesa durata oltre due anni, la SEC americana (Securities and exchange commission) l’11 gennaio 2024 ha finalmente approvato i primi ETF (Exchange traded fund) spot su bitcoin.

Il regolatore statunitense ha accolto le richieste di 21Shares assieme ad ARK Invest, Invesco Galaxy, VanEck, WisdomTree, Fidelity, Valkyrie, BlackRock, Grayscale, Bitwise, Hashdex e Franklin Templeton.

“L’approvazione degli ETF fisici sul prezzo spot del bitcoin costituisce senza ombra di dubbio una tappa storica per il settore degli asset digitali”, commenta in una nota Luciano Serra, Country Manager Italia di Boerse Stuttgart Digital. “Questa decisione, oltre ad avere un impatto sul piano legislativo, rafforzerà e affermerà la legittimità degli asset digitali, ampliando notevolmente i possibili investimenti da parte degli investitori istituzionali nel settore. L’approvazione rappresenta inoltre un nuovo e decisivo passo verso la fase di maturità del bitcoin e delle criptovalute, e contribuirà a ridurne anche la volatilità.”

Insomma, il mercato si aspetta che la legittimità degli asset digitali ne uscirà rafforzata e affermata, in quanto questi strumenti ne semplificano l’acquisto e la gestione fiscale, portando indirettamente il bitcoin nel portafoglio di molti investitori tradizionali, sia istituzionali che retail.

In Europa non ci possono essere ETF UCITS su bitcoin, in compenso ci sono tanti ETP

Anche il mercato europeo dei “replicanti” su bitcoin è in fermento. La decisione della SEC, infatti, avrà ripercussioni globali.

Tuttavia, questo è uno dei pochi casi in cui gli USA sono in ritardo rispetto al Vecchio continente. Sì, perché attualmente ci sono circa 130 ETP (Exchange traded product) su criptovalute domiciliati in Europa e quotati su molte Borse europee, tra cui Euronext Paris, Euronext Amsterdam, XETRA e SIX Swiss Exchange, mentre Borsa Italiana non fa per il momento parte di questo gruppo.

Qui sotto i 10 più grandi esposti al bitcoin.

“Ricordo che gli investitori europei già da anni hanno l’accesso all’ETP su bitcoin al 100% replica fisica e con bilancio segregato dalla controparte”, commenta infatti Massimo Siano, responsabile Sud Europa di 21Shares, società specializzata in cripto ETP. “Ora però il mercato americano recupererà terreno. Siamo naturalmente molto contenti del via libera della SEC agli ETF sul bitcoin, perché si è aperto il più grande mercato del mondo sulla miglior asset class per performance negli ultimi 10 anni e in 7 degli ultimi 10.”

Attenzione, però. Dal punto di vista tecnico, per la regolamentazione UCITS questi strumenti non sono ETF, bensì sono degli ETC o ETN (Exchange traded commodity o Exchange traded note). Si tratta di strumenti di debito di durata lunghissima o illimitata e che non pagano interessi, progettati per replicare la performance di un’attività sottostante, come le valute digitali. Anche gli strumenti autorizzati dalla SEC, infatti, in Europa non potrebbero etichettarsi come ETF, proprio perché tecnicamente non sono fondi comuni.

Come funzionano

Le differenze principali con gli ETF riguardano ad esempio il trattamento fiscale (questi ETP sono tassati come le azioni ordinarie nella sezione redditi diversi, pertanto è possibile compensare plusvalenze e minusvalenze). Inoltre, gli aderenti di un ETF possiedono (seppur indirettamente) una quota degli asset sottostanti di un fondo, mentre gli investitori in ETN possiedono un titolo di debito, non le attività replicate.

“Questi ETP hanno una struttura che ricorda da vicino quella degli ETC sull’oro fisico“, commenta Massimo Siano. ”Lavoriamo con dei market maker che negoziano il sottostante, il quale viene depositato presso uno o più organismi preposti attraverso un sistema di cold storage. Gli asset sono collateralizzati e non ci sono rischi legati agli swap."

Gli ETP/ETN, infatti, sono un’alternativa comune ai prodotti UCITS, quando questi replicano un singolo asset oppure hanno come sottostante un asset non idoneo a questa classificazione (pensiamo appunto all’universo delle materie prime).

“La difficoltà nel mondo delle cripto è la grande volatilità del sottostante”, prosegue Siano. “Siamo agli albori di un nuovo mercato e servono anche le persone giuste per sviluppare questi prodotti, un po’ come i primi ETF ed ETC vent’anni fa; ora sembra facile, ma allora non lo era. Dal punto di vista dei regolatori, devo fare un plauso alla Svizzera che prima di tutti ha permesso agli investitori europei di poter accedere facilmente a questi prodotti.”

Come acquistarli e venderli

Per il momento, non ci sono ETP sulle criptovalute quotati su Borsa Italiana, quindi nemmeno su bitcoin (ci sono in compenso alcuni ETF tematici sull’universo della Blockchain).

In compenso, la maggior parte degli ETP su bitcoin, ethereum, solana e tutte le altre cripto quotati sulle Borse europee citate in precedenza sono “passaportati” e registrati anche per la clientela italiana. Questo grazie al via libera dell’autorità di vigilanza finanziaria svedese avvenuto nel dicembre del 2019.

In sostanza, gli investitori retail italiani possono fare trading su questi cripto ETP (i quali sono negoziabili su Borse tradizionali), purché il proprio broker o la propria piattaforma di trading offra la possibilità di farlo. A titolo di esempio, tra le piattaforme che danno questa possibilità ci sono: Fineco, Banca Sella, Webank, Direct SIM, Scalable Capital e Degiro.


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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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