ETF, tutti i numeri da record del 2023

Il patrimonio dell’industria europea degli ETF ha raggiunto per la prima volta 1,64 mila miliardi di euro, grazie anche ai flussi in aumento dell’80% rispetto all’anno precedente. Ma la raccolta dei fondi sostenibili e tematici è stata sottotono.

Sara Silano 19/01/2024 | 10:05
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Pile di soldi

-Il 2023 è stato il secondo miglior anno in assoluto in termini di raccolta per gli ETF europei.

-Oltre ai replicanti azionari, sono stati protagonisti gli obbligazionari e i monetari.

- La percentuale di raccolta degli ETF sostenibili sul totale è scesa dal 64% del 2022 al 29% dell’anno scorso.

L’industria europea degli ETF (Exchange traded fund) ha raggiunto il patrimonio record di 1,64 mila miliardi di euro a fine 2023, in crescita del 24% rispetto a un anno prima. Gli investitori hanno un ruolo importante in questo primato, dal momento che hanno fatto fluire 143,9 miliardi di euro nei fondi quotati e negli ETC (Exchange traded commodity).

I dati Morningstar rivelano che la raccolta netta è cresciuta dell’80% su base annua, coronando il 2023 come il secondo miglior anno in assoluto da quando sono disponibili le serie storiche.

Flussi e patrimonio dell’industria europea degli ETF

Flussi e patrimonio nell'industria europea degli ETF

ETF obbligazionari e monetari in ascesa

Ma i numeri record non finiscono qui. Il successo degli ETF azionari è ormai noto e conclamato, da notare però che i risultati dell’ultimo anno sono da attribuire anche ai fondi passivi obbligazionari.

Nei replicanti azionari sono confluiti 89,7 miliardi (+73% rispetto al 2022); in quelli del reddito fisso ne sono arrivati 57,2 in crescita del 72% su base annua. Poi ci sono gli ETF monetari, saliti alla ribalta per la forte domanda di strategie a breve termine, rese allettanti dall’aumento dei tassi di interesse. Gli investitori hanno puntato su questi strumenti 5,1 miliardi di euro, pari al 171% di quello che avevano raccolto nel 2022.

ETF sostenibili in declino?

Ma i record sono anche negativi. Il più eclatante è quello degli ETF sostenibili. La percentuale di raccolta dei prodotti che sposano i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) sul totale è scesa dal 64% del 2022 al 29% dell’anno scorso. “Ciò induce a chiedersi se l'interesse degli investitori per l'ESG sia in declino, ma la risposta a questa domanda non è semplice”, commenta José Garcia-Zarate, associate director per le strategie passive di Morningstar, il quale pone l’accento su due fattori che potrebbero spiegare i dati.

Flussi verso gli ETF sostenibili europei come percentuale sul totale dell’industria

Flussi ETF ESG sul totale dei flussi dell'industria

Il primo è un atteggiamento più cauto degli investitori verso gli strumenti ESG dopo le deludenti performance del 2022. Se così fosse, non è detto che in futuro ci sia un ritorno verso gli ETF sostenibili. Il secondo fattore è legato ai forti flussi verso i fondi governativi, un’area dove l’integrazione di criteri ESG rimane difficile e talvolta impossibile, con conseguente carenza di offerta.

ETF tematici, aumentano i deflussi

Un altro record negativo è quello degli replicanti tematici, che hanno visto i flussi ridimensionarsi drasticamente rispetto a due anni fa. Nel complesso, hanno raccolto 700 milioni nel 2023, contro gli 1,3 miliardi del 2022 e gli 11,2 miliardi del 2021. La tendenza degli ultimi trimestri non è incoraggiante: nel quarto hanno subito riscatti netti per 220 milioni a cui si aggiungono i 100 milioni usciti nei tre mesi precedenti. Insomma, il boom dell’intelligenza artificiale e, più in generale, dell’innovazione tecnologica non è riuscito a trainare verso nuovi record di raccolta queste strategie che hanno avuto il loro momento d’oro durante la pandemia di Covid-19.

Flussi trimestrali verso gli ETF tematici europei

Flussi verso gli ETF tematici europei

ETF attivi, un settore di nicchia (per ora)

L’industria europea degli ETF non ha regalato solo dei record nel 2023, ma anche alcune nuove tendenze. La più importante è quella degli ETF attivi. Non parliamo di grandi numeri, ma il cambiamento potrebbe essere dirompente.

Gli active ETF hanno attratto 6,7 miliardi di euro nel 2023, in crescita rispetto ai 2,4 miliardi del 2022, pari al 4,6% dei flussi totali. Gli asset ammontano a poco meno di 29 miliardi, contro i 20 di un anno prima e rappresentano appena l’1,8% del totale.

Crescita del patrimonio degli ETF attivi europei

Crescita del patrimonio degli ETF attivi europei

Perché, dunque, è un trend da monitorare?

“Quella degli attivi è un'area del mercato degli ETF che sta guadagnando popolarità, pur rimanendo di nicchia”, dice Garcia-Zarate. “Inizialmente dominata dalle strategie obbligazionarie, negli ultimi anni la maggior parte della crescita degli asset e dello sviluppo dei prodotti ha riguardato il settore azionario”.

Società come J.P. Morgan - il più grande provider di ETF attivi in Europa con una quota di mercato del 44% - e Fidelity hanno costruito la loro gamma passiva principalmente con ETF attivi. Anche altri operatori stanno manifestando interesse per questo settore, come ad esempio Robeco.

L’ETF diventa un involucro per strategie attive

“Questo potrebbe essere visto come un segno che il mercato delle strategie passive tradizionali è già affollato e non è facile per un nuovo arrivato fare breccia in modo significativo. Questo dato è anche indicativo della crescente popolarità del wrapper (involucro) ETF come strumento di investimento. Sebbene gli ETF siano stati tradizionalmente identificati come fondi passivi, la realtà è che un ETF è solo un veicolo e non vi è alcun ostacolo all’uso per distribuire strategie attive”, conclude Garcia-Zarate.

Resta da capire in che misura questi strumenti continueranno a conquistare gli investitori, in particolare quelli istituzionali. E’ notizia di questi giorni che JPMorgan asset management ha perso un importante sottoscrittore di un ETF che è passato da passivo ad attivo. Secondo quanto riportato da Ignites Europe, la ragione principale è stata la preferenza per strategie totalmente indicizzate da un lato e completamente attive dall’altro. Questa tipologia di replicanti, invece, si colloca a metà, perché non ha la totale flessibilità di un active manager e neppure le caratteristiche di replica di un ETF tradizionale.

 

 

 

 

 

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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