Tra gli investimenti obbligazionari, quello nei bond convertibili, ovvero in quelle obbligazioni che hanno in sé la potenzialità di essere convertite in azioni, potrebbe rivelarsi uno dei temi più interessanti del 2024. A sostenere questa prospettiva sono diversi fattori. Innanzitutto, il valore della loro anima obbligazionaria dovrebbe apprezzarsi in scia all'atteso calo dei tassi di interesse dopo lo stop a tutte le manovre restrittive messe in atto delle banche centrali, BCE in primis, fino a quasi tutto il 2023. Inoltre, la volatilità dei mercati azionari, alimentata dalle tensioni geopolitiche internazionali e dai venti di recessione economica in giro per il mondo, potrebbe ben sostenere il valore della componente opzionale della conversione azionaria insito nel valore totale del bond convertibile. Ma non è tutto. Gioca a favore del potenziale apprezzamento di questa tipologia di obbligazioni la vivacità del tema dell'M&A, che vede anche possibili protagoniste alcune società che hanno emesso bond convertibili. Senza dimenticare infine che emettere un bond convertibile, rappresenta in questo periodo un'interessante soluzione di finanziamento per una società. Ma andiamo per gradi.
Valutazioni favorevoli
Nell'attuale contesto, "la gestione del rischio di portafoglio rimarrà un tema importante per gli investitori. I bond convertibili sono un modo interessante per gli investitori di mantenere un’esposizione azionaria limitando il rischio" spiega Nicolas Crémieux, Head of Convertible Bonds di Mirabaud AM, autore di un approfondimento sulle potenzialità delle obbligazioni convertibili per quest'anno. Che, entrando nel dettaglio, aggiunge: "Le valutazioni delle convertibili continuano a essere favorevoli e dovrebbero beneficiare di una normalizzazione dei tassi nel breve-medio periodo, data l’attuale minor volatilità e il mispricing delle convertibili a basso delta, che il più delle volte vengono scambiate a prezzi più elevati rispetto alle obbligazioni tradizionali".
Gli ultimi anni senza gloria
Come evidenziano i numeri, tra il 2022 e il 2023, i bond convertibili hanno registrato il maggiore numero di deflussi netti della storia. Ma le cose stanno cambiando, in una situazione di fondo dove anche le nuove emissioni rappresentano un’opportunità interessante. "Sono offerte sul mercato con uno sconto rispetto al loro fair value teorico - sottolinea Crémieux -, da parte di società che sono finanziariamente più solide e ben consolidate (l'attuale percentuale di rating investment grade nell'ambito delle emissioni globali è tre volte superiore alla media decennale), e che quindi tendono ad avere un rischio di credito inferiore". Inoltre, generano reddito, come conferma la cedola media del 2023 pari a circa il 3%, e convessità, ovvero capacità di apprezzarsi in caso di rialzo dell’azione sottostante; infatti, il delta medio (indicatore che può essere preso come una valutazione della probabilità di conversione del bond in azioni, nonché della sensibilità della variazione del prezzo del bond rispetto alla variazione del prezzo dell'azione in cui è convertibile) del 2023 è circa il 50%.
La ritrovata vivacità di Piazza Affari
In effetti, qualcosa ha già cominciato a muoversi a Piazza Affari, sia nel 2023 (leggi Il ritorno delle obbligazioni convertibili a Piazza Affari) sia nelle prime settimane del 2024, grazie anche e soprattutto a Campari. Infatti, facendo seguito all' annuncio dell'acquisizione di Courvoisier a inizio gennaio, Campari ha collocato con successo nuove azioni ordinarie per 650 milioni a 9,33 euro ad azione ma anche un importo nominale complessivo di obbligazioni convertibili "senior unsecured" con scadenza nel 2029 di 550 milioni. Nel dettaglio, il prezzo di conversione iniziale del bond, scadenza 5 anni e cedola annuale 2,375%, è stato fissato a 12,3623 euro con un premio del 32,5% sul prezzo di riferimento delle azioni del giorno di collocamento. Da ricordare che per questa emissione il prezzo di conversione potrà poi essere soggetto ad aggiustamento in alcune circostanze, in linea con la prassi di mercato. Le obbligazioni convertibili corrispondono a un’emissione complessiva di 44,5 milioni di azioni che rappresentano il 3,8% del capitale ordinario emesso e in circolazione e il 3,6% di quello post collocamento.
Il jolly dell'M&A
L'emissione di bond convertibili con etichetta Campari non solo è una prova dell'ottima partenza del 2024 per questo mercato ma costituisce anche una conferma che il tema dell'M&A rappresenta un driver importante di rilancio di questa asset class. Già il 2023 è stato caratterizzato da una crescente attività di M&A interessanti. Su questo fronte, Crémieux prevede che gli emittenti di obbligazioni convertibili continueranno a godere di un’attività robusta, poiché l'aumento dei tassi d'interesse non ha scoraggiato le grandi aziende dal cercare all’esterno elementi di crescita. "È importante ricordare - sottolinea l'esperto - che i detentori di obbligazioni convertibili generalmente godono di diverse protezioni dal rischio di acquisizione, attraverso un temporaneo adeguamento al ribasso del prezzo di conversione o un possibile rimborso anticipato alla pari".
Un ricco canale di finanziamento
Da non trascurare, inoltre, per la crescita del mercato dei bond convertibili nel 2024, il tema del rifinanziamento da parte delle società. Secondo Crémieux le società guarderanno sempre più alle convertibili come canale di finanziamento che offre un potenziale rialzo del capitale a fronte di cedole più basse (tra 300 e 600 punti base a seconda del rating), riacquistando potenzialmente le convertibili in circolazione a sconto rispetto al valore nominale per ottimizzare i propri bilanci.
Nell'ultimo periodo diverse small e medium cap di Piazza Affari hanno dimostrato attenzione a questa forma di finanziamento. Tanto per citarne una, Bioera ha di recente reso noto che è stata sottoscritta da parte di Golden Eagle Capital Advisors parte della terza tranche del prestito obbligazionario convertibile “cum warrant” (l’opzione di conversione che accompagna l’obbligazione) di cui all'accordo di investimento stipulato a luglio 2022. Le risorse derivanti da questa sottoscrizione saranno utilizzate dalla società “per le proprie necessità operative correnti, a parziale copertura del fabbisogno finanziario netto complessivo del gruppo”. Andando indietro di alcuni mesi, era stata la big cap Saipem a lanciare un prestito obbligazionario equity – linked (in sostanza, convertibile) da 500 milioni di euro, con relativo aumento del capitale sociale. Su questa operazione gli analisti di Websim hanno ricordato che nel caso di totale conversione del bond, saranno emesse circa 244 milioni di azioni, pari al 12,2% del capitale, e che i proventi netti del collocamento saranno utilizzati per finalità aziendali di carattere generale, ivi incluso, appunto, il rifinanziamento di una porzione dell’indebitamento esistente.
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