Come ci ha insegnato il padre della Moderna teoria di portafoglio, nonché premio Nobel Harry Markowitz, scomparso il 22 giugno 2023, più un portafoglio finanziario è composto da titoli di natura diversa, più in generale si abbassa il grado di rischio.
L’asset allocation, infatti, non deve essere giudicata solo dalle performance, ma anche dall’equilibrio che riesce a trovare tra rischio e rendimento nel lungo periodo. Un rapporto che, per sua natura, è precario e mutevole e che perciò deve essere continuamente ricercato tramite l’attività di ribilanciamento degli investimenti.
Più semplice a dirsi che a farsi. Dati alla mano, diversificare la propria allocazione di capitale sta diventando sempre più difficile. Il 2022, ad esempio, è stato uno degli anni peggiori di sempre per il classico portafoglio 60/40, composto cioè da azioni per il 60% e da obbligazioni per il restante 40%.
Ma come spiegato dall’analista multi-asset di Morningstar Jason Kephart in questo articolo, oltre che da Giulio Renzi-Ricci di Vanguard Europe in questa video intervista, la più classica delle allocazioni tra azioni e obbligazioni è ancora attuale e utilizzabile. Ciò che conta sono le correlazioni tra diverse classi di attivi e l’orizzonte temporale su cui ci si basa.
L’analisi
A livello generale, dopo una prima parte dell’anno in cui diversificare sembrava esser divenuto un po’ più semplice, nel corso del 2023 le categorie azionarie e quelle obbligazionarie hanno aumentato i loro coefficienti di correlazione rispetto agli anni passati.
Basti pensare che il 2021 vedeva ben 28 casi di coefficienti di correlazione negativi, mentre nel 2022 ce n’era solo uno, e tale situazione si è ripetuta l’anno passato. Insomma, sono davvero poche le asset class che si sono mosse in maniera decorrelata.
Tra le categorie a reddito fisso, quelle dei fondi obbligazionari high yield in dollari e degli obbligazionari diversificati in dollari sono le due che hanno offerto maggior diversificazione. La seconda, ad esempio, presenta un coefficiente di correlazione a un anno del -0,07 rispetto ai fondi azionari large-cap dell’Eurozona, mentre la prima ha un tasso di correlazione dello 0,11 con le strategie obbligazionarie governative in euro.
Più difficile, in linea generale, trovare classi di attivi decorrelate tra i fondi azionari. Anche gli azionari America latina – storicamente tra i più diversificanti – hanno leggermente aumentato la loro correlazione con le altre categorie nel corso degli ultimi tre anni, in particolare con gli azionari USA large-cap blend (da 0,54 a 0.93) e con gli azionari Asia-Pacifico ex-Giappone (da 0,25 a 0,87).
Guardando le tabelle, anche solo visivamente si nota come le categorie Morningstar, azionarie e obbligazionarie, abbiano in generale aumentato la correlazione tra di loro nell’ultimo anno (per interpretarle si possono seguire i colori: più la casella tende al verde, più la correlazione sarà elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficiente sarà negativo).
Calcolare il coefficiente di correlazione del proprio portafoglio è un esercizio piuttosto complesso. Per avere un’idea di ordine generale, che comunque può già essere molto utile a evitare eventuali sovrapposizioni, abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione delle 14 principali categorie Morningstar, a uno, tre e cinque anni, aggiornati al 31 dicembre 2023.
Le categorie oggetto dell’analisi sono le seguenti (i numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle):
- Obbligazionari Corporate EUR
- Obbligazionari Governativi EUR
- Obbligazionari High Yield EUR
- Obbligazionari Inflation-Linked EUR
- Obbligazionari Corporate USD
- Obbligazionari High Yield USD
- Obbligazionari Diversificati USD
- Obbligazionari Paesi Emergenti
- Azionari Europa Large Cap Blend
- Azionari Eurozona Large Cap
- Azionari Giappone Large Cap
- Azionari USA Large Cap Blend
- Azionari Asia-Pacifico ex. Giappone
- Azionari America Latina
Il coefficiente di correlazione misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro: varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna correlazione tra i due fondi. Un coefficiente pari a 1 segnala che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due strumenti si muovono assieme: se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.
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