Dopo la trimestrale e il rally in Borsa, Microsoft è ancora a sconto?

I numeri del secondo trimestre hanno superato le aspettative. Ecco cosa pensano gli analisti di Morningstar sul titolo.

Dan Romanoff 06/02/2024 | 16:42
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Microsoft

Dopo la pubblicazione dei dati del secondo trimestre, lo scorso 30 gennaio, e il rally in Borsa che ha fatto salire le quotazioni di Microsoft del 57% nell'ultimo anno, ecco il parere degli analisti di Morningstar sui conti e sulle prospettive future della società.

 

Metriche chiave di Morningstar per Microsoft

Fair value: 420,00 USD
Rating Morningstar: 3 stelle
Economic Moat: Ampio
Morningstar Uncertainty Rating: Medio

Il giudizio sui conti del secondo trimestre

Microsoft continua a stupire anche nel secondo trimestre, con un aumento sia dei ricavi che degli utili. Le prospettive dell'azienda sono incoraggianti, soprattutto per Azure. Anche se il management non lo ammette, continuiamo a vedere segnali che indicano un miglioramento della domanda, almeno in misura modesta.

L'intelligenza artificiale è stata la protagonista anche in questo trimestre. Il segmento Azure è solido, soprattutto grazie all'intelligenza artificiale. Anche sul fronte dei deal di grandi dimensioni le risposte sono buone, in quanto Microsoft Office E5 ha un ottimo upselling. Nel complesso, la redditività del gruppo è alta nonostante l'acquisizione di Activision.

Abbiamo alzato le nostre stime a breve/medio termine sulla base dei buoni risultati riportati dall’azienda sia sul fronte della crescita dei ricavi che dell’espansione dei margini di profitto. Rispetto a quanto inizialmente ipotizzato, riteniamo che ora l'intelligenza artificiale sostenga con maggiore forza la crescita di entrambe le metriche. Inoltre, i risultati sono coerenti con la nostra convinzione che Azure sia leader nel mercato del cloud e che le posizioni quasi monopolistiche di Microsoft con Windows e Office supportino il nostro Economic Moat rating pari ad Ampio.

Tuttavia, le azioni Microsoft hanno registrato un forte rialzo nell'ultimo anno e al momento sono valutate in linea con il nostro fair value.

 

Il fair value di Microsoft

Con un Morningstar rating pari a 3 stelle, riteniamo che il titolo Microsoft sia scambiato a prezzi che sono in linea con il fair value di 420 dollari per azione. Questa valutazione implica un rapporto Enterprise value/Sales pari a 12 volte per l'anno fiscale 2024, un P/E adjusted di 36 volte e un free cash flow yield dell'1%.

Ipotizziamo un tasso di crescita annuo del fatturato di circa il 13% nei prossimi cinque anni (stima che tiene conto dell'acquisizione di Activision). Prevediamo una crescita dei ricavi più sostenuta, dato che il decennio precedente di Microsoft è stato frenato dalla crisi del 2008, dalla completa scomparsa dei ricavi derivanti dal segmento dei telefoni cellulari, a seguito della cessione delle attività relative a Nokia, e dalla transizione al modello di abbonamento (che inizialmente ha registrato una crescita più lenta dei ricavi). Tuttavia, riteniamo che i fattori macro e l’andamento dei tassi di cambio eserciteranno una pressione sui ricavi nel breve termine.

Riteniamo che la crescita del fatturato sarà trainata da Azure, Office 365, Dynamics 365, LinkedIn e dall'adozione dell'intelligenza artificiale. Azure, in particolare, sarà il vero motore del progresso dei ricavi nei prossimi 10 anni in quanto gli ambienti ibridi (in cui Microsoft eccelle) favoriranno l'adozione di massa del cloud. Prevediamo inoltre che la combinazione di Azure, DBMS, Dynamics 365 e Office 365 determinerà una crescita superiore a quella del mercato. 

Economic Moat

Assegniamo a Microsoft un Economic moat nella misura di Ampio sulla base dei vantaggi di costo, dell’effetto rete e del forte potere contrattuale che riesce ad esercitare sui suoi clienti (switching costs). Riteniamo che l'azienda sia leader in una serie di aree tecnologiche chiave, il che dovrebbe permetterle di mantenere una redditività ben superiore rispetto al costo del capitale per molti anni a venire.

Crediamo che i segmenti e i prodotti di Microsoft beneficino di diverse fonti di vantaggio competitivo. Assegniamo al business “Productivity and Business Processes”, che include Office, Dynamics e LinkedIn, un Moat nella misura di Ampio sulla base degli elevati costi di switch e dell’effetto di rete. A nostro avviso, gli elevati costi di switch e i vantaggi di costo determinano un Moat Ampio anche per Azure, che è chiaramente il motore di crescita del segmento Intelligent Cloud e uno dei prodotti fondamentali attorno al quale sarà costruita la "nuova" Microsoft. 

Rischi e incertezze

Microsoft deve affrontare rischi che variano a seconda dei prodotti e dei segmenti. L'elevata quota di mercato nell'architettura client-server negli ultimi 30 anni significa che sono a rischio importanti ricavi ad alto margine di profitto, in particolare nei settori OS, Office e Server. Finora Microsoft è riuscita a far crescere i ricavi in un panorama tecnologico in costante evoluzione e sta avendo successo sia nello spostare nel cloud i clienti attuali sia nell'attirare nuovi clienti direttamente su Azure. Tuttavia, l'azienda deve continuare a far crescere i ricavi dei prodotti cloud-based più velocemente rispetto al calo dei ricavi dei prodotti on-premise

Microsoft è un'azienda che fa acquisizioni e, sebbene vengano portate a termine molte piccole acquisizioni che passano inosservate, l'azienda ha avuto diversi flop di alto profilo, tra cui Nokia e aQuantive. L'acquisizione di LinkedIn è stata costosa ma aveva uno scopo e pensiamo che stia funzionando bene. Non è chiaro quanto capitale di Informatica LBO abbia acquistato Microsoft. Potrebbe essere stato un investimento strategico importante, ma Informatica non è stata certamente un catalizzatore di crescita. GitHub è stata costosa, ma è strategica e sembra essere stato un successo. L'accordo con ZeniMax dovrebbe potenziare le attività di pubblicazione di videogiochi first-party dell'azienda. Il deal di Nuance non è stato difficile da digerire, ma l'operazione da 69 miliardi di dollari di Activision, completata nell'ottobre 2023, sarà probabilmente un po' più complessa. 

 

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Dan Romanoff  Analista specializzato nel settore tecnologia.

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