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Verso le trimestrali dei titoli della difesa: cosa dobbiamo aspettarci

Le aziende europee del comparto della difesa inizieranno a rilasciare i conti la prossima settimana. Leonardo chiuderà l’11 marzo. Intanto, negli Stati Uniti, il settore è sopravvalutato.

Francesco Lavecchia 08/02/2024 | 08:39
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- In Europa, il settore della difesa è stato uno dei migliori per performance di Borsa nel 2023.

- Il mercato si aspetta un aumento dei ricavi delle aziende europee guidato da una maggiore spesa per la difesa.

- Leonardo sarà tra le ultime società della difesa a pubblicare i conti del quarto trimestre, l’11 marzo.

Le maggiori aziende europee della difesa pubblicheranno i conti a partire dalla prossima settimana: inizieranno Airbus e Safran (il 15 febbraio, poi toccherà aBAE System (21 febbraio) e Hensoldt (23 febbraio), per concludere con Thales (5 marzo) e Leonardo (11 marzo). Il settore è sotto i riflettori degli investitori dopo il rally dell’anno scorso. Nel Vecchio continente, il comparto è stato uno dei migliori nel 2023 e ha largamente sovraperformato la regione, come dimostra il confronto tra l’indice STOXX Europe TMI Aero&Defense e il Morningstar Europe Large Mid cap index (37,45% vs 12,67%, in euro). Negli Stati Uniti, invece, ha pagato un ritardo di circa 10 punti percentuali nei confronti del mercato nel suo complesso.

 

 

Quali previsioni per le società della difesa europee

Per le aziende europee, le aspettative del mercato sono per un aumento dei ricavi guidato da una maggiore spesa per la difesa, in particolare nel Vecchio continente, e un’espansione dei margini per effetto di una quota maggiore di ricavi provenienti dalle attività post-vendita. Loredana Muharremi, analista azionaria di Morningstar e specialista europea del settore, spiega il perché: “Si prevede che le nazioni europee porteranno progressivamente la spesa per la difesa ad almeno il 2% del loro Prodotto interno lordo, una tendenza che è destinata probabilmente ad accelerare a causa della guerra in Ucraina. Prevediamo che il budget europeo per la difesa aumenterà di quasi il 35% nei prossimi cinque anni, rendendo il Vecchio continente il terzo mercato più grande entro il 2025”.

Un altro motivo di interesse per le aziende europee del settore è rappresentato dai tentativi dei Paesi della regione di essere sempre più indipendenti dagli Stati Uniti nelle forniture di equipaggiamenti militari: “L’Unione Europea ha implementato l’European Defence Industry Reinforcement, che mira a rafforzare l’industria europea della difesa attraverso appalti collaborativi fino alla fine del 2025. Inoltre, c’è anche una spinta per grandi progetti di difesa europei come il Future Combat Air System (FCAS) e il Main Ground Combat System, che hanno l’obiettivo di sviluppare capacità militari di nuova generazione”, aggiunge Muharremi.

I numeri delle trimestrali, dicono gli analisti, dovrebbero certificare il buono stato di salute del settore della difesa in Europa. Le aziende della regione hanno registrato un aumento della loro capacità produttiva nel 2022 e nel 2023 e questa tendenza dovrebbe continuare anche nel medio termine.

Il segmento delle munizioni, aggiungono gli analisti, registrerà una crescita significativa. Questo, spiegano, è in gran parte attribuito al conflitto in Ucraina che ha creato uno squilibrio tra domanda e offerta. L’elevato tasso di utilizzo in Ucraina porta ad un rapido esaurimento delle scorte e il loro ripristino ai livelli pre-bellici potrebbe richiedere potenzialmente fino a un decennio, soprattutto per Paesi come la Germania. Per le stesse ragioni, si sta registrando anche un’impennata della domanda di missili e sistemi missilistici. Questi ultimi hanno un tempo di produzione di 2 anni: le aziende produttrici hanno già raggiunto la piena capacità produttiva e hanno ordini in arretrato da anni.

 

 

Aspettando i conti di Leonardo: l’opinione degli analisti

Leonardo sarà tra le ultime a pubblicare i conti trimestrali, ma cosa possiamo aspettarci? Gli analisti di Morningstar prevedono che la società continuerà nel percorso di crescita iniziato nel 2021, mantenendo margini di profitto stabili rispetto al precedente esercizio, mentre i risultati del 2024 saranno trainati dal segmento DES (Difesa, Elettronica e Sicurezza). Spiega Muharremi: “Leonardo beneficerà anche della partecipazione ai consorzi Typhoon (che comprende Italia, Germania, Spagna e Regno Unito e che è finalizzato alla costruzione del cacciabombardiere Eurofighter) e  MBDA (al quale partecipano Italia, Francia e Regno Unito e che ha come obiettivo la costruzione di missili e tecnologie per la difesa). Inoltre, l’azienda italiana ha acquisito una quota del 25,1% in Hensoldt, rafforzando la propria presenza sul mercato europeo della difesa e stabilendo una posizione strategica in Germania, che dovrebbe diventare il terzo mercato della difesa entro il 2025”.

“L’azienda sta spostando l’attenzione dall’hardware al software, dando priorità alla sicurezza informatica, un mercato che dovrebbe crescere a un tasso medio dell’8% da qui al 2028. Complessivamente, nei prossimi cinque anni, prevediamo che il gruppo registri un progresso dei ricavi a un ritmo del 5% e un margine operativo di poco inferiore al 6%. Al momento, però, il titolo è scambiato in linea con il nostro fair value di 16.60 euro e viene valutato con un rating di 3 stelle”, conclude Loredana Muharremi.

Negli USA, le valutazioni dei titoli della difesa sono elevate

Secondo gli analisti di Morningstar, le azioni delle società attive nel settore aerospaziale e della difesa sono scambiate a prezzi elevati e le prospettive di crescita future, in termini di fatturato e utili, non giustificano le attuali valutazioni di mercato.

“I corsi azionari dei titoli di questo settore tendono a essere condizionati dai dati relativi alle vendite e alle esportazioni. Per questo motivo, negli ultimi anni, hanno raggiunto a volte livelli molto alti. Lo scoppio di nuovi conflitti induce solitamente gli investitori a maturare l’aspettativa di un maggiore acquisto di armi e dunque di un aumento delle vendite per le aziende del settore. Tuttavia, questa visione ignora il fatto che gli eserciti si procurano le loro armi molto tempo prima che inizi il conflitto e che queste forniture sono soggette a vincoli strategici e politici”, afferma Nicolas Owen, analista azionario di Morningstar.

 

 

Gli investitori hanno accolto con favore gli ultimi dati del Dipartimento di Stato americano relativi alle esportazioni di equipaggiamenti militari statunitensi, che nei dodici mesi del 2023 sono cresciute del 16% toccando la soglia record di 238,4 miliardi di dollari. A spingere gli ordini sono stati soprattutto gli accordi intergovernativi, non solo con l’Ucraina, ma anche con Polonia e Germania (rispettivamente per un valore di 30 e 8,5 miliardi di dollari). Gli Stati Uniti sono il primo esportatore al mondo nel settore della difesa e in questi anni, secondo gli analisti, stanno beneficiando del clima di instabilità politica in molte parti del mondo (Ucraina, Medio Oriente, Taiwan solo per citarne alcune) e della necessità di molti Paesi di rifornire i loro arsenali che si sono ridotti a causa degli aiuti inviati a Kiev.

Sebbene questo scenario possa alimentare ulteriormente l’ottimismo degli investitori, Owen mantiene un approccio prudente: “In generale, per le aziende americane del settore, prevediamo per i prossimi cinque anni una crescita media dei ricavi tra il 2 e il 5% e un margine operativo tra il 9 e l'11%. Quindi niente di estremo. Ad ogni modo, questi titoli possono essere interessanti anche in ottica income, dato che tendono a generare flussi di cassa elevati e a remunerare gli azionisti attraverso la distribuzione di dividendi e il riacquisto di azioni proprie”. E aggiunge: “Tra le mie migliori idee di investimento c’è Huntington Ingalls, che produce grandi navi da guerra. Al momento le sue esportazioni sono quasi pari a zero, ma è probabile che la situazione cambi nei prossimi anni poiché Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno firmato un accordo per cooperare sui sottomarini nucleari, in cui Huntington è specializzata. Al momento il titolo è scambiato a un tasso di sconto del 10% rispetto al fair value di 290 dollari (report aggiornato all’1o febbraio 2024)”.

 

 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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